San Pietro al Monte si ‘amplia’ e durante i lavori spuntano antiche mura

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Gli scavi in corso a San Pietro al Monte e i nuovi resti rinvenuti

Un progetto per rendere fruibili ulteriori spazi della storica abbazia di Civate. Nuove scoperte durante gli scavi.

Sempre più visitatori: 100 mila nel 2022 e 60 guide formate. “Un turismo rispettoso della sacralità del luogo”

CIVATE – Un gioiello di arte e spiritualità: San Pietro al Monte di Civate è uno dei siti storici più importanti e affascinanti del territorio, non a caso da tempo si spinge affinché possa esserne riconosciuta dall’Unesco la sua valenza di ‘patrimonio dell’umanità’.

Un luogo di storia che continua a stupire e che presto vedrà ampliarsi il percorso fruibile ai visitatori: è questo l’obiettivo del progetto che vede collaborare la parrocchia di Civate con la Fondazione Scuola Beato Angelico, proprietaria di parte dell’area, l’associazione Amici di San Pietro al Monte e il Comune di Civate.

Il sindaco Angelo Isella

“Ne parliamo già da qualche anno – ha spiegato il sindaco Angelo Isella – si tratta di migliorare e razionalizzare gli spazi in un’ottica di migliore fruibilità, con importanti interventi che riguarderanno anche l’illuminazione. San Pietro al Monte è un bene di importanza nazionale e internazionale, che merita attenzione”.

I lavori prevedono la realizzazione di un magazzino, sotterraneo e dunque non impattante dal punto di vista paesaggistico, dove poter alloggiare le attrezzature e il materiale oggi stipato nelle aree del complesso non aperte al pubblico. Si tratta di ambienti antichi situati nella parte nord dell’abbazia, tra cui l’antica cripta medioevale.

Gli spazi interessati dagli interventi
Gli antichi locali che saranno ‘liberati e resi visitabili

Un intervento da 168 mila euro che ha ottenuto il finanziamento per metà da Fondazione Cariplo e che per la restante parte l’associazione Amici di San Pietro al Monte ha aperto una raccolta fondi:

“Senza questo lavoro di rete e competenze non ci saremmo riusciti, grazie in particolare alla Fondazione Cariplo che ha riconosciuto la bontà del progetto e ha deciso di contribuire – ha spiegato Serafino Castagna, referente dell’associazione in rappresentanza dell’omonimo presidente.

L’arch. Roberto Spreafico e Serafino Castagna

Il progetto prevede la sostituzione dell’attuale illuminazione all’interno e anche all’esterno del sito, con luci a led e domotica in grado di accendersi con maggiore intensità al passaggio dei visitatori.

‘Emergono’ nuove mura dal passato

Gli scavi per la realizzazione del magazzino erano partiti ad aprile ma si sono subito dovuti interrompere dopo che dal terreno sono apparsi nuovi resti di mura, su cui ora gli archeologi stanno facendo degli accertamenti.

Le mura antiche rinvenute

“Scoperte inattese che arricchiscono sempre di più il complesso e le nostre ancora limitate conoscenze – ha sottolineato l’architetto Roberto Spreafico, progettista e volontario dell’associazione – Gli approfondimenti in corso ci diranno se queste mura sono riferibili al periodo romanico del complesso oppure alla specula, ovvero la torre di avvistamento”.

Di certo, alla luce dei ritrovamenti, il luogo che era stato individuato per la realizzazione del magazzino dovrà essere preservato. “Faremo presto una riunione con tutti i soggetti coinvolti per decidere – ha aggiunto l’architetto – l’ipotesi è quella di spostarsi di qualche metro più a monte dove inizia la roccia, dove sicuramente non troveremo altre tracce passate”.

Il luogo che era stato scelto per realizzare il magazzino
Come sarà il magazzino sotterraneo

Sempre più interesse turistico

“Custodire un bene non è mai solo fare pulizia. Per il cammino di fede che questo bene rappresenta, la parola più giusta è fare memoria – è intervenuto don Gianni De Micheli, parroco di Civate – La memoria cristiana è essenziale, rende ogni luogo costantemente vivo. San Pietro al Monte è ancora oggi una realtà viva e che parla di persone che in quei luoghi, a 600 metri di altezza, si sono messi alla ricerca di Dio. La fatica più grande e il tesoro più immenso è permettere alle persone di entrare nel linguaggio che questo luogo ancora oggi parla a lui, lo interroga sul senso dell’esistenza, aprire gli orizzonti, provare il respiro dell’animo. E’ questo il modo più bello di custodire e fare memoria”.

Parole, quelle del sacerdote, che rimarcano quella che vuole essere la fruizione di questo posto di sacralità. dove ogni anno aumenta il flusso di visitatori, fino agli oltre 100 mila che hanno visitato liberamente l’abbazia nel 2022,  30 mila accompagnati dalle sessante guide turistiche appositamente formate.

Don Gianni De Micheli e don Umberto Bordoni

Il complesso ha potuto contare su 226 giorni di apertura lo scorso anno e questo grazie ai volontari dell’associazione che dal 1975 si danno il cambio, generazione dopo generazione, per consentire alla comunità di conoscere questo tesoro storico e architettonico a seicento metri di quota. “I monaci di oggi” come li ha definiti il sindaco Isella.

“Le previsioni del futuro ci fanno immaginare un’ulteriore crescita di visitatori e vorremmo accogliere nella maniera più coerente questi flussi – ha spiegato don Umberto Bordoni, responsabile della Fondazione Scuola Beato Angelico – affinché non venga snaturata la natura spirituale del luogo ma che sia consentito a tutti di vivere l’esperienza di San Pietro al Monte”.

Nessun biglietto d’ingresso sarà previsto, né oggi né in futuro, confermano i sacerdoti, l’ingresso resterà ad offerta libera.

San Pietro al Monte, a Civate (Fotografia dal sito ufficiale per la candidatura Unesco)

 

La candidatura all’Unesco

Se San Pietro al Monte continua dunque a sorprendere per le nuove scoperte, si attendono notizie sull’iter sull’ambito riconoscimento dell’Unesco e novità potrebbero arrivare già nei prossimi giorni: Maria Grazia Nasazzi di Fondazione Comunitaria per il Lecchese ha annunciato un incontro a fine mese al Ministero della Cultura.

In quella sede si parlerà della candidatura presentata in ‘cordata’ da Civate insieme da altri nove comuni a riunire in un unica proposta gli antichi siti benedettini. Insieme a San Pietro al Monte a Civate si presentano i monasteri di Subiaco, l’abbazia di Montecassino, quella di San Vincenzo al Volturno, la Sacra di San Michele a Sant’Ambrogio di Torino, San Vittore alle Chiuse a Genga, fino a Sant’Angelo in Formis a Capua e l’Abbazia di Santa Maria di Farfa a Fara in Sabina.

Una fotografia degli interni di San Pietro al Monte