Cassa integrazione, bene ma non troppo: “Ancora lontani dai livelli pre Covid”

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Lo studio della Uil Lario sulla cassa integrazione, lieve incremento su dicembre

Dati migliori rispetto al 2020 ma ancora negativi in confronto al 2019 del periodo pre pandemia

LECCO – Il 12° rapporto UIL del Lario sulla cassa integrazione nelle Province di Como e Lecco relativo all’anno 2021 rispetto al 2020 conferma il miglioramento della situazione economica nei due territori pur con un piccolo affanno a fine anno.

“C’è anche da registrare che, se si confronta l’anno 2021 con il 2019, si nota che siamo ancora lontani (Como +597,3%; Lecco +476,6%) dal raggiungere gli obbiettivi pre-pandemia” spiegano dal sindacato .

La richiesta della cassa integrazione nel mese di dicembre aumenta in entrambe le province (Como ore 1.640.650 +294,6% |  Lecco ore 539.477 +302,6%) rispetto a novembre 2021, “questo – sottolineano dalla Uil -fa presupporre che l’emergenza sanitaria e la difficoltà di trovare le materie prime ha inciso nell’ultimo mese dell’anno. Mentre, la richiesta di cassa integrazione a dicembre di quest’anno diminuisce se confrontata con lo stesso mese dell’anno 2020 (Como -1,8%  Lecco -68,6%) nel quale si era nel pieno della seconda ondata e la regione Lombardia in zona rossa”.

I dati relativi ai distretti principali, tessile e metalmeccanico, delle due province nell’anno 2021 e confrontati con il 2020 mostrano una ripresa del primo settore in entrambi territori, mentre il tessile arranca in provincia di Como.

La diminuzione della cassa integrazione, anno 2021 rispetto all’anno scorso, si registra nel settore dell’edilizia, commercio e dell’industria, ed aumenta nell’artigianato in provincia di Como, mentre nello stesso periodo diminuisce in tutti i settori in Provincia di Lecco.

  • Industria: Como -35,2 %; Lecco -58,0%.
  • Edilizia: Como -80,7%; Lecco -84,6%.
  • Artigianato: Como +123,9%; Lecco -66,0%.
  • Commercio: Como -47,9%; Lecco -43,6%.

Il numero di lavoratori mediamente in cassa integrazione nel 2021, Como 13.275 (-8.896 rispetto al 2020), Lecco 5.664 (-7.350 rispetto al 2020), a questi vanno aggiunti quelli in FSBA. In conclusione, l’anno appena terminato fornisce una situazione più rosea rispetto al 2020, ma preoccupa l’incremento della richiesta di cassa integrazione a dicembre rispetto a novembre.

“Una preoccupazione che è anche avvalorata dal confronto dei dati dell’anno appena terminato, con l’anno 2019 pre-pandemia, dai quali si evince che, si è ancora lontani dal dichiarare superata definitivamente la crisi economica e con essa quella sociale – spiega Salvatore Monteduro, segretario della Uil Lario –  Ancora una volta si fa notare come gli ammortizzatori sociali covid hanno permesso di salvaguardare moltissimi posti di lavoro, solo nelle nostre province sono stati oltre 18.000. Lavoratori che hanno comunque subito una forte decurtazione della propria busta paga: se consideriamo un dipendente a tempo pieno con una retribuzione annua netta di 17.285 euro (1.440 euro mensili) posto in cassa integrazione a zero ore, la perdita, tra riduzione dello stipendio e mancati ratei di 13° e 14°, ammonterebbe a 444 euro mensili, circa il 30% in meno”.

“Il beneficio degli ammortizzatori sociali – aggiunge – non è stato solo di tutela per questi soggetti e le loro 4 famiglie, ma lo è stato anche per le aziende, alle quali ha permesso di salvaguardare le tante professionalità presenti nelle stesse, garantendo un’immediata ripartenza dei processi di produzione e alla ripresa economica. Infine, e non da sottovalutare, il ruolo svolto per l’economia del territorio dagli ammortizzatori sociali, i quali hanno permesso di sostenere i consumi: se pensiamo che la media di 18.000 lavoratori/lavoratrici in cassa integrazione nell’anno 2021 ha significato circa 150 milioni di euro di reddito spesi in prodotti e servizi. Sarebbe opportuno che fino alla durata della fase emergenziale fossero prorogati gli ammortizzatori covid”.