Confcommercio. “I voucher erano necessari, ora serve un’alternativa”

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Antonio Peccati, presidente Confcommercio
Antonio Peccati, presidente di Confcommercio Lecco

LECCO – Dare una risposta immediata, certa ed efficace al vuoto che si è creato con l’abolizione dei voucher.  A lanciare il messaggio, che riprende quello ribadito a livello nazionale da Confcommercio Imprese per l’Italia, è il presidente di Confcommercio Lecco, Antonio Peccati.

Su questo tema il presidente era già intervenuto anche durante l’assemblea ordinaria dell’associazione lo scorso 13 aprile, definendo “un errore imperdonabile” la cancellazione dei voucher “che erano lo strumento più idoneo a coprire prestazioni saltuarie ed occasionali anche nelle imprese con dipendenti”. Ora, mentre il dibattito pare essere arrivato al momento decisivo, il presidente Peccati indica la linea da seguire:

“Come giustamente ribadito anche a livello nazionale da Concommercio, le imprese associate si aspettano una risposta efficace in grado di colmare il vuoto creatosi con l’abolizione dei voucher. Oggi, dopo la loro eliminazione, non si trova un’adeguata alternativa in grado di consentire alle imprese del commercio, del turismo e dei servizi di operare legalmente con semplicità. L’errore di fondo è evidente, ovvero pensare che cancellare i voucher avrebbe portato automaticamente, e in modo quasi magico, all’eliminazione delle attività occasionali per cui era utilizzato. Invece queste attività restano ben presenti nelle imprese ed è per queste che serve una riposta immediata, certa ed efficace, L’alternativa ai voucher sono il non lavoro o il lavoro in nero! E il Paese non può permettersi nè l’una nè l’altra cosa”. E prosegue: “A chi credeva e crede tuttora che i voucher siano uno spreco, vorrei ricordare invece che sono una necessità, una esigenza concreta e reale. Penso in particolare alle nostre imprese che vivono di stagionalità, che hanno bisogno di flessibilità per fare fronte a picchi di lavori imprevisti, di personale per poche ore e all’ultimo momento. Imprese che chiedono soltanto una alternativa per pagare legittimamente le persone che chiamano”.

Quindi invita il Governo a individuare strumenti non “pasticciati”: “Occorre superare le posizioni ideologiche che stiamo sentendo anche in queste settimane e non farsi prendere da visioni irreali. Chiediamo un nuovo strumento semplice e chiaro, che sia rafforzato nei controlli e con una tracciabilità piena, ma senza inutili vicoli legati al numero di dipendenti dell’impresa. Nello stesso tempo, come ribadito da Confcommercio, occorre superare una volta per tutte l’equivoco di fondo per cui una prestazione occasionale, spesso imprevedibile, debba essere inquadrata in un rapporto di lavoro”.