I laureati? Ingegneri a parte, trovano più lavoro fuori Lecco

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LECCO – Tanta fatica per ottenere il famoso ‘pezzo di carta’ e poi altrettanta per trovare un lavoro, almeno in provincia di Lecco: tanti laureati lecchesi, infatti, un impiego lo trovano fuori provincia e sono sempre di più.

“Metà delle figure professionali high skill residenti nel lecchese lavora fuori dai confini provinciali, soprattutto nelle aree di Milano (20%) e Monza (10%)” ha riferito il presidente della Camera di Commercio, Daniele Riva, intervenendo giovedì mattina nel corso della Giornata dell’Economia.

Il 40,6% dei lavoratori altamente specializzati residenti nel lecchese si è spostato altrove per trovare impiego (erano il 35% nel 2010).

Il raffronto tra domanda e offerta di laureati in provincia di Lecco varia in base alle figure professionali: la richiesta di ingegneri, per esempio, incontra appieno l’offerta di questa tipologia di lavoratori, ma nell’indirizzo economico-sociale, sanitario, scientifico e umanistico si notano evidenti “mismatch” come sottolineato dallo stesso Riva.

Laureati assunti, con che contratti?

 

“Conseguenza immediata è la difficoltà di reperimento di personale segnalata dalle imprese lecchesi – prosegue Riva – Nel 2016, per i laureati, solo nel 33,6% dei casi non sono state evidenziate criticità; nel 30,1% formazione inadeguata; nel 36,3% mancanza di candidati idonei. Le aziende locali che prevedevano l’assunzione di laureati, per il 44,5% segnalavano la necessità di formazione post entry. Le difficoltà di assunzione sono da tempo una costante per le imprese lecchesi (e non solo), e ciò si è verificato anche per tutto il periodo della crisi!”

La percentuale di laureati richiesti dalle imprese lecchesi passa dall’8,1% del 2011 al 14,3% del 2016, ma rimane inferiore alla media nazionale (16,7%) e soprattutto regionale (23,7%).

Il raffronto tra domanda e offerta dei laureati, come è cambiata dal 2010 al 2016 per ingegneri, laureati in economia e altre lauree

 

Nel frattempo continua il calo della quota dei diplomati  (dal 49,5% del 2013 al 40,9%); il dato di Lecco è poco distante dalla media regionale e nazionale (rispettivamente 40% e 41,4%). Cresce la percentuale dei “qualificati” (diploma di 3 anni, dal 15% del 2015 al 19,4%) e torna sui livelli del 2014 la quota di coloro per cui non è richiesto alcun titolo di studio (25,8%).

Se negli ultimi anni era diminuito, ora torna a crescere il flusso dei diplomati nelle scuole superiori lecchesi che proseguono gli studi all’Università, con un numero di immatricolati nell’anno accademico 2014- 2015 di poco inferiore alle 1.350 unità (25 in più rispetto al 2013-2014, ma 180 in meno rispetto al 2012-2013).

Domanda e offerta di laureati nei settori: umanistico, sanitario e scientifico

 

Più elevato anche il tasso di passaggio all’Università, salito dal 61,4% dell’anno precedente al 64,7%. I dati dell’anno accademico 2014-2015 mostrano come le scelte degli studenti di Lecco e provincia relative ai percorsi universitari di studio privilegino la facoltà di ingegneria (14,7% del totale) e di economia (14,8%); per ingegneria si osserva però una riduzione del numero di immatricolati, sia in valori assoluti che in termini di peso relativo sul totale delle immatricolazioni.

Risultano in crescita, invece, quelle nelle facoltà del gruppo disciplinare medico (dall’8,4% all’9,5%), linguistico (dal 9,1% al 9,7%), letterario (dal 5,7% al 6,0%) e soprattutto scientifico (dal 7,1% al 10,1%), che però sono quelli che meno trovano sbocchi sul mercato del lavoro lecchese per le assunzioni, sempre meno frequenti, da parte della Pubblica amministrazione.