Tutti a teatro per Bauman: “La crisi genera paura dell’altro”

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Il grande sociologo e filosofo Zygmunt Bauman, domenica al Teatro della Società

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LECCO – Teatro stracolmo e non poteva essere diversamente con relatore il più noto dei filosofi contemporanei esistenti, il più profondo conoscitore della società attuale e del suo malessere, di quella modernità “liquida” come lui stesso l’ha definita nella teoria che lo ha elevato tra i pensatori più importanti della storia recente: Zygmunt Bauman, ospite di punta dell’edizione 2016 del festival Leggermente, domenica pomeriggio è salito in “cattedra” al Teatro della Società ed ha tenuto la sua lezione dinnanzi al pubblico lecchese.

Polacco, classe 1925, Bauman ha assistito in prima persona alle trasformazioni dell’ultimo e del nuovo secolo, interrogandosi sui cambiamenti che hanno investito l’uomo e il suo essere sociale; per questo l’emergenza migratoria e le reazioni che sta scatenando in Europa non potevano non cogliere la sua attenzione.

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Sarà questo il tema del suo libro “Stranieri alla nostra porta” , che verrà stampato nei prossimi mesi, realizzato insieme al prof. Carlo Bordoni, sociologo e scrittore fiorentino che già lo ha affiancato nella stesura di “Stato di Crisi”, pubblicato lo scorso anno da Einaudi.

E’ proprio Bordoni ad introdurre l’appuntamento al teatro di Lecco: “I tre pilastri che sostenevano le certezze dell’uomo moderno oggi sono crollati: ci siamo resi conto che l’idea di un progresso indefinito, eredità dell’illuminismo, non è fattibile, le scoperte scientifiche sono messe in discussione e il dominio della natura è smentito dalle catastrofi naturali, lo Stato che dovrebbe garantire la sicurezza all’interno dei propri confini è entrato in crisi. Le promesse della modernità non sono state rispettate”.

Bauman insieme al sociologo Carlo Bordoni
Bauman insieme al sociologo Carlo Bordoni

Un’incertezza sociale che sfocia nella “vita precaria” della classe media. “L’uomo oggi vive nell’inconsapevolezza del proprio futuro – ha sottolineato Bauman – del lavoro che rischia di perdere da un giorno all’altro, lasciandolo senza prospettive certe su cosa sarà il domani. Questo perché non è più possibile garantire la piena occupazione come accadeva in passato”. Il risultato? “Un’insicurezza strisciante” e l’atteggiamento sempre più di chiusura verso il prossimo .

E’ in questo contesto che nasce la paura dell’altro ed è qui che si acuisce il timore per l’emergenza migratoria in atto. “Temiamo lo straniero, non per quello che è realmente ma per quello che potrebbe fare e che non conosciamo. Cresce il bisogno di sicurezza che oggi si esprime nei militari, nelle forze dell’ordine. Tutti vorremmo sconfiggere l’insicurezza ma non sappiamo ancora quale sarà il prezzo da pagare”.

"Stato di crisi", il libro scritto da Bauman e Bordoni
“Stato di crisi”, il libro scritto da Bauman e Bordoni

Gli attentati di Parigi hanno scatenato la reazione dei Paesi Europei nei confronti dell’enorme flusso migratorio: l’annuncio francese della chiusura temporanea dei propri confini, il muro eretto in Ungheria per chiudere fuori i migranti e la crescita di consensi dei partiti di estrema destra, perché il terrorismo evoca “una paura cieca, che non sappiamo controllare”.

“Eppure – ha sottolineato Bauman – solo due degli attentatori di Parigi giungevano da fuori Europa, gli altri abitavano in Francia o in Belgio. Volevano diventare francesi ma sono stati discriminati, lasciati senza occupazione, senza dignità. Fallendo nel proprio contesto sociale hanno cercato altrove un senso alla loro esistenza”.

Bauman ricerca quindi all’interno della società le cause della violenza terrorista, nella cattiva integrazione degli stranieri, così come per l’atteggiamento dell’Europa riguardo all’emergenza migrazione e alle stragi nel Mediterraneo.

“Chi è responsabile di questo sangue? – si è chiesto il sociologo – Noi questo senso di responsabilità lo abbiamo perso. La cultura del ‘tutto è dovuto’ ci ha reso insensibili nei confronti del prossimo, ci fa viere in una bolla, ignorando le crisi altrui. E’ la globalizzazione dell’indifferenza”.

 

Il presidente di Confcommercio omaggia Bauman con i Promessi Sposi a fumetti, per lasciare al filosofo un ricordo della città
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