Teatro Sociale: applausi scroscianti all’ “Ecce Homo” di Lucilla Giagnoni

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lucilla giagnoniLECCO – Applausi, applausi, applausi, tre minuti di orologio abbondanti e qualche fazzoletto in mano. Il monologo di Lucilla Giagnoni ha rapito, coinvolto, emozionato il pubblico che ieri sera, martedì, ha riempito il Teatro Sociale di Lecco. “Ecce Homo”, un lavoro straordinario dell’artista fiorentina di nascita e novarese d’adozione, con cui ripercorre l’evoluzione umana che fonda le sue radici nella parola.

Lei, sola sul palco con alle spalle una sorta di quadro sospeso su cui scorrono alcuni video accompagnati da musiche di sottofondo, fa del suo monologo un dialogo con il pubblico, ma parallelamente si rivolge alla figlia adolescente manifestando l’impegno etico di indicarle il cammino, attraverso l’educazione.

La Giagnoni intreccia saggiamente passi del Vangelo con la fiaba di Pinocchio che simboleggia la storia dell’uomo. La fiaba di Collodi diventa metafora antropologica ma anche cristologica. Quel pezzo di legno che era alle origini, viene plasmato dal padre falegname, prende forma, parla, cammina, si muove, sceglie, sbaglia, sperimenta la morte impiccato alla quercia per poi risorgere uomo.

giagnoni 1E mentre Pinocchio fa da fil rouge la Giagnoni passa dall’homo sapiens all’homo economicus, che gestisce e amministra la casa, fino all’uomo d’oggi, schiavo del denaro, che si è perso, che ha il potere di cambiare il mondo, la sua natura e persino di distruggere tutto.

E allora quale scelta, quale strada da imboccare, quale cammino da intraprendere per ritrovarsi e far progredire la specie umana? L’uomo deve prima riconoscersi, nelle sue fragilità, nel suo essere uomo: “Ecce homo” appunto, come hanno fatto Pinocchio e Cristo.

Nel finale la Giagnoni invita parallelamente il pubblico e sua figlia a prendere coscienza dell’essere homo sapiens, di proseguire il cammino dell’umanità alla ricerca della felicità, che l’attrice definisce una sorta di “eredità che ci portiamo sulle spalle”, felicità che “sta già nel nome del figlio, è fertilità, è fecondità, è estensione, è crescita”…. tanti applausi e qualche lacrima. Chapeau!