Lavoro. Stefano Fiocchi: “Le nuove regole mettono le imprese in difficoltà”

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Stefano Fiocchi, presidente della Fiocchi Munizioni

LECCO – “E’ un problema che è caduto sul collo di tutte le aziende in maniera improvvisa.  Da noi, grazie alla comprensione immediata da parte anche dei sindacati,  si è arrivati ad una soluzione , ma le nuove norme sui contratti contengono grossi errori che stanno mettendo in difficoltà la programmazione delle imprese”.

A parlare è Stefano Fiocchi, presidente della Fiocchi Munizioni, azienda che la scorsa settimana ha chiuso un accordo con i sindacati, in deroga alle nuove regole stabilite dal Decreto Dignità, per prorogare i contratti a termine e assumendo a tempo indeterminato una trentina di lavoratori che da oltre 24 mesi erano alle dipendenze della fabbrica con contratto a scadenza.

Stefano Fiocchi, presidente della Fiocchi Munizioni

Avreste fatto diversamente se non fosse cambiata la legge?

“L’operazione sarebbe stata simile, ma con numeri diversi. Erano già state previste delle trasformazioni in contratti più stabili ma con quote inferiori, e avremmo confermato i contratti a tempo determinato già in essere – ci risponde il ‘numero uno’ della Fiocchi Munizioni – L’accordo sindacale ha consentito, a fronte di un maggiore numero di persone stabilizzate, anche di allungare i contratti a tempo determinati senza causale, nonostante oggi la norma imponga l’obbligo di motivare la proroga oltre i 12 mesi”.

“Questo impegno rappresenta un problema per le aziende – prosegue Fiocchi – Siamo tutti d’accordo che la precarietà andrebbe ridotta. Il problema vero, e di tutte le aziende, è che la domanda non è sempre fissa. Quando c’è un trend di crescita è facile aumentare il numero di lavoratori, ma se si ha un’improvvisa diminuzione, come facciamo? Si ricorre alla cassa integrazione, oppure deve essere creato un meccanismo più agevole di uscita della forza lavoro. La norma sulla causale, inoltre, è troppo generica e rischia di lasciare spazio a contenziosi tra imprese e lavoratori. Il fatto poi che sia stato usato un decreto legge ha complicato ulteriormente le cose, per la sua immediata entrata in vigore”.

Fiocchi Munizioni, da parte sua, dà l’esempio e negli ultimi tre anni ha stabilizzato duecento lavoratori, a cui si sommano gli ultimi trenta contratti a tempo indeterminato frutto del recente accordo. “Oggi siamo 650 persone, io dico 650 famiglie – prosegue Fiocchi – e su di loro, come imprenditori, abbiamo la nostra responsabilità. Vedremo come andranno le cose nei prossimi mesi, ad oggi non credo che il nostro organico necessiti ulteriore personale”.

Emilio Castelli – Fim Cisl

Un atteggiamento positivo riconosciuto dagli stessi sindacati: “La Fiocchi Munizioni ha dimostrato di saper usare in modo corretto lo strumento dei contratti a tempo determinato – rimarca Emilio Castelli della Fim Cisl di Lecco – e di voler dare stabilità al proprio personale ogni volta che è stato possibile. La difficoltà, in questo caso, è stata data dall’entrata in vigore immediata delle nuove regole, ma grazie all’intesa trovata con l’azienda siamo riusciti a superare questo problema, salvaguardando l’occupazione”.

Nel frattempo la Fiocchi deve fare ancora in conti con le oscillazioni del mercato americano, principale sbocco per i propri prodotti: “Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, con Trump alla Casa Bianca e senza restrizioni alle leggi che regolano la vendita di armi, la domanda si è ridotta così come i prezzi, per eccesso di offerta. Si vende ma con margini inferiori. Negli otto anni di presidenza Obama, invece, le produzioni erano salite perché la domanda era fortissima. Oggi il mercato è saturo”.

Votata all’esportazione, minori sono gli interessi delle Fiocchi Munizioni sul mercato interno: “L’80% dei nostri prodotti è venduto fuori dall’Italia. Il cambio di colori politici, non cambierà le cose. Si parla oggi della legge sulla legittima difesa ma, almeno da quanto è stato possibile apprendere, non aprirà certo alla liberalizzazione delle armi, sancirà solo il diritto di potersi difendere in casa propria”.