Giornata dell’Economia, “focus” sulle riforme istituzionali

Tempo di lettura: 5 minuti

Lecco-giornata dell'economia-camera di commercio-2016-64

 

LECCO – L’economia lecchese nel 2015, gli scenari lavorativi, ma anche quello del grande cambiamento istituzionale della Pubblica Amministrazione locale: questi e altri gli argomenti trattati in mattinata presso l’auditorium della Camera di Commercio di Via Tonale, sede della 14esima Giornata dell’Economia.

 

Lecco-giornata dell'economia-camera di commercio-2016-66
Da sinistra: l’assessore regionale Mauro Parolini, il presidente Daniele Riva e in piedi il Sottosegretario regionale Daniele Nava

 

Riforme istituzionali, Aree Vaste e processo di riforma della Camera di Commercio gli estremi di riferimento della Giornata, la cui tavola rotonda è stata avviata dal nuovo padrone di casa Daniele Riva e dal Sottosegretario regionale Daniele Nava. Presente anche l’assessore allo Sviluppo Economico regionale Mauro Parolini.

 

Lecco-giornata dell'economia-camera di commercio-2016-63

 

“Il nostro è un grande forte di diverse eccellenze che sono certo sapranno sfruttare al meglio i timidi segnali di ripresa dell’ultimo anno” ha esordito Daniele Nava portando i suoi saluti a tutti i presenti (fra di loro l’ex presidente dell’ente camerale Vico Valassi) “lo sviluppo deve essere necessariamente pensato sulla base di un sistema e di sinergie e credo che Lecco possa candidarsi per essere da traino alla ripresa economica lombarda”.

 

Lecco-giornata dell'economia-camera di commercio-2016-68
Daniele Riva

 

E’ stato poi il nuovo presidente Riva a presentare la sua relazione annuale. Un anno, il 2015, che per la Camera di Commercio ha aperto un corso nuovo come ricordato: “E’ stata infatti la prima annualità con il taglio del Diritto annuale – pari al -35% come calcolato – che se dal punto di vista delle imprese non ha costituito una riduzione notevole ha reso necessario una riorganizzazione delle Camere” ha detto Daniele Riva. “Lo scorso 2 maggio durante la seduta di Consiglio ha approvato il proprio Bilancio d’esercizio 2015 contenendo al massimo il risultato negativo e garantendo risorse per lo sviluppo del territorio pari a 1 milione 250 mila euro.

 

Lecco-giornata dell'economia-camera di commercio-2016-58

 

Presentati quindi alcuni dati relativi all’economia lecchese nel 2015: anno positivo per l’industria lecchese, che ha visto la produzione crescere del 4%, gli ordini del 3% e il fatturato del 4,9%, mentre una timida ripresa si rileva nell’occupazione, salita dello 0,5% (con aumento delle assunzioni a tempo indeterminato). “Tutti valori superiori alla media nazionale – come detto da Riva – che si assestano rispettivamente sull’1,5%, 2,9%, 3,3% e 0,1%”.

Ripresa anche per l’artigianato, mentre il commercio incrementa il fatturato (1,5%) ma cala l’occupazione (-0,2%).

1.511 le imprese nate nel 2015 in Provincia di Lecco, 1.473 quelle cessate con saldo positivo di 38 unità. 26.533 le imprese registrate a Lecco (tasso di crescita 0,1 rispetto allo 0,4 del 2014), 9.009 quelle artigiane (tasso di crescita -1,0 rispetto al -0,3 del 2014).

L’economia lecchese si mantiene forte sul manifatturiero, come da tradizione, che origina ben il 40,6% del valore aggiunto, includendo anche l’edilizia. L’artigianato per parte sua nel 1° trimestre 2016 ha messo a segno la migliore performance regionale della produzione (+3,4% rispetto allo stesso periodo del 2015).

Questi e altri dati dimostrano come Lecco, la Lombardia e l’Italia si stiano lasciando la crisi alle spalle, seppur con un percorso lento” ha commentato Riva.

como - lecco - monzaInsieme ai dati, elaborati da Daniele Rusconi e Gianni Menicatti, rispettivamente dell’Osservatorio Economico Provinciale della Camera di Lecco e Ricercatore Gruppo Clas Spa, sono state offerte delle “proiezioni” sulla base delle ipotesi di accorpamento Lecco, Como e Monza Brianza. “Il dato generale – hanno detto i due ricercatori – conferma la posizione d’eccellenza in cui Lecco si troverebbe nelle classifiche economiche regionali e nazionali, soprattutto in previsione di un accorpamento a tre con Monza, Como o Varese”.

Così è guardando agli scenari demografici, in cui Lecco-Como-Varese risulterebbero Provincia in sesta posizione con 1 milione 830 mila residenti (21esima solo con Como, con 940 mila abitanti), ma anche a quelli imprenditoriali, dove la proiezione di accorpamento Lecco-Como-Monza Brianza porterebbe l’Area Vasta in sesta posizione per numero di Società di Capitali (63.311, 30.140 in caso di accorpamento solo tra Lecco e Como).

Lecco-Como-Monza Brianza al quinto posto (nella previsione realizzata dai ricercatori del Gruppo Clas su dati Istat) anche per quanto riguarda la produzione di ricchezza, con un valore aggiunto calcolato intorno ai 45.979 milioni di euro.

 

Santa-Apollonia_battello_Abbadia-Lariana

 

Unica nota stonante, come rivelato, quella relativa al turismo, per cui neanche un eventuale accorpamento porterebbe Lecco a “scalare” le classifiche nazionali dell’attrattività turistica: “Nonostante gli aumenti di presenze sul nostro territorio, dovute anche alla presenza di Expo 2015, dal punto di vista turistico c’è ancora molto da fare” hanno commentato Rusconi e Menicatti, che hanno quindi dato qualche proiezione.

78.513 i posti letto che si otterrebbero unendo le province di Lecco, Como e Sondrio, numero che porterebbe l’area in 24esima posizione. Dato rinvigorito dal valore del sistema culturale che nell’ipotesi Lecco-Como-Monza Brianza raggiungerebbe i 365.505 milioni di euro.

“A parte qualche lieve criticità – hanno concluso i relatori – possiamo confermare che Lecco, grazie alla sua peculiare ricchezza e al valore aggiunto delle importanti presenze industriali, si ritroverebbe in posizione d’eccellenza nell’ipotesi di accorpamento”.

Oggi il territorio non può non interrogarsi sugli scenari di sviluppo competitivo – ha commentato Riva – questo report vuole dare un contributo concreto alla Regione e ai diversi soggetti interessati per valutare ‘pesi’ e prospettive delle possibili aggregazioni”. “I servizi devono stare sul territorio e le imprese non devono essere mortificate”.