Calolzio: trafilerie fallite. Delusione per lavoratori e sindacati

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Trafilerie Brambilla - sindacati (4)CALOLZIO – Si ritroveranno questa mattina gli operai delle ex Trafilerie Brambilla in una riunione convocata all’indomani del fallimento della fabbrica dichiarato dal giudice. Dovranno fare il punto con i sindacati e capire quali prospettive ci sono ora in serbo per loro.

Tutto starà alle decisioni del curatore fallimentare nominato dal Tribunale, Luigi Bolis: “Lo incontreremo mercoledì – fa sapere il segretario della Fiom di Lecco, Diego Riva – chiederemo un periodo di cassa integrazione straordinaria per mettere in sicurezza i lavoratori. Dopodiché dovremo capire quale soluzione verrà scelta, se affittare o mettere in vendita l’azienda, oppure avviare un periodo di esercizio provvisorio”.

La proposta del gruppo turco Celik Halat, gli unici ad aver palesato il proprio interesse per l’acquisto della fabbrica calolziese, ci sarebbe ancora sul tavolo secondo il segretario dei metalmeccanici della Cgil. “Fino a venerdì ci è stato confermato il loro interesse – fa sapere Riva – ora aspettiamo di leggere il decreto fallimentare per conoscere le motivazioni che hanno spinto il giudice a dichiarare il fallimento”.

A criticare la scelta del giudice, nel frattempo, è il segretario lecchese della Uilm , Enrico Azzaro: “Una decisione che va è l’esatto contrario di quello che si aspettavano i lavoratori visto la disponibilità di gran parte di loro a fare sacrifici in termini economici. Purtroppo è troppo tardi fare considerazioni e discussioni, dico solo, per quanto mi riguarda è per quel che rappresento, che dinanzi ad aziende con situazioni di equilibrio finanziario fallimentare i margini di trattativa sono sempre più esigui e questo punto non può e deve sfuggire. Se non c’è l’azienda non c’è prospettiva per nessuno, tanto meno per chi è stato considerato esubero strutturale. Difendere il lavoro e’ difficile quanto crearlo, questa è la condizione del nostro paese, più o meno accentuata ma è’ questa. A riguardo della Trafileria e delle possibili vie, oltre il nulla, vedo solo, ‘tempi tecnici permettendo’ un rientro in carreggiata. Sarebbe una sconfitta per tutti, avendo una manifestazione di interesse industriale si buttasse tutto alle ortiche”.

Grande è l’amarezza tra i lavoratori, la maggior parte dei quali pare non si aspettasse quest’ultimo sviluppo: “C’era un offerta, avevamo accettato le condizioni seppur al ribasso, non riusciamo a capire perché non è stato concesso ulteriore tempo per concludere le trattative – spiega Silvia Cremonini, da 17 anni impiegata alle Trafilerie – speriamo si trovi ora una soluzione per salvare il lavoro perché non sono tempi facili e a 50 anni, è il caso di molti, dove la si trova una nuova collocazione? La proprietà – prosegue la lavoratrice- ha fatto il possibile, ora speriamo che qualcuno si metta la mano sul cuore”.