Giovani Imprenditori di Confcommercio: anche i lecchesi al forum di Firenze

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A Firenze anche i Giovani Imprenditori di Confcommercio Lecco

Il presidente Mattia Maddaluno ha guidato la delegazione lecchese

FIRENZE – Il Gruppo Giovani di Confcommercio Lecco ha preso parte al dodicesimo Forum nazionale dei Giovani Imprenditori di Confcommercio svoltosi a Firenze lo scorso 8 novembre. La delegazione lecchese era guidata dal presidente Mattia Maddaluno e composta anche dai consiglieri Francesca Maggi, Nicolò Gerin e Andrea Secchi.

Il quadro che è emerso durante i lavori mostra come la riduzione della pressione fiscale e l’alleggerimento della burocrazia siano le richieste degli imprenditori, comuni sia agli under 42 che agli over, mentre i più giovani in particolare chiedono anche incentivi agli investimenti e servizi per sviluppare le capacità manageriali.

 

Ma la potenzialità imprenditoriale rischia tuttavia di essere soffocata dalla carenza di know-how: se è alta nel nostro Paese la quota di popolazione che intende avviare un’impresa entro tre anni (seconda solo alla Francia tra i grandi Paesi europei), l’Italia scende all’ultimo posto, dopo Spagna, Regno Unito, Germania e Francia per possesso di conoscenze e competenze.

“La percentuale  di chi pensa di avere competenze e conoscenze per avviare un’impresa – ha spiegato il presidente nazionale dei Giovani di Confcommercio Andrea Colzani – è più bassa degli altri grandi Paesi europei (30%) e i giovani imprenditori più formati sono anche quelli che hanno più fiducia nel futuro. Non a caso il nostro Gruppo Giovani ha tre parole d’ordine: education, education ed education”.

“Come ha osservato il nostro presidente Colzani i giovani hanno una grande voglia di contribuire all’imprenditorialità, alla crescita e all’innovazione collettiva, e nel mondo rappresentato da Confcommercio questo è ancora più eclatante: turismo, servizi, commercio sono settori ricchi di opportunità – commenta il presidente dei Giovani di Confcommercio Lecco, Mattia Maddaluno – La potenzialità dell’imprenditore rischia però di essere soffocata da un sistema Paese che non va alla giusta velocità ma anche dalla carenza di know-how individuale”.

E aggiunge: “Se l’anno scorso la parola d’ordine era consapevolezza quest’anno invece la parola chiave è futuro. Un futuro che necessariamente passa dalla formazione, sapendo che oggi il discorso della mission o della vision resta sicuramente valido ma viene affiancato, se non addirittura superato, dal tema della vocazione. Oggi è questa a mio avviso la vera forza dell’imprenditore, soprattutto se giovane”. Sul tema della formazione Maddaluno pone l’accento sul progetto Corporate University, presentato durante il Forum e nato dalla collaborazione tra Università Mercatorum (Università telematica delle Camere di Commercio italiane) e i Giovani di Confcommercio:

“Imprenditori, lavoratori autonomi e professionisti iscritti a Confcommercio potranno iscriversi al Classform Confcommercio Giovani al prezzo simbolico di 1 euro. L’iscrizione consente di partecipare a dei seminari progettati ad hoc che sostituiscono il primo anno accademico di uno dei corsi di laurea triennale attivati dall’ateneo. Si tratta di una opportunità davvero interessante tesa alla valorizzazione e alla crescita personale e professionale dei giovani imprenditori”.

Durante il convegno di Firenze sono stati presentati i risultati dell’indagine “Giovani imprenditori: competenze e formazione” realizzata da Confcommercio–Unioncamere sui fabbisogni formativi e i tratti distintivi dei giovani imprenditori del terziario. Tra le imprese giovanili italiane più della metà opera nel settore dei servizi di Confcommercio: sono 576mila su circa 6 milioni e 100mila, 122mila in meno rispetto al 2011 (-17,6%); di quelle nate nel 2011, dopo tre anni ne è sopravvissuto il 77% e a 5 anni il 68%; ma se superano la fase di start up dei cinque anni, hanno più possibilità di sopravvivenza rispetto alle altre.

L’età media dei giovani imprenditori è di 28,7 anni, e fra questi le donne rappresentano il 33% (nelle attività di alloggio si arriva al 45%), il 15% è rappresentato da stranieri. Quattro su dieci fanno impresa per voglia di valorizzare il proprio know-how e per inseguire il successo personale ed economico

“Il 64% dei giovani guarda all’impresa come un futuro lavorativo, ma le imprese sono diminuite del 17% – ha evidenziato nel suo intervento il presidente nazionale di Confcommercio, Carlo Sangalli – Come mai? E’ colpa dell’incertezza. Ma la paura si combatte insieme: a questo serve stare insieme, a questo serve la confederazione”.
Importante il messaggio lanciato durante il Forum dal ministro dei Beni Culturali e del Turismo, Dario Franceschini:

“Credo che le botteghe storiche tipiche o in generale le attività commerciali nei comuni sotto i mille abitanti debbano essere sostenute dallo Stato, modello tax credit librerie, attraverso una serie di incentivi e sgravi fiscali che consenta di tenere aperto. In questo modo non si aiuta soltanto il commerciante, ma anche la comunità in cui quel commerciante lavora”.