Aziende in lieve crescita nel lecchese e più contratti di rete

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La Camera di Commercio di Lecco

 

LECCO –  Il tasso di crescita del numero delle imprese lecchesi nel 2016 (+0,2%) registra un leggero miglioramento rispetto al 2015 (+0,1%). Nella nostra provincia sono nate 1.459 nuove imprese (-3,4% rispetto al 2015) e ne sono cessate 1.415 (-3,9%)4, con un saldo positivo: +44 aziende, in leggero miglioramento rispetto alle +38 unità del 2015.

Il focus dell’Osservatorio Economico Provinciale della Camera di Lecco sui dati del Registro Imprese e della banca dati Movimprese evidenzia che al 31 dicembre 2016 le imprese lecchesi erano 26.475 (per un totale di 33.469 localizzazioni): il 4,4% operava nel settore primario; il 34,5% nel secondario (di cui il 17,4% nelle costruzioni); il 23,7% nel commercio, il 37,4% nei servizi. Il saldo è positivo in tutti i settori tranne l’industria (-47 unità il manifatturiero e -6 le costruzioni, contro le -52 e +6 imprese del 2015): agricoltura +36 unità (contro +15); commercio +14 (contro +35); servizi +37 (contro +40).

Oltre un terzo del totale delle imprese provinciali ha sede legale in uno di questi 6 comuni ovvero, in ordine decrescente di grandezza, Lecco, Calolziocorte, Casatenovo, Merate, Mandello Lario, Valmadrera: 9.620 aziende su 26.475.

Quanto alle forme giuridiche, a fine 2016 il 25,8% delle imprese lecchesi si configurava come società di capitale; il 22,2% come società di persone; il 49,7% come impresa individuale; il 2,3% come “altra forma”. In calo le società di persone (Lecco -1,8%; Lombardia, -1,3%;Italia -1,4%), mentre registrano un incremento tutte le restanti forme: società di capitali (Lecco +1,9%; Lombardia +2,5%; Italia +3,7%), imprese individuali (Lecco +0,1%; Lombardia +0,1%; Italia -0,1%) e “altre forme”(Lecco +2%; Lombardia, +1,8%; Italia, +1,5%).

Nel comparto artigiano lecchese rimane negativo il saldo tra iscrizioni di imprese (512, -3% rispetto al 2015) e cessazioni (610, -1,1%) : un calo di 98 imprese, superiore a quello registrato nel 2015 (-89 imprese); il tasso di crescita è passato da -1% a -1,1% . Nonostante il calo, la provincia di Lecco (con quasi 8.900 imprese artigiane registrate a fine 2016) è tuttora la prima in Lombardia per “peso” del settore rispetto al totale delle imprese (33,5%; media lombarda 26,2%; media italiana 22,1%).

A fine 2016 le imprese lecchesi gestite da giovani9 erano il 9% del totale (con un tasso di crescita del +7,6% contro il +10,3% della Lombardia e il +10,2% dell’Italia): Lecco è all’ottavo posto in Lombardia, preceduta da Lodi, Pavia, Cremona, Bergamo, Brescia, Sondrio e Varese.

Alla stessa data le imprese lecchesi gestite da donne9 erano il 18,9% del totale e registravano un tasso di crescita positivo (+0,9%; Lombardia +1,1%; Italia +1%, cfr. tab 13 e 14). Anche per quota di imprese “rosa” Lecco è in ottava posizione in Lombardia, preceduta da Sondrio, Pavia, Mantova, Cremona, Brescia, Varese e Bergamo.

Daniele Riva, presidente della Camera di Commercio

Le aziende gestite da stranieri erano il 7,1%, dato che pone Lecco al penultimo posto nella graduatoria delle province lombarde (precede solo Sondrio), con un tasso di crescita inferiore a quello regionale e nazionale (+3,9% a Lecco; +4,7% in Lombardia e il +4,1%in Italia).

Crescono anche i contratti di rete: “Al 3 gennaio 2017 sono 60 i contratti di rete registrati presso la Camera lecchese, con ben 244 aziende coinvolte : 9,2 ogni 1.000 imprese registrate, a fronte della media lombarda di 3 e italiana di 2,8; la nostra provincia è al primo posto assoluto nella classifica nazionale”. Il presidente  della Camera di Commercio, Daniele Riva commenta con favore i risultati della periodica analisi dell’Osservatorio Economico Provinciale camerale su dati Infocamere:

“Rispetto a gennaio 2016 il numero dei contratti è cresciuto del 7,1% (da 56 a 60), mentre le imprese coinvolte sono più che raddoppiate, registrando la crescita più elevata in Lombardia (+106,8%). Nello specifico, il 10,7% delle imprese locali coinvolte era attivo nel settore primario, il 40,6% nel secondario (di cui il 10,7% nelle costruzioni) e il 48,7% nel terziario (di cui il 14% nel commercio). Il 39,3% era in forma di società di capitale; il 20,1% di persone; il 37,7% era una ditta individuale e il 2,9% aveva altre forme”.