Giornata dell’Economia: 2021 anno di ripresa ma cala l’occupazione

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“Una ripresa ad ostacoli per l’economia Lariana”. Il report della Camera di Commercio

Bene l’industria, oltre i livelli pre covid, meno bene il terziario. Scende l’occupazione sia nel lecchese che nel comasco

 

LECCO – Un anno decisamente di ripresa il 2021 per le imprese lecchesi: lasciato alle spalle il 2020 di lockdown e forti ripercussioni causa pandemia, l’anno passato ha conosciuto delle performance, soprattutto in alcuni settori come il manifatturiero e le costruzioni, che hanno spinto gli indicatori anche oltre i livelli ‘pre-pandemia’. Meno bene invece per l’occupazione che ha conosciuto nell’ultimo anno un significativo calo sia nella provincia di Lecco che nel comasco.

E’ quanto emerge dal report presentato oggi, giovedì, a LarioFiere di Erba in occasione della Giornata dell’Economia, un’analisi a cura dell’Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio di Como-Lecco con il Coordinamento tecnico-scientifico di PTS. Titolo: “Una ripresa ad ostacoli per l’economia Lariana” perché sono diversi i segnali positivi registrati nell’ultimo anno con qualche criticità ancora evidente.

Un significativo segnale di ripresa per il sistema imprenditoriale lariano è l’aumento delle imprese registrate dello 0,6% (poco meno di 500 unità), grazie soprattutto alla nascita di nuove imprese (oltre 4.000) e a un bilancio finale che è tornato di segno positivo nel 2021, dopo la riduzione dell’anno precedente. Complessivamente, a fine 2021 nell’area lariana operavano complessivamente 73.979 imprese di cui 48.255 in provincia di Como e 25.724 in quella di Lecco.

La ripresa, pur con intensità diverse, ha interessato numerosi settori economici. Di rilievo il balzo annuale della produzione industriale, aumentata mediamente nell’area di circa il 15% nel 2021, sostenuta, oltre che da una domanda interna più vivace, da un considerevole incremento delle esportazioni che hanno raggiunto la soglia record dei 10.600 milioni, oltrepassando il valore raggiunto nel 2019 (+3,6%);

Meno netta è risultata la ripresa produttiva nell’artigianato, ma comunque superiore al 10% rispetto al 2020, risalita fino a sfiorare i livelli pre-pandemia.

Commercio e servizi

Meno dinamico appare anche il settore terziario: gli indicatori statistici di riferimento segnalano per l’area lariana un aumento del volume d’affari nel 2021 rispetto all’anno precedente, più consistente nei servizi (+17 -18%) che nel commercio (+7%); per i servizi si registrano tuttavia valori ancora inferiori a quelli osservati nel 2019, prima della pandemia. Nel primo trimestre 2022, sia per il commercio che per i servizi, anche a Lecco il volume d’affari resta ben al di sotto dei livelli pre-Covid: il commercio mostra un calo del 5,4%, nei servizi del 2,3%. Tuttavia, l’occupazione del commercio risulta superiore alla media 2019, mentre quella dei servizi rimane ancora al di sotto (rispettivamente +11% e -0,3%).

Il drastico calo delle attività turistiche nel 2020 potrebbe aver ridimensionato non poche attività della “filiera”, rallentando l’intensità della ripresa sia del settore dei servizi che di quello commerciale.

Il 2021 ha visto di nuovo crescere il numero delle attività nell’area lariana, anche se in misura marginale (+0,1% rispetto a fine 2020, -1% in Lombardia e in Italia); l’aumento
ha però riguardato la sola provincia di Lecco (+0,4%, contro il -0,1% di Como). In dettaglio, a fine 2021 le unità attive nel commercio al minuto sull’intero territorio lariano sfioravano quota 8.500 (5.500 a Como e 3.000 a Lecco). Di queste, il 57,1% operava nel “no food” (4.846 unità, +0,7% rispetto a fine 2020), il 15,3% nell’ambulantato (1.303, -1,4%), mentre “food” e “grande distribuzione” rappresentavano una quota del 14%
circa ognuno era (rispettivamente 1.181 e 1.165 unità di vendita; il primo risulta in calo dell’1,3%, mentre il secondo è in crescita dello 0,8%).

Oltre 7 mila occupati in meno nel lecchese

Nel corso del 2021, i livelli occupazionali relativi alla popolazione residente hanno registrato una flessione: le statistiche recentemente diffuse dall’ISTAT evidenziano per il 2021 una riduzione del numero di occupati nell’area lariana pari a 9.600 unità (di cui 7.200 a Lecco e 2.400 a Como), e un tasso di occupazione inferiore a quello dell’anno precedente: per il territorio lariano nel suo complesso è sceso dal 66% al 65,5%.

Un calo non marginale in valori assoluti, che tuttavia non ha determinato un pari aumento delle persone in cerca di occupazione (circa 5.200 unità): il tasso di disoccupazione a Lecco è passato dal 5,3% al 5,5%, mentre a Como è salito dal 5,6% al 7,5%. Un trend che non presenta evidenti differenziazioni tra la componente maschile e quella femminile.

Nell’area lariana il “pendolarismo” per motivi di lavoro riguarda circa il 30-32%
degli occupati (senza considerare i lavoratori autonomi e quelli del pubblico impiego), con destinazione in oltre metà dei casi nell’area milanese e della Brianza monzese (con punte più elevate nel lecchese che nel territorio comasco, dove molto diffusi risultano i movimenti frontalieri verso il Canton Ticino). È invece poco consistente l’interscambio di lavoratori fra le due province lariane: 5-6 mila lecchesi verso imprese comasche e viceversa.

Più avviamenti ma meno stabili

Eppure, nonostante il calo di occupati, sono tornati “vivaci” i flussi in entrata osservati nel mercato del lavoro, che nel 2021 hanno registrato nell’intera area lariana oltre 110.000 avviamenti (+22%), con un incremento del 21% a Como e del 25% a Lecco. Per gli avviamenti si tratta di un livello record nell’ultimo ventennio; di segno positivo e in crescita anche il saldo finale, la differenza tra avviamenti e interruzioni dei rapporti di lavoro.

Tra le criticità fatte presente nel report è quella della flessibilizzazione dei contratti di lavoro: l’incidenza sul totale dei contratti a tempo determinato e a termine è rimasta superiore al 50%, e in crescita sul 2020; e pure in crescita è risultata la quota degli avviamenti con contratto di somministrazione. I contratti stabili, a tempo indeterminato, hanno interessato solo 1 avviamento su 5.