Iniezione di fiducia
a 500 studenti con Cevoli e Beccalossi

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LECCO – Cinquecento studenti questa mattina hanno fatto tappa alla Camera di Commercio di Lecco per partecipare alla prima edizione di Confindustria Lecco For Young Generation, un evento organizzato dall’associazione di categoria volto a restituire fiducia ai giovani in vista di un futuro migliore.

All’incontro, moderato da Sebastiano Barisoni, caporedattore di Radio 24, si sono seduti al tavolo dei relatori il comico e imprenditore Paolo Cevoli, l’ex centrocapista dell’Inter e ora opinionista sportivo Evaristo Beccalossi, l’amminstratore delegato di Reply Tatiana Rizzante e il rettore dell’Università degli studi di Bergamo, Stefano Paleari. Grande assente il capitano dell’Inter Javier Zanetti, che ha dovuto disdire per l’imminente nascita del terzo figlio.

Tutti e quattro i relatori hanno portato le loro esperienze di vita quale esempio di come sia possibile realizzarsi, anche in momenti difficili, o anche a fronte di improvvisi cambiamenti.

Paolo Cevoli, imprenditore poi diventato anche comico, ha sottolineto l’importanza del lavoro: «Gino e Michele mi dissero: Cevoli, tu sei bravo a sparare cazzate, ma il talendo non basta, bisogna anche coltivarlo. Per avere successo bisgona avere talento, capacità di lavoro, capacità di rapporto, e la quarta dote: la fortuna. E avere sempre bene in testa che lavorare significa, prima di tutto servire, fare un servizio a qualcuno. Questi consigli li ho sempre portati con me».

Evaristo Beccalossi ha ricordato: «Mio papà faceva l’operaio ai Servizi Municipalizzati di Brescia, e il mio obiettivo era quello di prendere il suo posto. Invece ho avuto una carriera da calciatore molto fortunata. Ma a un certo punto l’avventura finisce: a 32 anni ho smesso di giocare, e dovevo trovare qualcosa da fare. Nel 1982 Bearzot non mi aveva convocato ai mondiali di Spagna, e io ero uno dei centrocampisti più forti in Italia. Per me fu uno schiaffo enorme. Ma quell’estate mi chiamò Tele Monte Carlo per fare il commentatore. Fu così, che finita la carriera sull’erba dei campi di calcio, ho iniziato quella negli studi televisivi, magari andandoci anche gratis, per imparare a commentare gli eventi sportivi».

Il giornalista Sebastiano Barisoni ha sottolineato l’importanza dell’essere umili: «L’umiltà è un valore importante. Il che non significa mettersi in ginocchio e autoflagellarsi, ma è la disponibilità a imparare una cosa da zero. Non ascoltate troppo i genitori, non badate agli obiettivi che loro hanno per voi. Assumetevi le vostre responsabilità e trovate la vostra strada, senza dare le colpe dei fallimenti alla sfiga o alle invasioni di cavallette. Non si devono disabiutare i giovani  alla sconfitta, all’errore. Non esistono scrociatoie, esiste solo il sacrificio».

Stefano Paleari, rettore dell’Università degli Studi di Bergamo ha invece messo l’accento sulle motivazioni: «La cosa più importante è che i giovani non perdano le loro motivazioni, il loro entusiasmo. La vita spesso non ci riserva percorsi lineari, e programmare troppo rischia di dare solo delusioni e senso di smarrimento. Uno non si deve preoccupare dell’invidia, o della precarietà, o delle defficoltà, ma deve preoccuparsi quando smetti di divertirti. Noi viviamo in un mondo altamente competitivo: ma la competizione non vuol dire eliminare l’avversario, ma tendere allo stesso obiettivo, ed avere ben chiaro che comunque, per ottenere un risultato vale sempre la massima “10% inspiration, 90% transpiration”, cioè serve tanta fatica».

Infine Tatiana Rizzante ha portato la sua testimonianza di come l’impegno scolastico e la forza del gruppo si possono tradurre in un grande successo imprenditoriale: “Dopo essermi laureata a pieni voti al Politecnico di Torino, e successivamente una breve esperienza in una ditta privata, ho deciso di dare vita con altri compagni di univesità alla Replay, società di consulenza informatica, che a 16 anni dalla nascita conta 400 dipendenti, 380 milioni di fatturato all’anno e nonostante la crisi continuamo a crescere”.