Castagne: anno positivo secondo la Coldiretti, raccolto in crescita

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Riscontri buoni per la Coldiretti sulla raccolta di castagne nei boschi delle province di Lecco e Como

Sul mercato, dice l’associazione, servono più controlli per tutelare la castagna “nostrana”

LECCO –  Il raccolto delle castagne nei boschi delle due province lariane vede numeri positivi, anche se il prezzo riconosciuto ai castanicoltori è ancora troppo basso per far fronte alla situazione di rincari e costi operativi che gravano sulle stesse.

Lo dice la Coldiretti Como Lecco segnalando che il raccolto è in crescita di oltre il 10% rispetto allo scorso anno,  mentre anche la produzione nazionale è in aumento con una previsione superiore ai 38 milioni di chilogrammi di ottima qualità per il frutto simbolo dell’autunno.

Un ritorno atteso dopo che negli anni scorsi si era rischiata l’estinzione per la presenza del cinipide galligeno del castagno (Dryocosmus kuriphilus) proveniente dalla Cina, che da anni infesta i boschi lungo la Penisola provocando nella piante la formazione di galle, cioè ingrossamenti delle gemme di varie forme e dimensioni.

“Contro questa minaccia – evidenzia il presidente della Coldiretti interprovinciale Fortunato Trezzi – è stata avviata una capillare guerra biologica con la diffusione dell’insetto Torymus sinensis, che è un antagonista naturale”.

Si resta tuttavia ancora lontani, sottolinea Coldiretti Como Lecco, dai fasti produttivi del passato per quello che Giovanni Pascoli chiamava “l’italico albero del pane”, simbolo dell’autunno nei libri scolastici di molteplici generazioni di giovani scolari. Basta ricordare che nel 1911 la produzione di castagne ammontava a 829 milioni di chili, ma ancora dieci anni fa era pari a 55 milioni di chili.

La situazione è in realtà differenziata lungo la Penisola, con il potenziale produttivo in ripresa, grazie al ritrovato equilibrio nella fisiologia delle piante, la cui produzione è però stata penalizzata dalla forte siccità che ha interessato le aree produttive. Dall’analisi dei ricci emerge una ridotta pezzatura dei frutti, ma le castagne raccolte nei boschi delle due province lariane nel 2021 si sono caratterizzate per una buona qualità e non presentano particolari anomalie.

Resta comunque alto il rischio di trovarsi nel piatto, senza saperlo, castagne straniere provenienti soprattutto da Turchia, Portogallo, Grecia e dalla Spagna, considerato che le importazioni nel 2020 sono risultate pari a ben 24,3 milioni di chili di castagne, spesso spacciate per italiane, con forti ripercussioni sui prezzi corrisposti ai produttori. Da qui la richiesta di Coldiretti di assicurare più controlli sull’origine delle castagne messe in vendita in Italia per evitare che diventino tutte, incredibilmente, tricolori. Ancora peggiore è la situazione dei trasformati, per i quali non vi è l’obbligo di etichettatura di origine e per le farine di castagne che, non avendo un codice doganale specifico, non è neppure dato a sapersi quante ne vengano importate.

In alternativa all’acquisto delle caldarroste in città, è praticabile l’antico “fai da te casalingo” per garantirsi un prodotto fresco, sicuro e a costi accessibili. Meglio allora, suggerisce Coldiretti, frequentare i mercati degli agricoltori di Campagna Amica o quelle sagre che si potranno svolgere in questi giorni dove è possibile fare buoni acquisti di alta qualità oppure rivolgersi alle imprese agricole e riscoprire il gusto di partecipare nei boschi alla raccolta delle castagne