Cassa integrazione in discesa nel lecchese. Il rapporto della UIL

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A gennaio scende ancora la cassa integrazione nelle province di Lecco e Como

Lo studio della Uil del Lario. Sono 1,9 mila i lavoratori cassintegrati nel lecchese, tremila in meno rispetto a gennaio 2021

LECCO – Il 1° rapporto UIL del Lario sulla cassa integrazione nelle Province di Como e Lecco gennaio 2022 rispetto allo stesso mese dell’anno 2021 conferma ancora una volta la diminuzione delle ore di cassa integrazione nelle due province di Como e Lecco.

A Como le ore di cassa totali a gennaio si sono attestate a 549.702 (-72,2% rispetto a gennaio 2021) a Lecco invece a 328.549 ore (-60,7 %).

Anche il confronto tra le ore di cassa integrazione di gennaio 2022 con dicembre 2021 fa registrare una diminuzione della richiesta di cassa nelle due Province:(Como -66,5%; Lecco -39,1%). La cassa integrazione diminuisce in tutti i settori produttivi ed in entrambe le province, tranne che nel settore dell’Edilizia dove aumenta in Provincia di Lecco:

  • Industria: Como -61,4%; Lecco -57,4%.
  • Edilizia: Como -50,6%; Lecco +5,6%.
  • Artigianato: Como -100%; Lecco 0%.
  • Commercio: Como -93,2%; Lecco -85,5%.

Il numero di lavoratori in cassa integrazione a gennaio ammontava a Como 3.233 (-8.394 rispetto a gennaio 2021), a Lecco 1.933 (-2.988 rispetto a gennaio 2021)

“La flessione della richiesta di ore di cassa integrazione Covid è dovuta alla scadenza, a dicembre 2021, dell’ammortizzatore sociale con causale emergenza sanitaria – ricorda il segretario della Uil, Salvatore Monteduro – Inoltre, non abbiamo i dati relativi alle prestazioni dei fondi di solidarietà bilaterali e del fondo d’integrazione salariale, pertanto diventa difficile affermare che la riduzione della richiesta di cassa integrazione corrisponda ad un’effettiva ripresa economica strutturata”.

“Riteniamo, invece – aggiunge – che siamo ancora in un quadro di persistente sofferenza e stress di interi settori produttivi e filiere, e con essi delle lavoratrici e lavoratori che vi operano, anche in considerazione della pesante ricaduta degli effetti negativi dovuti all’incremento del costo dell’energia per le aziende, nonché al perdurare della situazione dell’emergenza sanitaria, anche se quest’ultima nel mese di febbraio è in netto miglioramento e fa ben sperare. Ma per le considerazioni poc’anzi fatte, sarebbe stato più opportuno e responsabile, prevedere una fase transitoria tra il vecchio ed il nuovo sistema di ammortizzatori sociali, prolungando la cassa integrazione Covid fino allo scadere dell’emergenza (31 marzo 2022), dando un lasso di tempo congruo alla nuova 4 riforma, fatta di nuove regole e procedure, di entrare a regime e permettere ai fruitori di comprenderne i meccanismi. Resta quindi una preoccupazione sulla situazione economica in essere e non ci resta che attendere i prossimi mesi per vedere gli effetti dei nuovi cambiamenti sul sistema produttivo ed occupazionale”.