L’analisi sull’andamento del settore nello scorso anno e le previsioni per il 2025
“Non parliamo di allarme o crisi, ma di fronte ad una flessione serve una riflessione approfondita”
LECCO – Riflessione sui dati forniti dall’Ufficio Studi dell’Ance Nazionale, relativi all’andamento del settore nel 2024 e alle previsioni per il 2025. Si segnala una crescita significativa nel comparto delle opere pubbliche (+21%), con un valore complessivo di circa 79.500 milioni di euro. Tuttavia, si osserva anche una flessione altrettanto marcata nel settore della riqualificazione urbana (-22%) che, pur rimanendo un comparto di rilevante entità, vale oltre 91 milioni di euro.
Le nuove costruzioni residenziali registrano una diminuzione del 5,2% (per un valore complessivo di 16.400 milioni di euro), mentre restano sostanzialmente stabili sia le riqualificazioni private degli edifici non residenziali (valore di 30.100 milioni di euro) sia le nuove costruzioni private non residenziali (per un totale di 7.300 milioni di euro).
È un quadro a tinte contrastanti quello che emerge dall’analisi condotta dall’Ufficio Studi dell’ANCE Nazionale sui dati del 2024, che evidenziano comunque una contrazione del settore edilizio del 5,3%.
“Sono dati che non possono non interrogarci e, soprattutto, interrogare chi ha il compito di tracciare a livello governativo la rotta dell’economia del Paese – commenta Luca Fabi, presidente di Ance Lecco Sondrio -. Non parliamo di allarme o crisi, ma di fronte ad una flessione che, per altro, l’Ufficio studi prevede proseguirà anche nel 2025 arrivando al 7%, occorre attivare una serie di misure che impediscano ad un settore che, come ampiamente dimostrato, è trainante per l’intera economia del Paese, di andare in difficoltà”.

“Del resto, l’orizzonte che si delinea sul fronte dei lavori pubblici è determinato dalla scadenza degli investimenti finanziati attraverso il Pnrr – continua Fabi – Mentre sul fronte degli investimenti privati in riqualificazioni sono evidenti le ripercussioni determinate dal venir meno del 110%, che ha per molti aspetti drogato in modo improprio il mercato. Un mercato che, tuttavia, vede comunque una forte domanda di abitazioni e un’altrettanta consistente esigenza di riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente, assolutamente energivoro ed obsoleto, anche in vista della Direttiva comunitaria sulle case green”.
“Serve dunque un programma strutturale di interventi, a cui il Governo ha il dovere e l’interesse di mettere mano – conclude il presidente di ANCE Lecco Sondrio – Se si ferma il nostro settore, abbiamo visto, rischia di rallentare l’intera economia del Paese. L’Italia non può permetterselo. Occorre iniziare a programmare, con un orizzonte a medio-lungo termine, prima che la frenata diventi crisi”.