Imprese, Api: “Crescita importante nel 2021 ma ora preoccupa il caro energie”

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Produzione e fatturato spingono la rincorsa delle piccole medie imprese lecchesi

Emerge dal primo report prodotto dal Centro Studi di Api Lecco Sondrio, un nuovo servizio per le aziende

LECCO – I numeri dello scorso anno sono ampiamente incoraggianti ma il rincaro di energia e le difficoltà di approvvigionamento della materie prime sono fattori che rischiano di penalizzare la corsa delle imprese: è quanto emerge dallo studio presentato in mattinata da API Lecco Sondrio, l’associazione delle piccole medie industrie che inaugura con questo primo report un nuovo servizio di informazione economica.

Un centro studi, avviato dall’associazione lecchese, che nasce dalla collaborazione con Confapindustria Lombardia e con la docente Maria Garbelli dell’Università Bicocca di Milano per la realizzazione di indagini mirate sul mondo delle piccole medie imprese e tenere monitorato il loro andamento. Uno strumento importante, come sottolineato dal direttore Marco Piazza, che vuole essere un servizio ulteriore di Api rivolto alle aziende del territorio.

Uno sguardo alle realtà produttive

Questa prima analisi, come prima cosa, delinea un quadro ‘anagrafico’ delle imprese associate ad Api, con una prevalenza di realtà del settore metalmeccanico (64%) e di produzioni meccaniche (19%) con rappresentanti anche di altri comparti come la plastica-gomma e impiantistica (entrambe rappresentano il 4% delle associate) quello dell’elettronica, del legno, del informatica e telecomunicazioni, della carto-grafico-editoria e dei servizi alle imprese (ciascuna per il 2% del totale).

E’ un tessuto produttivo, quello associato ad API, che conta per circa un terzo (36%) imprese tra i 20 e 49 dipendenti, seguono (19%) le aziende con 10-15 dipendenti e quelle con 6-9 dipendenti (13%) a pari percentuale con realtà di dimensioni maggiori ovvero con 50-99 lavoratori. Sono numericamente meno numerose invece le aziende con 16-19 lavoratori (6%) e le piccolissime con 1-5 dipendenti (9%), infine le imprese con oltre cento dipendenti (4%).

Un anno di forte crescita

Maria Garbelli – Università Bicocca di Milano

Lo studio si concentra sull’ultimo trimestre del 2021 (ottobre-dicembre) che conferma il trend di crescita dei principali indicatori e che va a chiudere un anno estremamente positivo per le piccole medie aziende della provincia di Lecco: nove realtà su dieci confermano di aver registrato un incremento di fatturato lo scorso anno e l’84% un aumento della produzione, stabile è l’occupazione per oltre metà del campione intervistato e circa il 40% dichiara un aumento del personale.

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“Il 2021 è stato un anno di forte ripresa rispetto al 2020 che era stato segnato da uno stop legato all’emergenza sanitaria nella prima parte dell’anno e poi da una ripartenza molto positiva per la maggior parte delle imprese – conferma la ricercatrice prof. Maria Garbelli – nonostante questa accelerazione c’è ancora un ‘gap’ da recuperare rispetto al periodo pre pandemia”.

Caro bollette e materie prime

Il presidente di Api Lecco Sondrio, Enrico Vavassori

A frenare questa ripartenza sono il forte incremento dei costi di materie prime che ha costretto il 67% delle imprese associate a ricorrere a scorte di magazzino e i rincari sulla bolletta energetica che preoccupa oltre l’80% delle aziende intervistate.

“Quanto emerge dal report è lo specchio fedele di quello che sento ogni giorno parlando con gli imprenditori – spiega il presidente di Api Lecco Sondrio, Enrico Vavassori – Abbiamo chiuso un anno positivo, siamo ottimisti per quanto riguarda produzione e fatturato per il 2022 ma siamo estremamente preoccupati per gli aumenti dei costi. Le imprese di Api Lecco Sondrio godono dunque di buona salute ma son anche alla finestra in attesa di capire la ricaduta di questi aumenti sconsiderati”.

Andrea Beri, giunta Api Lecco Sondrio

Una considerazione condivisa con Andrea Beri, imprenditore membro della giunta dell’associazione: “La situazione sul fronte della fornitura di energia è allarmante – spiega – questi rincari rischiano di innescare un rialzo dei prezzi di listino e quindi di ricadere sui consumatori finali, con il pericolo però di scoraggiare la domanda di determinati prodotti. Le aspettative per il 2022 sarebbero altrimenti simili a quelle dello scorso anno e quindi di proseguire con la crescita già vista nel 2021”.