Il turismo nel lecchese cresce (poco) grazie ai visitatori stranieri

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Il turismo cresce ma non altrettanto come a Como. Bene la presenza di stranieri

Più disponibilità di posti letto ma non negli alberghi

LECCO – Il dato è positivo ma il confronto con i ‘cugini’ comaschi è sempre sconfortante: il turismo a Lecco cresce con un +12% rispetto al 2007 e 583 mila presenze totalizzate nel 2018, mentre sulla sponda opposta del Lario l’aumento è decisamente più consistente, +39% e oltre 3 milioni di presenze conteggiate lo scorso anno.

E’ quanto emerge dalle statistiche pubblicate in occasione dell’incontro di martedì sul patto di promozione turistica dei Laghi di Como e Ceresio, che vede tra i partner anche il Comune di Lecco, la Camera di Commercio e le associazioni di categoria del territorio.

Dati interessanti che offrono uno spaccato del turismo sul territorio. Un turismo che nel lecchese cresce in modo decisamente contenuto rispetto ad altre province lombarde (Milano +57%, Sondrio +21%, Mantova +37%, Bergamo +33%, Brescia +21%, Varese +45% nel 2018 sul 2007).

Straniero è il 59% di presenze di turistiche

Un fattore fondamentale dell’incremento dei turisti sul territorio lombardo è quello dei visitatori stranieri e in provincia di Lecco, negli ultimi dieci anni, il loro numero è raddoppiato: se nel 2007 si contavano 71 mila arrivi e 187 mila le presenze, nel 2018 si sono toccati i 131 mila arrivi e 345 mila presenze. Gli stranieri rappresentano oggi il 59% delle presenze turistiche nel lecchese (lo stesso dato percentuale registrato a Milano).

Trend differente per quanto riguarda il visitatore ‘nostrano’: i turisti italiani a Lecco sono aumentati seppur in modo lieve (98 mila arrivi nel 2007, 109 mila nel 2018) ma sono diminuiti quelli che hanno deciso di fermarsi più notti (316 mila presenze nel 2007, 239 mila nel 2018).

Più posti letto grazie alle strutture extra-alberghiere

Se il turismo cresce lento nel lecchese, non si può dire lo stesso per il moltiplicarsi di posti letto, raddoppiati dal 2012, in tutto oltre 13,5 mila in 460 strutture ricettive.

Cresce la disponibilità di posti per i pernottamenti, ma non nelle strutture alberghiere che, al contrario, tra il 2012 e il 2018 hanno registrato un calo, sia di esercizi (-27) che di posti letto (-78).

Sono le strutture extra alberghiere ad accrescere le statistiche: gli alloggi in affitto (+1.151 posti letto) campeggi e villaggi turistici che, pur restando stabili nel numero di strutture hanno ampliato le proprie disponibilità di posti (+4 mila), i B&B (+442) le case vacanze (+192).

Ma il turista preferisce l’albergo

Sono più di 10 mila i posti letto garantiti da queste strutture, contro i 3 mila disponibili negli alberghi, eppure questi ultimi restano comunque i principali operatori a cui il turista si rivolge: lo scorso anno, negli alberghi si sono registrate il 57,8% delle presenze contro il 42,2% rilevato nelle strutture non alberghiere.

Un segnale da non ignorare, non a caso il Comune di Lecco negli ultimi anni ha più volte insistito sulla necessità di aumentare i posti letto alberghieri sollecitando il privato alla nascita di nuove attività.

Entrambe le tipologie (alberghiere e non) hanno comunque fatto segnare un aumento di presenze: +31% per gli alberghi (variazione 2009-2016) e +26,2% nelle altre strutture.