“Bar e ristoranti non sono l’El Dorado”: intervista a Caterisano presidente Fipe

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Marco Caterisano (FIPE Confcommercio)
Marco Caterisano

LECCO – Marco Caterisano è stato da pochi giorni riconfermato alla guida della Fipe Confcommercio Lecco (Federazione Italiana Pubblici Esercizi), bar e ristoranti e locali da ballo, associazione che vanta oltre 800 associati in tutta la provincia. Un incarico, il suo, che si affianca a quelli di consigliere nella Giunta di Confcommercio Lecco e nella Camera di Commercio di Lecco, oltre ad essere, in ambito professionale, titolare del bar “Il Caffè” di piazza Cermenati.

Lo abbiamo incontrato per un’intervista a tutto tondo.

Caterisano, la scelta di aprire un bar o un ristorante quale alternativa professionale in questi anni segnati dalla crisi, è stata una risposta professionale di molti. Complici sicuramente le liberalizzazioni, ma forse ancor più l’idea che simili attività siano garanzia di guadagni. Una sorta di El Dorado. E’ così? Bar e ristoranti sono ‘miniere d’oro’?
“Assolutamente no. Iniziamo, col dire che il periodo per le nostre attività, come per molte altre, è tutt’ora incerto e i segnali di ripresa sono veramente timidi. Ci portiamo sulle spalle il problema delle liberalizzazioni che non hanno risollevato il mercato creando invece un mercato ‘malato’ il quale ha portato con sé il risultato di avere molte attività in crisi. L’idea del bar o del ristorante come professione facile e remunerativa è un miraggio. Per queste professioni servono esperienza e molta preparazione. Basta guardare i dati nazionali di Confcommercio: negli ultimi anni il bilancio annuale delle nuove aperture e delle chiusure presenta un saldo negativo di circa 3mila unità con una vita media delle nuove aperture che si aggira intorno ai 2 anni”.

La situazione lecchese qual è?
“La situazione è stabile, anzi, oserei dire in stallo. La gente spende in modo molto oculato e, sul fronte turistico, nonostante si registri un incremento, da parte delle nostre attività non vi sono miglioramenti significativi”.


Quali sono i principali problemi che affliggono le vostre attività?

“La burocrazia in primis. Negli ultimi due o tre anni con l’Amministrazione Comunale di Lecco siamo riusciti a smussare qualche angolo, ma serve molto di più. Per esempio, manca ancora un regolamento per l’occupazione del suolo pubblico. A tal proposito Fipe Lecco è arrivata persino a presentare una bozza di regolamento che non è stata presa in considerazione. Necessitiamo di un regolamento chiaro ed efficace che permetta di dirimere tutte le problematiche e le controversie che si presentano puntualmente ogni estate.
Un altro problema, riguarda la concessione di serate musicali dal vivo. Basti pensare che un’attività che insiste sul Comune di Lecco ha il permesso di organizzare una sola serata di musica dal vivo al mese, con il vincolo di presentare la richiesta un mese prima dell’evento. E’ evidente che questa rigidità cozza contro un’idea di una Lecco città turistica. Certo, la questione non si limita a questo, ma è un esempio di come nei fatti si agisce in direzione opposta rispetto a come si dovrebbe fare. Su questo aspetto, abbiamo sollecitato l’Amministrazione comunale di Lecco a prendere in considerazione una rivalutazione della zonizzazione acustica per evitare pessime figure, come è successo la scorsa estate, quando è stato annullato il Jazz Festival in piazza XX Settembre organizzato e già pagato da quattro locali del centro. Evento annullato a causa di uno sforamento lieve dei decibel.
Di ben altro aspetto infine, il problema di accesso al credito con le banche, sempre rigide e poco collaborative. Di contro, non posso che lodare il lavoro svolto dal Fondo di Garanzia di Confcommercio che ha aiutato molte realtà imprenditoriali”.

Qualche nota positiva?
“Il lavoro di Fipe ha portato anche a risultati concreti. Uno di questi, è  stato il miglioramento della raccolta rifiuti. Sappiamo che ci sono ancora margini di miglioramento, ma oggi possiamo dire di avere un servizio adeguato. Per il resto, aspettiamo il nuovo bando al fine di ottenere un servizio ancor più efficace.
Abbiamo inoltre puntato i riflettori su un maggior rispetto del decoro urbano e abbiamo spinto nella lotta all’abusivismo in cui Fipe si è sempre spesa in prima fila. Ci sono comunque ancora margini di miglioramento.
Sul fronte delle iniziative, abbiamo creato la rassegna gastronomica RistoBrianza che poi si è allargata a tutto il territorio in occasione di Expo. E ancora, già con l’ex presidente Peppino Ciresa e ora con l’attuale presidente Antonio Peccati, Confcommercio Lecco hanno contribuito ad aumentare il numero di corse dei battelli durante il periodo estivo dando un segnale concreto e mostrando le opportunità che arrivano da un incremento della navigazione sul nostro ramo”.

Abbiamo accennato all’aspetto turistico. Cosa manca a Lecco per poter diventare attrattiva?
“Manca molto. Mancano infrastrutture, mancano politiche ‘aggressive’ che favoriscano gli investitori. Manca e serve un porto, strutture alberghiere ed attrazioni ben organizzate. Per fare questo serve in primis un tavolo di regia che ponga obiettivi e progetti a lungo termine. Dovremmo partire da una domanda: che tipo di turismo e che tipo di turisti vogliamo a Lecco? E successivamente, che cosa possiamo e vogliamo offrirgli? Per trovare le giuste risposte ci vuole progettualità a lungo termine. In questa direzione, la presidenza Peccati sta lanciando tre bandi per la riqualificazione di tre zone: lungolago, Erna e Piani Resinelli”.

Lungolago: tocchiamo un argomento spinoso che ha sempre visto Fipe, e più in generale Confcommercio, contraria alla sua chiusura. Cosa ne pensa al riguardo?
“Continuiamo ad essere contrari alla sua chiusura per come stanno le cose. Se e quando arriveranno interventi strutturali significativi, a partire da una riqualificazione del lungolago, dalla realizzazione del porto e da una segnaletica adeguata dei parcheggi del centro, allora saremo pronti a sederci a un tavolo per ridiscutere anche la nostra posizione. Sulla questione della segnalazione dei parcheggi abbiamo chiesto da tempo una miglioria al Comune che ancora non si è mosso. Un’idea, sarebbe quella di segnalare, già lungo la Statale 36 con l’ausilio dei pannelli a messaggio variabile, la chiusura del centro di Lecco e, come uscita obbligatoria, quella del ‘Bennet’, tanto per capirci, e da lì accompagnare gli automobilisti verso i parcheggi a ridosso del lago, con una segnaletica chiara e puntuale come avviene nelle più importanti città turistiche. Senza questi interventi, l’idea di una chiusura definitiva del lungolago è inaccettabile”.

Guardando al suo nuovo mandato, quali obiettivi si pone?
“Intanto, come Confcommercio, su spinta del presidente Peccati, condivideremo a pieno l’ambizioso progetto dell’Università del Turismo, perché solo con persone preparate e altamente specializzate riusciremo davvero a trasformare la nostra città e il nostro territorio in una meta turistica.
Come Fipe Lecco invece, stiamo lavorando alla creazione di un portale internet innovativo, rivolto al nostro settore e dedicato al mondo del lavoro.
Fipe, cercherà inoltre di essere sempre più presente sul territorio, dando vita a consigli allargati agli associati e non limitati ai soli consiglieri, organizzando anche incontri con i presidenti delle cinque zone provinciali (Merate, Lecco, Alto Lago, Valsassina e Valle San Martino). Insomma, c’è molta carne al fuoco e c’è molto da fare. Auspico, nel corso di questo mio secondo mandato, di riuscire, grazie alle diverse collaborazioni sul territorio, a migliorare la qualità del nostro lavoro che, ricordiamo, ha un riflesso diretto sulla clientela, aspetto quest’ultimo che non dobbiamo mai dimenticare”.