I Dottori Commercialisti di Lecco agli Stati Generali della Professione

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Delegazione lecchese a Roma per la convention nazionale dei Dottori Commercialisti

Presentato il Manifesto della categoria con le richieste alla politica

LECCO/ROMA –  Si sono svolti giovedì, 9 maggio, presso il Roma Convention Center “La Nuvola”, gli Stati Generali della professione dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, organizzato dal Consiglio nazionale della categoria in collaborazione con le Casse di previdenza dei Dottori Commercialisti e dei Ragionieri.

Si tratta dell’appuntamento annuale promosso dalla categoria professionale per dibattere con i rappresentanti del Governo e delle istituzioni di fiscalità, stabilità finanziaria, crescita economica e della professione.

Un incontro che ha visto la presenza e gli interventi dei rappresentanti più importanti schieramenti politici. Ad aprire i lavori è stato il presidente nazionale dei commercialisti, Massimo Miani.

Anche l’Ordine dei Commercialisti di Lecco ha partecipato all’importante appuntamento con una delegazione guidata dal presidente provinciale Antonio Rocca e dai membri del Consiglio Direttivo; con loro anche esponenti delle locali UGDCEC e AIDC.

Il ruolo importante della categoria nel sistema economico

La valorizzazione delle competenze, il riconoscimento del ruolo svolto dalla categoria, il sostegno ai processi di aggregazione professionale e l’intervento sistematico di semplificazione normativa “per un sistema legislativo chiaro, certo e coerente”: sono questi i quattro capisaldi del Manifesto dei Commercialisti presentato nel corso del convegno.

Antonio Rocca, presidente provinciale dell’Ordine dei Dottori Commercialisti

La categoria, ricorda Antonio Rocca, svolge numerose attività a sostegno e a supporto dell’economia italiana e del sistema produttivo del Paese: il 75% dei lavoratori autonomi, imprese individuali e società di capitali adempiono ai propri obblighi fiscali per il tramite dei Commercialisti, che inoltre ricoprono anche il 77% delle cariche di componente del collegio sindacale o di sindaco unico delle società di capitali; se si considerano solo le imprese più grandi la percentuale arriva al 90%.

I Commercialisti chiedono alla politica e al pubblico dibattito di prestare la dovuta attenzione all’utilità del lavoro da essi svolto quotidianamente e di vedere riconosciuto il ruolo di “pubblico servizio” per lo svolgimento delle attività che, in ambito fiscale, amministrativo e contabile, si risolvono nella predisposizione e presentazione di atti, dichiarazioni, attestazioni e certificazioni la cui esibizione o il cui deposito presso pubbliche amministrazioni è espressamente richiesto dalla legge.

Per gli stessi motivi, la categoria chiede inoltre l’approvazione di criteri di predeterminazione della soglia minima di “equo compenso” per le funzioni svolte in forza di nomina obbligatoria per legge e la possibilità di conoscere, prima dell’assunzione dell’incarico, le responsabilità che esso comporta.

Un sistema fiscale più semplice ed equilibrato

Tra le richieste contenute nel Manifesto, c’è anche quella di prevedere che i regimi di favore fiscale recentemente introdotti possano applicarsi anche a coloro che esercitano l’attività professionale nell’ambito di associazioni professionali e società tra professionisti, offrendo in tal modo un incentivo fiscale ai processi di aggregazione professionale.

In materia di normativa fiscale, continua Rocca, i Commercialisti invitano il legislatore a dare finalmente un decisivo impulso alla reale semplificazione tramite la formulazione di nuovi Testi unici e di porre in atto ogni sforzo utile ad eliminare gli adempimenti e le duplicazioni inutili e introdurre una maggiore proporzionalità, rispetto alle dimensioni dell’attività esercitata. Infine si chiede di ripristinare un maggiore equilibrio anche nel rapporto Stato-Cittadino e, per quel che interessa il settore fiscale, nel rapporto Fisco-Contribuente, a partire da una effettiva valorizzazione dei principi dello Statuto dei diritti del contribuente.