Coldiretti: “L’aumento dell’Iva va scongiurato, senza se e senza ma”

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Agricoltori preoccupati dalle ipotesi di aumento dell’Iva

“Ne va del futuro dell’agroalimentare made in Lario”

COMO-LECCO – Un prodotto alimentare su quattro viene acquistato dagli italiani in promozione con l’obiettivo di cercare il risparmio e ridurre i costi del carrello della spesa, con effetti evidenti sul contenimento dell’inflazione. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti nel commentare i dati Istat sull’inflazione che a settembre rimane contenuta.

“Alla luce dei consumi stagnanti, occorre scongiurare ogni ipotesi di aumenti sull’Iva che rischiano di generare una pericolosa spirale recessiva, ridurre ulteriormente i consumi e pesare sui cittadini più deboli” afferma Fortunato Trezzi, presidente di Coldiretti Como Lecco.

“Qualsiasi forma di aumento, anche differenziata, porterebbe ad una riduzione dei consumi con il rischio reale di compromettere le opportunità di crescita anche nel territorio delle nostre province. Non possiamo dimenticare che in Italia non solo si usa poco la carta di credito ma ci sono ben 2,7 milioni di cittadini che non hanno neanche i soldi per acquistare da mangiare”.

Va considerata anche la difficile situazione che vivono le imprese agricole, purtroppo in balia costante delle dinamiche di mercato: nei campi, infatti, è deflazione profonda con gli agricoltori che – denuncia Coldiretti – si vedono oggi pagare la frutta, dalle albicocche alle pesche, pochi centesimi, circa il 30% in meno rispetto allo scorso anno e al di sotto dei costi di produzione.

“Gli agricoltori – prosegue Trezzi – per potersi permettere un caffè devono vendere tre chili di frutta. Serve intensificare l’attività di controllo e vigilanza anche per evitare che vengano spacciati come nazionali prodotti importati ma è anche necessario al più presto il recepimento della direttiva (UE) 2019/633 in materia di pratiche commerciali sleali del 17 aprile 2019” per ristabilire condizioni contrattuali più eque lungo la catena di distribuzione degli alimenti, con l’introduzione di elementi contrattuali e sanzionatori certi rispetto a prassi che finora hanno pesantemente penalizzato i produttori.

“In generale, ai consumatori consigliamo di verificare con attenzione le etichette prima di acquistare e di preferire il canale della vendita diretta che, come registrano i dati, sta riscontrando un boom ultimamente con sempre più presenze nei mercati proprio perché si possono trovare prodotti freschi, genuini, oltre che di sicura e certa provenienza. Scegliere prodotti a chilometri zero è un segnale di interesse verso il proprio territorio, la tutela dell’ambiente e del paesaggio che ci circonda, ma anche un sostegno all’economia e all’occupazione locale”.