Il mercato del lavoro “in difficoltà ma non crolla”. Il report sul 2020

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Presentato il report sull’occupazione in provincia di Lecco. Tengono le imprese, calo di mille posto di lavoro

Usuelli: “Il sistema Lecco si è dimostrato ancora una volta capace di resilienza”

LECCO – E’ stato presentato in mattinata il Rapporto dell’Osservatorio Provinciale del Mercato del Lavoro, l’undicesimo redatto dalla Provincia insieme alla Camera di Commercio e Network Occupazione ed elaborato dalla società Pts Clas.

I dati contenuti nella relazione sono quelli consolidati al 31 dicembre, consentono quindi di tracciare un bilancio del 2020 in provincia di Lecco, anno contraddistinto dall’emergenza sanitaria che ha inevitabilmente inciso sul mondo economico.

Nonostante il Covid, “il rapporto evidenzia bene la reazione che il nostro sistema produttivo e il mercato del lavoro locale hanno avuto lo scorso anno, confermando ancora una volta la capacità di resilienza che caratterizza Lecco e la sua provincia anche nei momenti più difficili” ha sottolineato Claudio Usuelli, presidente della Provincia di Lecco.

Non a caso il titolo scelto per questo undicesimo report (“Il sistema occupazionale in difficoltà ma non crolla”) rispecchia il quadro certamente di complessità dell’anno trascorso ma anche della sostanziale stabilità, o quasi, nei dati.

Le imprese

Il numero di imprese attive nel 2020 è stato di 22.950, solo in lieve calo (-0,1%) rispetto all’anno precedente, con una piccola flessione nell’industria (-50, pari a -0,7%), mentre tengono le imprese del commercio e della ristorazione (+0,8%) che riportano in positivo il settore nonostante la variazione negativa per le aziende dei servizi (-0,6%).

Poteva andare peggio: “Il dato sulle chiusure delle aziende non è più incisivo di altri anni ed è legato ad un trend già in essere, che non è stato accentuato dal lockdown – spiega Gianni Menicatti di Pts Clas – Questo non toglie che le imprese abbiano avuto delle difficoltà nell’ultimo anno, ma la tenuta nei dati è sicuramente positiva”.

Record di cassa

Un bilancio negativo, ma in termini contenuti. A ciò ha contribuito sicuramente il blocco dei licenziamenti e in misura significativa il ricorso alla Cassa Integrazione, estesa ad un’ampia fascia di imprese e di lavoratori.

Un ‘record’ di ore autorizzate che nel corso del 2020 hanno superato la soglia di 26,5 milioni, tredici volte superiori a quelle autorizzate nell’anno precedente e ben più elevate rispetto a quelle autorizzate negli anni della grande crisi economico-finanziaria di dieci anni fa (19,6 milioni di ore nel 2009, 18,4 nel 2010, 14,1 nel 2011 e 15,0 nel 2012).

Gli occupati

Per quanto riguarda i lavoratori, in provincia di Lecco si è registrato un calo di mille occupati (149.500 il totale degli occupati in provincia) con altrettanti posti di lavoro persi sul territorio. Il tasso di occupazione è rimasto comunque stabile al 68,9% e il tasso di disoccupazione è sceso seppur di poco dal 5,3 al 5,2%, questo a causa dell’effetto ‘scoraggiamento’ di quelle persone che, nell’ultimo anno, si sono auto-escluse dal mercato del lavoro e che, quindi, riducono in positivo il tasso di disoccupazione complessiva.

La “resilienza” del sistema occupazionale lecchese è principalmente ascrivibile all’insieme delle imprese manifatturiere, pur se nel comparto dell’artigianato produttivo si registrano contrazioni dei posti di lavoro, soprattutto nella componente dei lavoratori autonomi che, anche nel 2020, segnano un dato negativo confermando una tendenza in atto da oltre 10 anni.

Meno critico, invece, il quadro occupazionale per il settore edile; nel 2020 i lavoratori attivi nelle imprese lecchesi registrano un incremento, anche se marginale; ma le previsioni per l’anno in corso appaiono decisamente positive grazie ai diversi interventi a sostegno del comparto edile, delle infrastrutture e della salvaguardia ambientale.

Nonostante le note difficoltà, bilancio non negativo per il settore dei servizi, del commercio e del turismo, con una tenuta dei posti di lavoro presenti nelle imprese lecchesi (circa 53.000 unità nel 2020).

Nella Pubblica Amministrazione (negli enti locali, nel sistema scolastico e universitario, nel sistema sanitario e nelle unità locali dei Ministeri e delle altre istituzioni pubbliche nazionali) il numero di posti di lavoro nel 2020 è aumentato di circa 300 unità, per un totale pari a 13.100 a fine anno (+2,3%), soprattutto per assunzioni nel settore della sanità e della scuola.

Meno disoccupati tra i giovani

Tra i giovani il tasso di occupazione (27,1%) supera di 1,5 punti percentuali quello dell’anno scorso (pari a circa 500 giovani occupati in più) e il tasso di disoccupazione (15,6%) diminuisce di quasi quattro punti percentuali rispetto al 2019 ma anche in questo caso, il dato potrebbe essere condizionato dall’effetto ‘scoraggiamento’ e quindi della presenza di meno giovani attivi nella ricerca del lavoro.

Lavorare fuori Lecco

I dati più aggiornati, relativi al 2019, quantificano un flusso di lavoratori in uscita dal territorio lecchese pari a circa 35.000 e un flusso di entrata di poco superiore 25.000: il bilancio registra un segno negativo pari a quasi 10.000 unità.

Monza e la sua provincia continua ad attrarre la quota più consistente (pari al 31%) ma altrettanto elevato è il flusso di lavoratori lecchesi verso le imprese dell’area milanese (anche in questo caso intorno al 31%). L’interscambio risulta elevato, soprattutto con la provincia di Monza e Brianza, considerando anche la mobilità in entrata di lavoratori monzesi attratti da imprese lecchesi (pari al 30% del flusso complessivo in entrata). La provincia di Como attrae un flusso abbastanza consistente pari al 14% dei lavoratori in uscita da Lecco.

Di contro quelli in entrata da Como rappresentano il 21% del totale. Flussi di minor rilevanza riguardano le province di Bergamo e Sondrio e in misura ancor più contenuta le altre province lombarde e i territori fuori regione.