CISL: “Le vertenze? Ormai solo quando si perde il posto di lavoro”

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LECCO – “Il 2015, l’anno che doveva segnare la ripresa economica, è stato invece estremamente complesso dal punto di vista dell’assistenza individuale”. Mario Todeschini, responsabile organizzativo della Cisl Monza- Lecco, illustra il bilancio dell’attività dell’Ufficio vertenze del sindacato, insieme al suo responsabile, Stefano Goi.

Nei 12 mesi dello scorso anno sono state ben 811 le procedure seguite dagli uffici della Cisl sul territorio lecchese e brianzolo, un dato in aumento rispetto al 2014, quando si è assistito ad un calo nelle pratiche (637), ma tendenzialmente in linea con gli anni passati.
Quello che è cambiato, come spiegano i sindacalisti, è la tipologia di vertenza: “Se in passato i lavoratori aprivano una procedura per situazioni legate alle condizioni lavorative, oggi è grande la paura di perdere il posto, quindi c’è più timore ad esporsi e spesso la vertenza viene effettuata solo dopo la perdita dell’impiego – ha spiegato Todeschini – A crescere in questi anni sono state soprattutto le richieste per ottenere quanto dovuto da aziende fallite”.

Infatti, i procedimenti più frequenti nel 2015 hanno riguardato il recupero crediti (520) e l’opposizione al licenziamento (158), un trend che ha accompagnato tutto questo periodo di crisi economica.

Contenziosi che, al contrario del passato, quando i procedimenti si aprivano soprattutto in aziende di grandi dimensioni, oggi coinvolgono sempre più imprese medio piccole, legate nell’ultimo periodo da difficoltà economiche e chiusure. Le vertenze riguardanti i fallimenti nel lecchese sono state 72, a queste si sommano 208 vertenze individuali e 15 collettive, per un totale di 436 lavoratori coinvolti.

Mario Todeschini, responsabile organizzativo della Cisl Monza- Lecco
Mario Todeschini, responsabile organizzativo della Cisl Monza- Lecco

Le categorie più interessate per numero di vertenze sono quelle del commercio (264 tra Lecco e Monza, 38,48%) seguite dal settore meccanico (150 / 21,87%) e da quello edile e del legno (112 / 16,33%).

La paura di perdere l’impiego non è l’unico fattore che sta influenzando i lavoratori nella scelta di non denunciare i problemi in azienda: “A pesare – prosegue Todeschini – è anche l’introduzione di riforme del mercato del lavoro, il Job Acts e la modifica dell’articolo 18. I tempi determinati e le collaborazioni, con un colpo di spugna, si sono viste applicare una sanatoria che ha reso impossibile rivendicare una stabilizzazione del lavoro irregolare. Inoltre, le spese di giustizia introdotte a carico del lavoratore hanno scoraggiato molti e li ha indotti non ricorrere alla magistratura, anche per recuperare un credito insoluto”.

Mario Todeschini e Stefano Goi, direttore dell'ufficio vertenze della Cisl
Mario Todeschini e Stefano Goi, direttore dell’ufficio vertenze della Cisl

Le vertenze per regolarizzare il proprio rapporto di lavoro (83 su entrambe le province) sono al terzo posto per numero di procedimenti aperti dall’ufficio della Cisl: “Il lavoro nero è una delle irregolarità che riscontriamo sul territorio e non è semplice dimostrare di fronte ad un giudice – ha sottolineato Goi – servono testimoni per affermare la presenza di quel lavoratore in azienda, non è scontato, visto il timore di subire ripercussioni personali. Anche i voucher sono utilizzati per coprire lavoratori in nero: lasciati in un cassetto, vengono rispolverati in caso di controlli per giustificare l’impiego occasionale, anche quando non lo è, di quel lavoratore”.

Nonostante tutto, il 2015 si è chiuso con 12 milioni di euro recuperati nei procedimenti giudiziari dall’ufficio vertenze della Cisl, dei quali circa 5 milioni solo per i lavoratori lecchesi.