Bilanci d’Acciaio: più affari per il settore ma Germania e dazi preoccupano

Tempo di lettura: 5 minuti

Presentato a Lecco il rapporto di Siderweb sulla stato della filiera delle trafilerie

Miglioramento nel biennio 2016-18, si temono effetti per il rallentamento della Germania

LECCO – Si è tenuto oggi “Vergella e filo: analisi del settore ed evoluzione tecnica”, il convegno organizzato da Siderweb, in collaborazione con Camera di Commercio di Como-Lecco, Lariodesk e Distretto Metalmeccanico Lecchese.

Come ormai da tradizione, l’appuntamento ha offerto un focus dettagliato sull’andamento economico-finanziario delle trafilerie italiane, filiera che va dalla produzione di filo all’utilizzo dello stesso filo trasformato, e un’analisi approfondita della situazione attuale e delle innovazioni del comparto in atto.

Il pomeriggio di lavori rappresenta la seconda tappa di Bilanci d’Acciaio 2019, il progetto che ormai da undici edizioni fotografa puntualmente la situazione reddituale, finanziaria e patrimoniale delle imprese siderurgiche nazionali, attraverso la lettura e l’interpretazione dei dati dei bilanci di esercizio 2018. Dopo la presentazione nazionale della ricerca, che si è svolta a Brescia lo scorso 31 ottobre, i prossimi appuntamenti saranno dedicati all’analisi dei risultati e delle prospettive per la siderurgia del centro-sud (Bari, 29 novembre) e per il Triveneto (Venezia Marghera, 4 dicembre).

“La filiera delle trafilerie, che ha un forte radicamento nel territorio lecchese, nonostante la situazione congiunturale instabile, ha visto un triennio positivo – ha dichiarato Emanuele Morandi, presidente di siderweb –  I dati lo confermano come il comparto italiano più stabile dal punto di vista di fatturato, redditività e solidità. Ma non solo. Testimoniano soprattutto la dinamicità delle imprese della filiera, in particolar modo di mollifici e viterie e bullonerie, caratteristica fondamentale per le aziende, soprattutto in tempi difficili come quello che sta vivendo la siderurgia”.

“Le imprese metalmeccaniche lariane sono oltre 4.300 e rappresentano il 6,7% del totale nazionale (186.660) con un’incidenza per Como del 5,1% (al 20° posto nella classifica nazionale) e per Lecco del 9,5% (posizionandola al vertice del podio)” ha dichiarato il presidente della Camera di Commercio di Como-Lecco, Marco Galimberti

“Una realtà che mantiene elevate performance sui livelli dell’export – il metalmeccanico infatti rappresenta il 51,8% del totale delle nostre esportazioni – ma che oggi, più che mai, si interroga sul proprio futuro, a partire dalle fonti di approvvigionamento. Di sicuro l’attualità ha riflessi diretti e immediati sull’intero settore ed è davvero importante poter contare su momenti di confronto come quello di oggi proposto da siderweb per poter cogliere le traiettorie di sviluppo, le minacce e le opportunità del comparto, oltre che per fare sistema”

LA SITUAZIONE CONGIUNTURALE

Dopo i saluti introduttivi di Emanuele Morandi (presidente siderweb), Giovanni Abati (direttore territoriale di Lecco e Como UBI Banca) e di Marco Galimberti (presidente Camera di Commercio di Como-Lecco), la parola è passata agli analisti. Pio De Gregorio, responsabile Industry Trend e Benchmarking Analysis di UBI Banca, ha illustrato la situazione congiunturale, sottolineando come la frenata del commercio internazionale e la contrazione della Germania sono tra le cause principali del rallentamento dell’area euro, che potrebbero avere ripercussioni anche sull’Italia.

Guardando alle attese del breve-medio periodo, invece, il fattore chiave, secondo il rappresentante di UBI Banca, “sarà l’evoluzione dei rapporti tra USA e Cina, in quanto la guerra commerciale ha tagliato dello 0,7% la crescita mondiale del 2019 e ridotto almeno dello 0,3% quella del 2020”.

TRAFILERIE: I RISULTATI ECONOMICI 2016-2018

I dati, estratti dalla ricerca “Bilanci d’Acciaio 2019” e presentati da Stefano Ferrari, responsabile Ufficio Studi siderweb, comprendono un campione di 72 aziende che lavorano barre e vergella.

Nel triennio preso in esame, il giro d’affari è nettamente aumentato, passando da 1,77 miliardi di euro nel 2016 a 2,405 miliardi di euro nel 2018, con un aumento a doppia cifra sia nel 2017 sia nel 2018 (rispettivamente +19,3% e +13,8%), sicuramente non esclusivamente dipendente dalla crescita dei prezzi medi annui. Nello stesso periodo di riferimento, la redditività industriale (Ebitda) è passata da 8,3% a 8,4%, mentre l’Ebit sale dal 3,9% al 5,1% e l’utile netto dal 2% al 3,4% del fatturato.

“Analizzando nel dettaglio il campione si possono riscontrare due set diversi di comportamento – ha spiegato Ferrari -. Le imprese multiprodotto e specializzate nell’inox vedono, per la maggioranza delle variabili analizzate, un continuo miglioramento tra il 2016 ed il 2018, mentre gli acciai comuni e gli acciai speciali hanno avuto una performance migliore nel 2017, con risultati in leggero calo per gli speciali ed in netto calo per i comuni. In termini di valori percentuali, i valori maggiori sono per l’inox, seguito dagli speciali, dai comuni e dai multiprodotto”.

LA FILIERA DEL FILO D’ACCIAIO

La crescita del fatturato, che ha contraddistinto la filiera del filo nell’ultimo triennio, non è stata però omogenea in tutti i sotto insieme analizzati. Gli acciai comuni scendono, come quota di mercato, dal 21% al 20% nonostante un aumento del fatturato del 29%, mentre gli acciai speciali, nonostante un calo dal 39,6% al 37,3%, rimangono comunque il settore con più fatturato, che ha sfiorato i 900 milioni nel 2018.

Di contro, gli acciai inox salgono dal 32,6% al 35,% passando da un fatturato di 700 milioni ad uno di 840 milioni di euro, mentre i multiprodotto, seppur con un incremento del 51% nel triennio rimangono confinati ad una quota di mercato del 7,6%.

“Anche nel 2018, come già negli scorsi anni – ha sottolineato Ferrari – mollifici e viterie e bullonerie sono le star della filiera, con andamento del fatturato in crescita, redditività stabile ma su alti livelli ed una solidità ottima.  Sul versante dei produttori di vergella, invece, il punto debole pare la redditività della gestione industriale, sotto la media. Le trafilerie invece vedono qualche ombra, pur in una situazione nel complesso positiva. Da segnalare, infine, che se il paragone tra 2016 e 2018 è pressoché sempre positivo, i confronti con il 2017 invece mostrano qualche scricchiolio”.

OUTLOOK DEI PREZZI DELLE MATERIE PRIME

L’analisi condotta da Achille Fornasini, Partner e Chief Analyst di siderweb sull’andamento generale dei prezzi della filiera siderurgica lascia presagire l’avvio di una “moderata dinamica ascendente”.

Il minerale di ferro, “dopo i picchi registrati a giugno, sta vivendo una fase di drastico ridimensionamento dei prezzi, che precipitano a -33% approssimandosi ai livelli di gennaio – ha commentato Fornasini -. Un movimento che sta tuttavia rallentando, così come i prezzi del carbone da coke che, dopo l’ininterrotta caduta durata nove mesi, stanno ora consolidandosi lateralmente”.

In controtendenza, invece, il rottame turco, che, dopo la fase di ribasso durata fino agli inizi di ottobre, ha reagito con un rialzo del 15,5%. “Raffrontando i prezzi internazionali con la media dei rottami nazionali rilevata da siderweb – ha proseguito Fornasini -, si conferma l’alta concordanza evolutiva: a seguito della discesa dai massimi dello scorso anno (-34,3%) segue infatti un’analoga reazione (+7,9%) che lascia presagire il proseguimento della ripresa dei prezzi”.

In conclusione, l’analisi delle quotazioni della vergella da trafila rileva una frenata della caduta che ha caratterizzato il terzo trimestre dello scorso anno, così come quella dei prezzi del filo di acciaio al carbonio e del filo fosfatato patentato in piombo. Il recupero di ottobre lascia presagire l’avvio di una moderata dinamica ascendente.