Aerosol Service in crisi, l’appello dei sindacati. “Mistero” sui proprietari

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I sindacalisti Massimo Ferni, Nicola Cesana e Celeste Sacchi
Al centro i sindacalisti Massimo Ferni (Femca Cisl), Nicola Cesana (Filctem Cgil) e Celeste Sacchi (Uiltec Uil) insieme alle Rsu Antonella Rota, Daniela Paleari (Cisl), Susanna Errico (Cgil) e Lucia Francesca Goretti (Uil)

 

VALMADRERA – Da domani, mercoledì’, si fermerà la produzione all’Aerosol Service di Valmadrera, almeno per una settimana, due terzi delle maestranze saranno a casa in regime di solidarietà ed oggi più di prima quei lavoratori, 95 in tutto (in passato erano 115), temono per il loro futuro: lo hanno detto chiaramente i loro rappresentanti sindacali, nella conferenza stampa convocata martedì mattina in Cgil.

“L’impresa, specializzata nella produzione di prodotti per conto di case farmaceutiche e cosmetiche, ha sempre avuto un buon andamento ma da due anni gestiamo una situazione aziendale difficoltosa – denuncia Nicola Cesana della Filctem Cgil – abbiamo sottoscritto due contratti di solidarietà, l’ultimo siglato il 12 giugno scorso. Per due anni consecutivi i lavoratori si trovano in questa condizione, nonostante tutto l’attività aziendale è sempre proseguita. Le difficoltà non stanno nella mancanza di lavoro ma nella liquidità. L’Aerosol Service è entrata in una spirale negativa dal punto di vista finanziario, aggravata dalla perdita di alcune importanti commesse”.

Uno degli effetti di questa crisi si ripercuote direttamente sui dipendenti, con ritardi sui pagamenti degli stipendi ed oggi sono due le mensilità che, riferiscono i sindacati, i lavoratori devono ancora percepire (quella di luglio e di agosto) compresa la quattordicesima che non sarebbe stata ancora versata.

Le proteste a novembre ai cancelli dell’azienda di via del Maglio

 

L’azienda storicamente apparteneva alla famiglia Fiocchi, a guidarla, fino a due anni fa, era Lodovico Fiocchi, poi il cambio di gestione che ha visto alternarsi diversi amministratori, prima Alessandra Faverio, sostituita successivamente dal commercialista Giovanni Bartoli, arrestato a luglio della Guardia di Finanza di Milano per un’inchiesta su presunti illeciti non riguardante l’azienda valmadrerese.

Oggi l’Aerosol Service è guidata da tre professionisti, il dott. Bonassi e il dott. Saggiomo che compongono il consiglio d’amministrazione, l’ultimo come presidente delegato, e  Tiziano Iraci che seguirebbe la parte operativa dell’attività aziendale. Questo è quanto hanno saputo i sindacati che, al momento, non hanno certezza di chi sia il reale proprietario della ditta.

“Vista la delicata situazione finanziaria, in accordo con i lavoratori,  a marzo abbiamo deciso di inviare una lettera a tutti i soci chiedendo di intervenire dal punto di vista finanziario per sostenere l’azienda” spiega Massimo Ferni della Femca Cisl. La risposta ai sindacati è stata che i ‘vecchi’ soci oggi non erano più titolari dell’impresa.

La proprietà era cambiata: se a gennaio la famiglia Fiocchi risultava detenere ancora la quote (8,8% Riccardo Fiocchi, 11,09% Giovanni Fiocchi, 12,66% Stefano Fiocchi, 14,47% Pietro Fiocchi e la restante parte suddivisa tra altri soci per il 28,65% e a Comi Pia per il 24,26%) in una seconda voltura camerale richiesta dai sindacati a marzo, il 100% delle quote risultava essere di proprietà della Seconda Investimenti Srl, amministrata dal già citato Giovanni Bartoli, che a sua volta era posseduta totalmente dalla Karmainvest S.a., anch’essa amministrata dallo stesso commercialista e con sede in Lussemburgo.

I sindacalisti Massimo Ferni, Nicola Cesana e Celeste Sacchi

 

“Le tracce finiscono li – spiega Cesana della Cgil – Noi oggi non siamo in grado di dire chi è la proprietà, se è cambiata oppure no. Essendo la Karmainvest registrata in Lussemburgo non ci è possibile sapere chi possiede le quote di queste due società. Siamo passati da un’azienda a conduzione familiare ad sistema che potremmo definire di scatole cinesi”.

La complessa situazione societaria, sottolineano i sindacati, oltre ad alimentare le preoccupazioni avrebbero complicato ulteriormente il dialogo con gli amministratori: “Ci siamo confrontati con persone diverse nel giro di pochi mesi – racconta Celeste Sacchi della Uiltec – e ogni volta abbiamo dovuto ricominciare da capo, cancellando i progressi fatti in precedenza. L’azienda può lavorare, gli ordini non mancano, i lavoratori hanno fatto sacrifici  ma serve che questa proprietà metta dei soldi per ripartire.”.

E’ l’appello che lanciano i sindacati: “Sappiamo che il 13 settembre è previsto un consiglio di amministrazione e che dovrebbe approvare un aumento di capitale, una decisione che ci era stata annunciata nei mesi scorsi e che oggi non sappiamo se verrà messa in pratica. Il tempo stringe – ricorda Ferni della Cisl – chiunque sia il proprietario deve immettere liquidità”.

La speranza dei sindacati è che domani, mercoledì, possano giungere nuove rassicurazioni nell’incontro con i referenti aziendali che si terrà alla sede di Confindustria. “Tutti in questi mesi hanno fatto la propria parte, i lavoratori, i sindacati e anche gli amministratori. Ora anche la proprietà deve fare la sua”.

L’alternativa, per le organizzazioni sindacali, può essere anche la vendita dell’azienda “Sappiamo che nei mesi precedenti ci sono state diverse visite di soggetti interessati – prosegue Ferni – se qualcuno deve subentrare lo faccia il più presto possibile, tenendo conto della situazione occupazionale”.