Camera di Commercio. “La minoranza torni in consiglio”

Tempo di lettura: 4 minuti
Vico Valassi, presidente della Camera di Commercio
Vico Valassi, presidente della Camera di Commercio
Vico Valassi, presidente della Camera di Commercio

LECCO – “Dopo che il Tar della Lombardia non ha accolto (il 9 settembre) l’istanza di sospensione che accompagnava il ricorso di alcuni dei Consiglieri di minoranza e ha fissato un’udienza di merito a gennaio (27 gennaio 2016) ci si doveva aspettare, per rispetto e rigore, che tutti i Consiglieri riprendessero le attività di gestione nell’interesse superiore dell’Ente e del tessuto economico-produttivo lecchese, rispettando in primo luogo il volere della Magistratura”.

Il richiamo arriva con una nota dell’ente camerale guidato da Vico Valassi, una rielezione contestata da Confindustria e Confcommercio che avevano sostenuto la candidatura del leader degli industriali, Giovanni Maggi. Dopo l’ennesima seduta consiliare disertata dalla minoranza, arriva la “strigliata” da parte dell’ente:

“Avrebbero dimostrato – presentandosi alle sedute – che lo spirito di parte e la volontà di rivincita quando si è amministratori pubblici devono essere posti in secondo piano rispetto alle esigenze generali. Purtroppo abbiamo constatato che questa sensibilità è a tutt’oggi mancata e le sei sedute di Consiglio che si sono succedute da luglio a questa parte hanno registrato la presenza di dodici Consiglieri, su un Consiglio di ventitré componenti, tranne quella dello scorso 5 ottobre che ha visto la partecipazione di quindici Consiglieri”.

Le assenze alle sedute dei Consiglieri della minoranza, si legge nella nota , “si sono accompagnate a modalità poco consone alle norme e alle buone prassi consolidate (lettere e/o dichiarazioni di tono intimidatorio pervenute nel giorno stesso della seduta o pochi minuti prima dell’inizio lavori, per lo più basate su presupposti giuridici del tutto fantasiosi e privi di alcuna consistenza)”.

“Per quanto ci riguarda – prosegue il comunicato – non intendiamo venir meno ai nostri doveri di pubblici amministratori e attendiamo fiduciosi il pronunciamento di merito del Tribunale che siamo convinti valuterà serenamente gli argomenti che il difensore dell’Ente ha già sviluppato a sostegno della piena legittimità degli atti assunti. Fino ad allora quindi siamo ben decisi ad assumere gli atti e gli indirizzi di programmazione che sono propri della competenza degli Organi dell’Ente e che a maggior ragione un nuovo Consiglio deve assumere con una proiezione triennale”.

“Su questa previsione temporale è oggi difficile poter contare perché invece deve prevalere, così come prevale nei Consiglieri partecipanti, la consapevolezza che la programmazione 2016 per l’Ente camerale lecchese è fondamentale, sia sul piano economico, in quanto le risorse (entrate da diritto annuale) sono ridotte del 40% per volontà legislativa, sia perché siamo alla vigilia della piena attuazione della Riforma della P.A., per altro in vigore dal 28 agosto 2015, che all’art. 10 impone il riordino delle Camere di Commercio con la conseguente ridefinizione delle circoscrizioni territoriali. E’ con questa consapevolezza e con questa responsabilità che i Consiglieri partecipanti all’interno del Consiglio camerale, sotto la guida del Presidente eletto, operano sapendo anche che è sempre più urgente affrontare il dialogo e il confronto dentro e fuori la Camera; soprattutto, con quelle realtà vicine nel solo tentativo di non svilire il lavoro istituzionale svolto negli scorsi anni dall’Ente o, peggio, di non lasciare ad altri la decisione sulle sorti dell’Ente stesso. In nessun caso gli stessi Consiglieri hanno ad oggi assunto atti di straordinaria amministrazione a testimonianza dell’impegno e della volontà di riaprire il dialogo per affrontare le problematiche con tutte le espressioni che compongono il Consiglio camerale nominato dalla Regione con atto del 24 giugno 2015″.

“C’è un passaggio molto chiaro nell’art. 10 della Legge di Riforma della P.A. sul quale tutti i Consiglieri devono concentrare la loro attenzione e i loro sforzi soprattutto nella prospettiva di accorpamento individuando “criteri che garantiscano la rappresentanza equilibrata negli organi camerali delle basi associative delle camere di commercio accorpate, favorendo il mantenimento dei servizi sul territorio” (art. 10, punto f, L. 124/2015). Questo è possibile attuarlo se vi è una convergenza di indirizzo e di azioni tra gli Amministratori portatori delle istanze e dei bisogni del mondo delle imprese, spetta poi alle competenze della struttura, dell’organizzazione dell’Ente saper rendere concreti e attuare questi indirizzi ed azioni.  La Camera di Commercio di Lecco, al pari delle altre Camere, o meglio dell’intero sistema camerale italiano, sta affrontando e deve affrontare un delicato momento di trasformazione e di riorganizzazione, è dunque necessario non far mancare l’operatività e quella lungimiranza, in termini di indirizzo politico-istituzionale, che ha saputo esprimere, grazie anche all’apporto dell’intera struttura amministrativa, affinché non venga indebolito il suo ruolo e il confronto con le altre realtà nell’imminente processo di riordino”.