Cisl. “Crolla la cassa, ma il posto di lavoro è più a rischio”

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CISL – Norberto Landolfi, Giovanni Gianola, Rita Pavan, Rachele Penati, Francesco Di Gaetano

LECCO – Cassa integrazione in diminuzione, stabili le domande di disoccupazione e mobilità, aumenta l’uso dei voucher, più inoccupati tra le donne e il rischio che le nuove regole sugli ammortizzatori sociali portino in futuro ad incrementare le fila dei senza impiego: è un quadro chiaro scuro quello emerge dall’analisi della Cisl di Lecco rispetto alla situazione del mercato del lavoro in provincia.

Il tasso di disoccupazione nel lecchese è sceso ulteriormente nel 2015: l’ultimo dato lo stima al 6,18, in totale 9690 persone senza lavoro, contro il 7,34% del 2014, quando erano oltre 11,5 mila gli inoccupati, e l’8,34% del 2013, oltre 12,4 mila disoccupati.

Se il calo più evidente tra gli inoccupati si è registrato tra gli uomini (da 5.775 del 2014 agli attuali 4.541), meno forte è stata la riduzione del tasso di lavoratrici disoccupate, rimaste oltre le 5,1 mila (erano 5.784 nel 2014). “Le donne risultano avere anche stipendi più bassi rispetto agli uomini, nella fascia di reddito sotto i 500 euro, il 68% sono lavoratrici, sopra i 3 mila euro non arrivano nemmeno all’8%” spiega la neosegretaria di Cisl Lecco-Monza Brianza, Rita Pavan.

La segretaria Cisl, Rita Pavan
La segretaria Cisl, Rita Pavan

La maggior parte dei lavoratori (87 mila) è impiegato nel settore dei servizi, segue per numero di addetti l’industria (47,4 mila), il settore delle costruzioni (10,6 mila) e infine nell’agricoltura (1,4 mila). In tutto oltre 147 mila lavoratori di cui 86,3 mila uomini e 60,8 mila donne.
Lo scorso anno, la cassa integrazione ha conosciuto nel complesso un decremento consistente: -31,8% per l’ordinaria (3.386,4 ore autorizzate), -33,6% per la straordinaria (4.519,8 ore autorizzate) e -71,7% per la cassa in deroga (533 ore autorizzate). “La caduta della cassa integrazione in deroga è dovuta all’esaurimento di questo ammortizzatore sociale” precisa il segretario Cisl.

“Presumiamo un ulteriore crollo della cassa integrazione per il 2016, c’è chi festeggerà ma non si tratta di un dato esclusivamente positivo – sottolinea Giovanni Gianola, segretario dei metalmeccanici – il calo è dovuto finora alla scomparsa di alcune aziende in crisi e quest’anno le procedure per ottenere l’ammortizzatore sono diventate più complesse e restrittive. Lo abbiamo già visto con Konig e Tubettificio, dove, fino al 2015, sarebbe stato possibile ottenere la cassa straordinaria, il jobs act oggi lo impedisce e il risultato è stato il licenziamento dei lavoratori”.
“Il timore è che, – prosegue Gianola – non avendo strumenti del passato a disposizione, le aziende in crisi accelerino sull’espulsione dei dipendenti, quindi di dover assistere a nuovi licenziamenti. Solo alla Konig e al Tubettificio sono state lasciate a casa in un colpo 210 persone. Nel frattempo non sono ancora partite le politiche attive per agevolare il ricollocamento di chi perde il posto di lavoro”.

Infine un dato relativo ai pensionamenti che, dopo una contrazione tra il 2013 e il 2014 dovuta alla riforma Fornero, tornano a crescere: nel 2015 sono state accolte 874 pensioni di vecchiaia (erano 676 nel 2014) e 1677 per anzianità contributiva (erano 816 nel 2014); in aumento anche le pensioni di invalidità, in tutto 261 (erano 229 nel 2014) e quelle di reversibilità (1274 contro le 1119 del 2014). “L’importo medio dell’indennità nel lecchese per i pensionati maschi è di circa 1624 euro – spiega Rachele Penati della FNP Cisl – per le donne raggiunge appena i 730 euro”.