Confindustria Lecco: “Internazionalizzazione è la parola d’ordine”

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LECCO – Puntare sull’internazionalizzazione per diversificare e incrementare le opportunità di business e guardare in particolare a Paesi emergenti quali il Brasile, la Russia, l’India, la Cina e il Sudafrica, senza tuttavia dimenticare che l’Europa resta un punto di riferimento di fondamentale importanza. E’ questo il messaggio scaturito dal convegno svoltosi lunedì 18 novembre presso la sede di Confindustria Lecco in via Caprera per iniziativa della stessa associazione imprenditoriale.

In uno scenario in cui il mercato nazionale e in generale quello europeo segnano il passo, in effetti, proprio i Paesi caratterizzati da un considerevole sviluppo economico, con una popolazione numerosa, un territorio decisamente vasto e abbondanti risorse naturali possono rappresentare un’importante opportunità anche per le imprese lecchesi.

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Basti dire che, stando alle previsioni, nel 2014 il Pil dovrebbe crescere in tutti i Brics (acronimo utilizzato in economia per riferirsi proprio a nazioni accomunate da determinate caratteristiche, tra cui condizioni economiche in via di sviluppo), con segnali incoraggianti che emergono altresì dai consumi privati, in crescita già nel 2012 dell’8,5% in Cina, del 6,8% in Russia, del 4% in India, del 3,5% in Sudafrica e del 3,1% in Brasile.

Internazionalizzazione è insomma la parola d’ordine, “anche se – come ha ricordato nel suo intervento il presidente di Confindustria Lecco, Giovanni Maggi – ad esempio proprio Cina e India sono anche potenziali competitors”. “L’approccio ai mercati internazionali è un processo che richiede sforzi tutt’altro che trascurabili – ha specificato il presidente – ma è un asset di particolare importanza per le aziende, al punto da diventare una strada sempre più obbligata”.

Maggi non ha mancato di rimarcare come purtroppo l’Italia stia perdendo competitività e non ha risparmiato una stoccata all’Unione Europea, “che – ha detto – avrebbe dovuto creare una protezione maggiore per le nostre imprese”.

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Il presidente non è stato tenero neppure con i nostri europarlamentari. “Siamo stati di recente in missione a Bruxelles – ha affermato – e abbiamo trovato un’Europa italiana non collegata al “sistema Paese”. I nostri europarlamentari sono tra i meno assidui ai lavori e tra l’altro molti di loro non conoscono neppure una lingua straniera”.

Sul senso del convegno “Brics sì, Brics no” si è quindi soffermato Riccardo Riva, consigliere di Confindustria Lecco incaricato per l’internazionalizzazione, il quale ha sottolineato come sia indispensabile creare scenari futuri credibili e osservato che scopo dell’incontro era soprattutto quello di trasferire agli imprenditori informazioni qualificate e approfondimenti utili a orientarsi sui nuovi mercati.

“I Brics possono essere un trampolino di lancio ideale per lo sviluppo internazionale anche delle aziende lecchesi – ha detto Luciano Binda, responsabile di UniCredit per la Lombardia Nord – ma le banche devono aiutare le imprese in una logica di partnership, perché io ho constatato una grande voglia di riscatto da parte delle imprese stesse, che ovviamente da sole non possono fare miracoli”. “In questo senso UniCredit c’è – ha aggiunto – ed è al loro fianco”.

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Prima degli interventi di Angelica Attolico, head of political risk & country analysis di UniCredit, dell’avvocato Eugenio Bettella dello Studio Rodl & Partner e di Pietro Pasqualucci, head of International Center Zao UniCredit Bank, sono state premiate tre aziende lecchesi che si sono distinte per il loro successo in campo internazionale, conseguendo risultati importanti in ambito export e di investimento. A ricevere il “Premio Confindustria Lecco per l’internazionalizzazione”, alla seconda edizione, sono state la “IML Impianti” di Lomagna, la “V.A.R.I. Spa” e la “Finder Pompe” di Merate.

Il convegno si è chiuso con le testimonianze di tre imprenditori che hanno riportato ai numerosi intervenuti le esperienze da loro stessi vissute in ambito Brics e in particolare in Russia. A parlare sono stati Eddy Codega, presidente e amministratore delegato della “Camp” di Premana, Romeo Sozzi (ebanista, designer e anima creativa di “Promemoria Arredamenti”) e Giampiero Dell’Oro della “V.A.R.I. Spa”.

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Sozzi, in particolare, ha ricordato di aver aperto un proprio negozio in Russia nel 2006. “Da qual momento la strada è stata in discesa – ha detto – ma all’inizio ho dovuto superare inevitabili difficoltà”. “Quando si va all’estero – ha aggiunto – è indispensabile innanzitutto conoscere il prodotto, agire con professionalità e aver svolto precedentemente un attento lavoro di ricerca”. “Se dovesse tornare indietro cosa non rifarebbe?”, gli ha chiesto Sebastiano Barisoni, vicedirettore di “Radio 24”, moderatore del convegno. “Rifarei tutto ciò che ho fatto”, ha risposto senza esitazione Sozzi, che ha poi aggiunto: “E cercherei di capire il mio potenziale cliente, perché anche questa è una condizione indispensabile per entrare con successo nei mercati stranieri”.

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