Confcooperative ai sindacati: “Lo stato di agitazione sarebbe una scelta sbagliata”

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Gabriele Marinoni

Scintille tra sindacati e Confcooperative sul rinnovo del contratto integrativo provinciale

Marinoni: “Il rinnovo è un’occasione per imprese e lavoratori ma non si può  derogare al principio di sostenibilità imprenditoriale”.

LECCO – Riceviamo e pubblichiamo la replica di Gabriele Marinoni, presidente di Confcooperative, alla nota dei sindacati in merito al mancato accordo sulla contrattazione integrativa provinciale per i lavoratori del settore e la possibile proclamazione dello stato di agitazione del personale.

“Innanzitutto, precisiamo che la Cooperazione Sociale gode di un Contratto Collettivo Nazionale che in Provincia di Lecco è sempre stato oggetto di piena applicazione; non va dimenticato che le imprese lecchesi durante l’anno della pandemia hanno applicato le due tranche di aumento contrattuale sancite nell’accordo di rinnovo del 2019.

Il Contratto Integrativo Provinciale, cosiddetto di secondo livello, rientra nelle specificità di ogni territorio provinciale, livello sul quale tutte le provincie Lombarde sono attualmente impegnate e, ad eccezione del solo contesto di Bergamo, nessuna di esse ha su di esso raggiunto una propria sintesi; ci chiediamo dunque di quale ritardo starebbero parlando le organizzazioni sindacali (OO.SS)., anche in considerazione del grave periodo di emergenza che tutto il sistema paese sta vivendo.

Con l’inattesa iniziativa assunta dalle OO.SS. lo specifico tavolo di contrattazione che si è riunito in più occasioni nel corso del 2021, l’ultima delle quali risale solo allo scorso 20 dicembre, rischia ora una battuta d’arresto, non certo per volontà di Confcooperative dell’Adda, per la quale il rinnovo del Contratto Integrativo Territoriale continua a rappresentare oggi più che mai una straordinaria occasione per sostenere, congiuntamente, le Cooperative Sociali Lecchesi, e con esse i loro soci lavoratori, nell’affrontare le sfide che la pandemia sta sottoponendo sia a livello sociale che economico, che richiedono una grande capacità di flessibilità ed adattamento e non possono derogare al principio di sostenibilità imprenditoriale.

Proprio sulla base di tali esigenze, Confcooperative dell’Adda ha sottoposto all’attenzione delle OO.SS. strumenti legittimi ed innovativi di flessibilità, che non significa precarietà, della prestazione lavorativa (lavoro intermittente ed innalzamento della durata dei contratti a termine rivolti a soggetti svantaggiati con percorsi di inserimento lavorativo a tempo determinato), nonché una regolamentazione di elementi integrativi della retribuzione (PTR) strettamente correlata ai risultati di bilancio delle imprese, oltre che rispettosa delle specifiche Linee Guida sancite nel Contratto Collettivo Nazionale.

Solo sulla base di tali presupposti Confcooperative dell’Adda ritiene possibile sancire un Accordo territoriale utile ad imprese e lavoratori, al fine di garantire prospettive di continuità e di sviluppo al sistema di welfare territoriale lecchese, nel quale la Cooperazione Sociale si è sempre distinta per la propria capacità di investimento sul territorio, per la propria proattività e autonomia imprenditoriale nel costruire reti virtuose, nella disponibilità piena verso le azioni di coprogettazione e assunzione di responsabilità pubblica.

Anche durante la pandemia, la Cooperazione Sociale Lecchese si è prodigata per garantire continuità a numerosi servizi essenziali; lo ha fatto sostenendo i redditi di centinaia di soci lavoratori, mediante l’anticipazione finanziaria dei trattamenti di cassa integrazione salariale che si sono resi necessari, in un contesto nel quale ha subito perdite di fatturato del 10% e di marginalità attorno al 50%, che ancora oggi sono lontane dall’essere state recuperate.

Il ricorso a misure estreme come quella dello stato di agitazione non attiene né allo stile che ha sempre contraddistinto la relazione tra Confcooperative dell’Adda e le Organizzazioni Sindacali, né tantomeno a ciò che le imprese interessate fatte di soci lavoratori meritano”.

Il Presidente
Dott. Gabriele Marinoni