Artigiani: export in crescita. “Il 2016 sarà un anno positivo”

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LECCO – Numero di imprese in lieve calo ma l’export in crescita fa tirare un sospiro di sollievo agli artigiani lecchesi: è quanto emerge dai dati diffusi giovedì durante la presentazione della Mostra dell’Artigianato che il 29 ottobre riaprirà i battenti a Lariofiere per la sua 43esima edizione (vedi articolo).

A fine 2015, in provincia di Lecco, si contavano 9.009 imprese artigiane, ovvero il 34,0% delle 26.533 imprese totali presenti nel territorio. Aziende in calo, dicevamo, precisamente dell’1%, con 528 nuove iscrizioni e 617 cessate non d’ufficio, il saldo è negativo di 89 unità.

Eppure ci sono settori in controtendenza, in cui operano complessivamente 1.052 aziende del settore (pari all’11,7% dell’artigianato della provincia) che nel 2015 hanno registrato un tasso di crescita del 4,3%. Nello specifico si classificano al primo posto le Attività di supporto per le funzioni d’ufficio e altri servizi di supporto alle imprese ( lo 0,8% dell’artigianato) con un tasso di crescita positivo del +8,8%, seguite dalla Produzione di software, consulenza informatica e attività connesse (lo 0,7%dell’artigianato) con un tasso del +8,8%, dalla Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature (il 2,3% dell’artigianato) con un tasso del +4,7%, dalle Attività di servizi per edifici e paesaggio ( il 4,0% dell’artigianato) con un tasso del +3,7%, dalla Metallurgia (lo 0,3% dell’artigianato) con un tasso del +3,6%, dalle Attività dei servizi di ristorazione (il 2,7% dell’artigianato) con un tasso del +3,4% e dalla Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi ( lo 0,8% dell’artigianato) con un tasso del +1,3%.

Daniele Riva, presidente di Confartigianato Lecco
Daniele Riva, presidente di Confartigianato Lecco

L’export traina la ripresa artigiana: le vendite complessive verso l’estero dei prodotti made in provincia di Lecco, nel corso del 2015, ammontano infatti a 4,1 miliardi di euro, in salita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente del 9,4%. Le vendite sui mercati oltre confine di prodotti manifatturieri che rappresentano la quasi totalità dell’export (il 98,7% % del totale) crescono del 9,0%.

Nel 2015 i primi 3 mercati per maggior quota dell’export manifatturiero lecchese sono: Germania (25,2%), Francia (10,8%) e Stati Uniti (6,4%). Prendendo in esame i primi 20 Paesi per valore delle esportazioni si rileva che nel 2015 cresce di più la domanda di manufatti proveniente da Ungheria (+150,2%), Stati Uniti (+26,7%), Repubblica ceca (+23,5%).

La crescita più accentuata della domanda  (per prodotti il cui valore delle vendite estere pesa più dell’1% sull’export totale) del +20,7% per i Macchinari e apparecchiature che rappresentano il 27,6% dell’export totale, del +12,7% per gli Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi che rappresentano il 3,0% dell’export totale e del +12,3% per i Prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature che rappresentano il 20,4% dell’export totale.

La dinamica delle esportazioni nei settori manifatturieri a più alta concentrazione di MPI con meno di 50 addetti, che in provincia di Lecco rappresentano il 33,9% dell’export manifatturiero e registrano un incremento del 9,1%, principalmente legato all’aumento della domanda estera rilevato nel 2015 rispetto al 2014 per Mobili (+33,4%) e Prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature (+12,3%).

“Non sono mai stato un ottimista ma credo che il 2016 possa essere un anno positivo per l’artigianato – spiega il presidente di Confartigianato Lecco, Daniele Riva – il lavoro, soprattutto nel manifatturiero, oggi non manca e le aziende stanno ottenendo i risultati che attendevano. Il mare resta agitato, è qualcosa a cui dobbiamo abituarci”.

Per il leader degli artigiani lecchesi “il concetto di crisi va superato, parlerei più di una metamorfosi sul mercato che ha costretto anche le nostre imprese ad un rinnovamento – prosegue Riva – molti imprenditori hanno modificato il modo di gestire la propria azienda, si è intrapreso un percorso di innovazione, c’è una maggiore attenzione al cliente e alla qualità dei prodotti e del servizio proposto”.