Dicembre “nero” per i licenziamenti, i dati della CGIL

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disoccupazioneLECCO – Se i dati diffusi solo la scorsa settimana dalla Camera di Commercio avevano fatto sperare bene per la ripresa economica nel lecchese, con ordini e produzione in aumento per le aziende del territorio, i dati della Cgil ci ricordano che il baratro è ben altro che superato.

Complessivamente in Lombardia prosegue anche a dicembre la crescita delle ore di cassa integrazione autorizzate (+5,5%) e Lecco, con un totale di 13,8 milioni di ore autorizzate, si conferma tra le province lombarde con più colpite se consideriamo il numero equivalente delle ore in cassa integrazione per occupato (6,70%).

Nella nostra provincia è la cassa straordinaria a crescere (+8,75%) rispetto al dicembre del 2012, mentre è in calo quella ordinaria (-12,08%) ed anche quella in deroga (-28,31%) anche se per quest’ultima, come sottolineato dal sindacato, si tratta di una riduzione formale e dovuta alle ripercussioni sul finanziamento dell’ammortizzatore già subito lo scorso anno.

Nel lecchese prende il colpo più pesante il commercio (+13,83% di ore autorizzate) e gli altri settori (+54,30) ad esclusione di industria, artigianato ed edilizia dove è invece registrata una decrescita. La vera impennata è però su licenziamenti e mobilità con 114 procedure aperte nel dicembre scorso contro le 37 registrate lo stesso mese dell’anno prima (+208,11%) e il confronto tra 2013 e 2012 vede crescere del 56,96% il numero delle persone che hanno perso il posto di lavoro. 

“Rimane forte la preoccupazione, i numeri non fanno intravedere un’inversione di tendenza – spiega dalla Cgil lecchese, il segretario Wolfango Pirelli – I dati parlano ancora di crisi industriale, di chiusura di aziende e di un aumento dei licenziamenti e della disoccupazione, in particolare quella giovanile”.

A livello regionale, il 2013 si è chiuso con oltre 28 mila licenziamenti e un tasso di disoccupazione che si avvicina al 9% ma, come sottolineato dal sindacato, diventerebbe il 18% se si allargasse la platea sino a comprendere le richieste di cassa e gli inattivi disponibili a lavorare.