Gilardoni ‘azzerata’. I sindacati: “Ora lavoriamo per salvarla”

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Da sinistra Emilio Castelli (Fim Cisl) e Fabio Anghileri (Fiom Cgil).
Emilio Castelli (Fim Cisl) e Fabio Anghileri (Fiom Cgil) davanti al municipio di Mandello.
Emilio Castelli (Fim Cisl) e Fabio Anghileri (Fiom Cgil) insieme ai lavoratori della Gilardoni

MANDELLO – “La sentenza del giudice è un riconoscimento a quanto sempre sostenuto dai lavoratori della Gilardoni, una situazione anomala, una crisi diversa rispetto a quella che siamo abituati a conoscere in altre aziende, ma altrettanto pericolosa”.

Emilio Castelli, sindacalista della Fim Cisl, convoca la stampa insieme al collega della Fiom, Fabio Anghileri, all’indomani della decisione del tribunale di Milano di azzerare l’intero consiglio di amministrazione dell’impresa mandellese, destituendo di fatto la presidente Cristina Gilardoni, sostituita ora da figlio Marco, nominato amministratore giudiziario.

Una decisione presa dall’organo giurisdizionale in seguito alla causa civile intentata da Andrea Ascani Orsini, nipote della titolare e socio di minoranza con il 45% delle quote, contro la zia, presidente e detentrice della maggioranza delle quote, per “distruzione di valore di impresa” contestando una cattiva gestione dell’azienda.
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Cattiva gestione che si sarebbe ripercossa sul fatturato, dimezzato in pochi anni (da 44 milioni del 2012 ai 24 milioni del 2015) secondo quanto riferito dai sindacati, ma in primis sui lavoratori, passati da 209 dipendenti del 2012 ai 156 dello scorso dicembre, licenziati o dimissionari a seguito di contrasti con la direzione aziendale. “C’è un inchiesta che sta portando avanti la Questura, dopo le numerose denunce presentate dai lavoratori per maltrattamenti e vessazioni – ha ricordato Fabio Anghileri della Fiom – Sappiamo che il Tribunale di Lecco ha chiesto di ottenere da Milano il fascicolo sulla causa civile. Attendiamo di conoscere l’esito di questa vicenda e che vengano definite colpe e responsabilità”.

Se sulla sentenza milanese appare scontato un ricorso da parte dei legali dell’ex presidente, la decisione del giudice ha valenza immediata e già da domani il figlio Marco, che nei mesi scorsi aveva anch’esso lasciato l’azienda, avrà pieni poteri sulla Gilardoni.

“Lo vorremmo incontrare al più presto per fare il punto della situazione e capire cosa è rimasto all’azienda, anche in termini di clientela oltre che di organico, e organizzare il lavoro da fare per risollevarne le sorti – spiega Castelli – quello che crediamo sia necessario oggi, è ridare un’immagine di normalità alla Gilardoni Questo può essere utile per convincere le professionalità perse in questi anni a fare un passo indietro e tornare in azienda”.

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