Infortunio da Covid: oltre seicento denunce all’Inail dai lavoratori lecchesi

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Sono 602 i casi di infortunio da Covid in provincia di Lecco pervenuti all’Inail

Due i casi di morte, 456 le lavoratrici colpite dal virus

LECCO – In tutta Italia, le denunce di infortunio sul lavoro da nuovo Coronavirus pervenute all’Inail alla data del 31 maggio sono 47.022, i casi mortali sono 208 e concentrati soprattutto nei mesi di marzo (40%) e aprile (56%).

A rilevarlo è il quarto report nazionale elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Inail.

Più della metà delle denunce (55,8%) e quasi sei casi mortali su 10 (58,7%) ricadono nel Nord-Ovest. La Lombardia, in particolare, si conferma la regione più colpita, con il 35,5% delle denunce di contagio sul lavoro e il 45,2% dei decessi. Il 30,4% delle 16.700 infezioni denunciate nel territorio lombardo riguardano la provincia di Milano, ma il primato negativo dei casi mortali, con 25 decessi, è della provincia di Bergamo.

Nel lecchese sono 602 i casi di infortunio da Covid denunciati, la maggior parte riguarda lavoratrici (456), meno gli infortuni tra gli uomini (146), due sono i casi di morte. Per quanto riguarda le fasce d’età, gli infortuni sono concentrati tra nei lavoratori tra i 34 e i 49 anni (239) e tra i 50 e 64 anni (259).

I dati di Inail in Lombardia

Il settore della Sanità e assistenza sociale – che comprende ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche, policlinici universitari, residenze per anziani e disabili – registra in Lombardia, insieme agli organismi pubblici preposti alla sanità, l’80,7% delle denunce. Seguono il settore manifatturiero (industria alimentare, chimica e farmaceutica), i servizi di vigilanza, pulizia, call center, le attività di alloggio e ristorazione e il commercio.

I dati Inail in Lombardia

L’analisi per professione in Lombardia evidenzia la categoria dei tecnici della salute come quella più coinvolta da contagi, con il 43,3% delle denunce complessive, circa l’84% delle quali relative a infermieri. Seguono gli operatori socio-sanitari (14,1%),  gli operatori socio-assistenziali 13,1%), i medici (11,7%)  e il personale non qualificato nei servizi sanitari, come ausiliari, portantini e barellieri (6,7%). Un dato che si riflette anche a livello territoriale se teniamo conto dei 331 infortuni da Covid registrati tra marzo e aprile all’azienda ospedaliera di Lecco (leggi qui).

Circa la metà dei decessi in Lombardia riguarda il personale sanitario e socio-assistenziale. Le denunce con i settori di attività economica codificati più colpiti sono “Sanità e assistenza sociale” (32,6%), “Attività manifatturiere” (13%) e “Trasporto e magazzinaggio” (10,9%).