Kapriol Morganti compie 90 anni e apre le porte alla 5^ generazione

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Al centro Sandro Morganti, a sinistra il figlio Alberto; a destra il figlio Franco

LECCO – 90 di lavoro, 90 di imprenditoria, 90 di storia. Un traguardo storico per la Kapriol Morganti che si appresta a festeggiare il novantesimo anno di fondazione e lo fa aprendo le porte alla quinta generazione: segno di unità, coesione e vincente lungimiranza.
Alessandro (24 anni), Francesca (27 anni) e Stefano (22 anni) sono il futuro della Kapriol Morganti che oggi vede al timone i fratelli Franco (50 anni) Direttore Commerciale e Alberto (47 anni) Direttore Generale con papà Sandro (77 anni) a presiedere la società.

Forgiatori della Morganti al lavoro

Bisogna riavvolgere il nastro di parecchi anni per tornare a quel lontano 1927 quando l’avo Alessandro, caporeparto presso le acciaierie Falck a Dongo, si trasferisce a Cortabbio di Primaluna, in Valsassina, per aprire una piccola forgia. E’ in valle che la lunga storia della Kapriol Morganti ha inizio. Qui si producono per lo più arnesi da campo e piccoli attrezzi quindi il trasloco a Lecco, in via Luera, nel rione di San Giovanni. Il periodo tra le due Guerre è difficile, ma la Morganti passa indenne.
Francesco, figlio di Alessandro, sul finire degli Anni ’40 decide di inserire in produzione le prime macchine dando così slancio all’azienda.
La produzione di articoli per agricoltura prosegue e a questa si aggiunge quella della ferramenta, della catena, dei martelli e delle mazze: viene creata la prima linea di prodotti e con essi prende vita un vero e proprio catalogo realizzato in china, secondo le tecniche grafiche di allora.

Il tessuto produttivo e commerciale è sempre più in fermento, così la Morganti, sfruttando il frequentatissimo mercato di Lecco del giovedì e del sabato florido e dinamico negli Anni ’50 – ’60, decide di aprire un magazzino in via Rivolta, poco distante dall’imbarcadero, dove la marce viene caricata sui barconi e consegnata in tutti i paesi del lago.

Si approda agli Anni ’60 e per la famiglia Morganti inizia un periodo duro: Francesco deve lottare duramente con una malattia con i giovani figli Sandro, Pierangelo e Graziano a condurre l’attività. Nonostante ciò, si inizia a guardare all’export in particolar modo alla Libia, traendo beneficio dai rapporti commerciali che l’Italia ha con il paese africano.
Con la dipartita di Francesco le redini dell’azienda passano alla moglie Lina, al secolo Giacomina, un “sergente di ferro” come la definiscono i nipoti, la quale, con un’innata dote imprenditoriale e uno spirito di iniziativa non comune, traghetta la ditta supportata dai figli.
“Senza di lei – dicono oggi i nipoti – probabilmente la Kapriol Morganti non ci sarebbe stata”. Negli Anni ’80 Lina decide di “pensionarsi” lasciando tutto in mano ai figli.

Il primo catalogo che venne realizzato dalla Morganti

 

L’attività inizia a strutturarsi in maniera industriale: si acquistano nuovi macchinari, il magazzino di via Rivolta viene spostato in viale Adamello a San Giovanni fino al 1973, anno in cui viene realizzato e inaugurato il grande magazzino di Bonacina.

Questo è il periodo in cui si inizia a porre maggior attenzione anche alla comunicazione e si dispone la creazione di un marchio. Come spesso accade dietro la nascita di un brand c’è un aneddoto e così lo è stato per Kapriol.
“Il papà era appassionato di caccia e spesso andava in Slovenia. Fu rientrando da una delle sue battute che trovò un piccolo capriolo orfano. La decisione fu quella di portarlo a casa e accudirlo. Morì di vecchiaia parecchi anni dopo. Ma quella mascotte fu, per il Direttore Marketing di allora, d’ispirazione alla creazione del marchio d’azienda: Kapriol… peccato – aggiungono oggi ridendo Franco e Alberto – che il grafico si confuse e accompagnò la scritta con l’immagine di un camoscio. Un errore che allora passò quasi inosservato e venne comunque perdonato”.

Negli Anni ’80 l’azienda cresce in dimensioni, maestranze e fatturato, fino al 1991 quando Sandro insieme ai figli Franco e Alberto decide di ritirare tutte le quote liquidando il fratello.
In quell’anno la Kapriol Morganti fattura, con i dovuti rapporti con la lira di allora, 3,5 milioni di euro attualmente il fatturato ammonta a quasi 40 milioni di euro.

Il quartier generale di Civate della Kapriol Morganti

Si arriva così alla storia recente, con la sede a Bonacina e il quartier generale a Civate in via alla Santa, inaugurato nel 2004, mentre a Molteno è stato realizzato un magazzino con spaccio e produzione (produzione della ditta Omec – facente parte della holding – che fu fondata sempre dai fratelli Morganti e da un terzo socio).
Tra Molteno e Lecco si contano circa 100 dipendenti, ai quali si aggiungono una quarantina di persone sparse tra l’Italia e i Paesi esteri a supporto della parte commerciale e di servizio.

La sede di Molteno

Ma la trasformazione della Kapriol Morganti non è stata esclusivamente nel fatturato e nelle strutture.
“Da circa un ventina d’anni abbiamo cambiato pelle – spiegano Franco e Alberto – Nel 1995, ci siamo accorti che il mondo dell’utensileria era saturo. Tuttavia, c’era la voglia di crescere. Così, ci siamo chiesti quali potevano essere i nuovi mercati. Abbiamo trovato uno sbocco nella sicurezza, con l’allora legge 626 ed abbiamo iniziato ad investire in questo settore. Abbigliamento, scarpe e tutto ciò che riguarda il mondo della sicurezza. Oggi, questi prodotti rappresentano quasi il 60% del fatturato, in continua crescita. Risultati ottenuti a fronte anche della battuta d’arresto del mercato dell’utensileria che ha subito la crisi del mercato delle costruzioni”.

Un settore florido quella della sicurezza, soprattutto in alcuni Paesi come la Francia dove risulta essere il mercato di riferimento: “Con i Transalpini fatturiamo circa 12 milioni di euro all’anno e il 90% riguarda la sicurezza”, puntualizzano Franco e Alberto.
Oggi Kapriol Morganti esporta regolarmente in 65 Paesi al mondo, arrivando fino in Nuova Caledonia.

Ed è stato proprio l’export ad aver permesso alla ditta lecchese di superare senza grandissime difficoltà il periodo di crisi: “Come la stragrande maggioranza delle aziende abbiamo accusato il colpo, ma se alcuni settori sono stati piegati dalla crisi con realtà che si sono ritrovati con fatturati dimezzati, il nostro anno più difficile ha visto una riduzione di fatturato del 13%… pochissimo in rapporto ad altre aziende”.

Kapriol Morganti negli anni si è imposta sul mercato diventando un vero e proprio leader nel settore della sicurezza e dell’utensileria e oggi apre le porte alla quinta generazione.
Segreti? Nessuno. Visione comune, unità e buoni rapporti sono gli ingredienti fondamentali ai quali si aggiungono “passione e sacrifici” dicono Franco e Alberto.
Parlando con loro però emergono due aspetti interessanti: “E’ un’azienda che ha sempre dato fiducia ai giovani e ha dato loro la possibilità di sbagliare, con la convinzione che solo dai propri errori si può imparare e crescere. Così aveva fatto nostro nonno con mio padre, così fece mio padre con noi e oggi tocca a noi con i nostri figli”.

Quinta generazione che porta con sé un’altra sfida, quella dell’era digitale. E proprio a testimonianza della filosofia Morganti: spazio ai giovani. La parola a questo punto possa a Umberto Dolcini (28 anni) responsabile communication: “La piazza virtuale inevitabilmente incute timori e paure perché ha dinamiche e regole diverse – spiega – Tutto si muove e si sposta in modo più veloce e gli stessi clienti e fornitori esigono risposte celeri. Per esempio, siamo sbarcati sul social Facebook ottenendo ottimi risultati, ma in Rete bisogna prestare molta attenzione perché basta un solo errore per trasformare un risultato positivo in un insuccesso clamoroso. L’era digitale è indubbiamente una risorsa che va sfruttata, ma serve molta attenzione. Un esempio? Ci interfacciamo con oltre 65 Paesi e non tutti ovviamente utilizzano l’inglese. Quindi, ad una richiesta in arabo bisogna essere pronti a dare una risposta in arabo, rapida e corretta”.

Era digitale e giovani, in Kapriol Morganti le idee sono chiare, come è chiaro il profilo di chi può ambire ad entrare in azienda: “Servono competenze – spiega Franco – Se non le hai oggi è difficile trovare spazio. Qualunque cosa fai sei rapportato con qualcun altro che chiede e pretende risposte precise. Non ti puoi improvvisare. Un giovane deve sapere quello che deve fare e come lo deve fare. Il mercato corre e non si ferma. Una volta i ritmi ti davano il tempo per imparare, oggi non ci sono più spazi temporali cosi ampi, quando si arriva in azienda bisogna essere già in possesso di buone competenze”.

La premiazione di una delle passate edizione del trofeo Adelfio Spreafico organizzato dai Falchi di Lecco

E mentre si guarda al futuro, Kapriol Morganti un occhio lo dà anche al territorio lecchese e lo fa attraverso lo sport, sostenendo la società Asd Falchi di Lecco, realtà bel nota nelle gare di corsa in montagna. Un connubio che nacque dall’amicizia di Sandro Morganti con Adelfio Spreafico tra i fondatori dei Falchi e oggi ricordato, dopo la sua dipartita, con una mini skyrace da Varsasio ai Piani d’Erna..
Ma l’impegno della Kapriol Morganti da sempre va oltre confine e raggiunge coloro che sono decisamente meno fortunati. Sandro Morganti e consorte da anni sono infatti vicini ad alcune realtà africane dando loro sostegno e supporto. Un aiuto silenzioso, mai pubblicizzato, ma che merita di essere ricordato almeno in questo 90° anno di fondazione.

E per un traguardo simile non poteva mancare un appuntamento speciale, in programma la settimana di giugno, dal 5 al 9. “Abbiamo affittato lo Spazio Mil a Milano, una struttura di 1500mq, dove si svolgerà una open house dedicata a tutta la clientela e ai fornitori in occasione della quale presenteremo i nuovi prodotti e le ultime novità. Per concludere, la sera del 9, ci sarà una serata di festa alla quale sono invitati tutti i dipendenti, clienti, fornitori e agenti”.

E per coronare questo 90° Kapriol Morganti ha voluto ingaggiare tre “brand ambassador” formando il K Team: tre alpinisti del calibro di Luca Schiera (Ragno di Lecco), l’italo-francese Corrado Korra Pesce e il tedesco Roland Hemetzberger.
“In questa speciale ricorrenza abbiamo voluto che il nostro marchio fosse accompagnato in giro per il mondo da alcuni sportivi. La scelta è ricaduta su tre grandi alpinisti, perché riteniamo che questo sport sia quello più vicino a noi e alla nostra filosofia: uno sport che comunica resistenza, coraggio e umiltà”, chiosano sorridenti Franco e Alberto.

La storica sede di Bonacina (Lecco)

 

Una pagina del primo catalogo Kapriol Morganti

 

Un vecchio libro contabile