Confcommercio s’incazza: “No alla chiusura del lungolago”

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LECCO – Eccola la bomba. Confezionata da Confcommercio Lecco, piazzata e fatta esplodere poco prima dell’estate: “Siamo contrari alla chiusura del lungolago nei week end”. Parole che sono come tritolo tanto per restare nel solco della metafora.

Confcommercio punta il dito contro la Giunta comunale, che, con arrivo della bella stagione, pare sia intenzionata a ripetere la chisura del lungolago cittadino il sabato sera e la domenica.

Peppino Ciresa, presidente  dell’associazione di categoria di piazza Garibaldi non ci sta e spara a zero: “Sono totalmente contrario rispetto a questa possibile decisione della Giunta comunale. La gente si attende che le Amministrazioni capiscano la gravità della situazione e di conseguenza attuino politiche di azione che vadano a supporto delle imprese. La chiusura del lungolago per un tratto di 200 metri va invece in direzione contraria rispetto a quello che serve a chi ha un’attività. Ci aspettavamo un altro atteggiamento dall’Amministrazione comunale: i commercianti che sono in piazza sono un’impresa e hanno bisogno di lavorare, non sono enti senza scopo di lucro a cui dire dei no. Bisogna considerare le conseguenze di questa presa di posizione. Sono deluso: ci voleva una sensibilità diversa”.

Il presidente non si ferma qui e aggiunge: “Oggi molti imprenditori, anche del nostro settore, vivono situazioni drammatiche e sono disperati. Che senso ha pensare a una decisione come quella della chiusura che è così penalizzante? E’ una cosa talmente evidente che non capisco come si faccia a non comprenderla. Abbiamo sempre cercato di collaborare col Comune, ma in questo caso è difficile capire la logica che sta dietro a questa presa di posizione: non chiediamo favori, ma ci facciamo sentire con determinazione per tutelare gli interessi della categoria e della città. Purtroppo anche a Lecco sembra di rivedere l’azione del Governo centrale che parla di crescita solo a parole: il Comune invece di dare una mano ai cittadini e a chi fa impresa si perde tra mille orpelli e balzelli, in primis l’Imu e quando deve prendere delle decisioni non ascolta la voce della parte produttiva della città – concludendo – Abbiamo chiesto un incontro al sindaco e alla Giunta per affrontare e approfondire la questione”.

Per Confcommercio la chiusura del lungolago si rivela “una scelta fortemente penalizzante per i commercianti del centro che non tiene conto delle ripetute segnalazioni fatte da Confcommercio e degli inviti a ripensare il provvedimento anche alla luce della sperimentazione del 2011. Una posizione, quella dell’associazione, legata non certo a una pregiudiziale, ma a una convinzione profonda: la chiusura al traffico del lungolago non può essere il punto di partenza per pensare a un rilancio turistico di Lecco, né la base su cui impostare delle strategie. Se si deve arrivare a questa scelta, che comunque va ponderata, servono prima interventi profondi e mirati legati ai parcheggi e alla viabilità, ma anche agli eventi che si intendono proporre in città”.

Duro anche il commento di Alberto Negrini, presidente di Confcommercio Zona Lecco: “Questa chiusura paventata del lungolago crea ostacoli a chi ha attività in centro. Ben venga che Lecco abbia deciso di investire sul turismo, ma non è prendendosela con i negozi, che svolgono una funzione fondamentale anche in termini di accoglienza per chi arriva, che si ottengono dei risultati. Nessuno è contrario al lungolago pedonabile, ma oggi è un lusso che non possiamo permetterci! Questa impostazione è contraria al concetto di produttività e ha come conseguenza l’esclusione di chi ha delle attività. Allo stato attuale parcheggi e viabilità non consentono un simile ragionamento: non basta dire chiudiamo la strada e poi si vedrà…. Ecco perché parlerei di ambizione illegittima. E’una scelta che va contro l’interesse dei commercianti e anche della città che rischia di avere negozi chiusi”

Non è da meno quello di Marco Caterisano, presidente della Fipe Confcommercio Lecco: “I bar e i ristoranti sono i principali esercizi che garantiscono servizio continuativo e di qualità per i turisti: l’attrattività di Lecco viene da qui. Chiudere il lungolago vuole dire provocare per il nostro comparto una perdita di fatturato del 25-30%. In un periodo di crisi come questo si tratta di un ulteriore colpo per realtà che fanno fatica e che proprio nel periodo primaverile-estivo hanno il loro momento migliore. E non mi pare secondario nemmeno un altro aspetto: queste scelte rischiano di far perdere posti di lavoro in particolare per i giovani, ma anche di provocare chiusure di alcuni esercizi. Chi adotta queste scelte sappia che deve prendersi anche questa responsabilità…”. Poi continua: “L’anno scorso in occasione della sperimentazione della chiusura del lungolago ci avevano fatto promesse in particolare su parcheggi e viabilità, ma alla prova dei fatti non si è visto nulla di tutto ciò. E’ un provvedimento incomprensibile che crea danno alla città in termini di traffico rallentato, colonne chilometriche e inquinamento ambientale. L’esperienza degli altri anni ci insegna questo: non mi pare un biglietto da visita invitante per Lecco… Queste nostre motivazioni ci paiono inattaccabili, ora aspettiamo che qualcuno in Comune ci spieghi il senso di questa operazione perché davvero non lo comprendiamo”.

Per la Giunta Brivio una vera gatta da pelare priva che arrivi il sol leone…