La Cisl: “L’industria metalmeccanica fa un passo indietro”

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Meno ‘cassa’ ma per più lavoratori negli ultimi sei mesi del 2018

L’ultimo rapporto del sindacato sull’industria lombarda

LECCO – La crisi non demorde e l’allarme lo lancia la Cisl Lombardia che giovedì ha diffuso le ultime statistiche del suo osservatorio regionale, che rileva sistematicamente i dati nelle circa 7.000 aziende industriali e con oltre 550.000 lavoratori della regione

Nel 2° semestre 2018, spiegano dal sindacato, sono state colpite dalla crisi 259 aziende (325 nel semestre precedente) e 9.647 lavoratori (8.448 nel periodo precedente) di cui 2000 colpiti da cassa integrazione straordinaria o chiusure.

I territori maggiormente coinvolti nel semestre sono quelli di Milano (33%), Brianza (18%), Varese (10%), Cremona (9%) e Lecco (9%). Seguono Brescia e Como con il 5% circa e poi gli altri territori con sospensioni minori.

A Lecco la situazione riguarda 25 aziende e 827 lavoratori, la maggior parte (690) sottoposti a cassa integrazione ordinaria, altri (96) in cassa integrazione straordinaria mentre 41 sarebbero le procedure di mobilità.

A livello regionale, diminuisce il numero delle imprese coinvolte dalla cassa integrazione ordinaria, 221 aziende rispetto alle 267 del semestre precedente, ma aumenta il numero di lavoratori coinvolti (7.698 contro i 6.402 del semestre precedente).

Stabile il numero delle aziende con ricorso alla cassa integrazione straordinaria, utilizzata in 22 aziende (23 nel semestre precedente), anche se cresce il numero di lavoratori coinvolti, che sale a quota 1.526 (1.190 nel semestre precedente).

Si riduce, invece, il ricorso alla mobilità, adottata in 18 aziende (35 il semestre precedente), con una conseguente discesa del numero di licenziamenti che si attestano a 423 (856 nel semestre precedente), dato sempre però su livelli di guardia, spiegano dalla Cils : “negli ultimi due anni, infatti, il numero dei licenziati tocca quota 2682, confermando il persistere della crisi e la de-responsabilizzazione di diverse aziende rispetto all’impatto sociale”.

Si riduce il numero dei contratti di solidarietà che passano dagli 8 dello scorso semestre ai 7 di quello attuale, ma sale il numero dei lavoratori interessati da questo ammortizzatore da 320 a 514, confermando così una situazione di incertezza. Il totale degli accordi stipulati negli ultimi 4 semestri è pari a 53 per un totale di 3.540 lavoratori.

Donegà: “Per la prima volta, riduzione degli organici senza sostituzioni”

“Per la prima volta da quattro anni registriamo una riduzione degli organici senza previsioni di sostituzioni dei dimissionari e dei pensionati e senza il rinnovo dei contratti dei lavoratori a termine – sottolinea Andrea Donegà, segretario generale Fim Cisl Lombardia -. Il nostro timore è che le imprese possano continuare su questo trend utilizzando Quota 100 e il decreto dignità riducendo gli organici a costo zero senza creare nuove occasioni di lavoro”.

“Per questo – prosegue –   siamo impegnati a rilanciare la contrattazione aziendale, per sollecitare le imprese a stabilizzare i contratti temporanei e dare opportunità occupazionali ai giovani. La cura delle competenze delle lavoratrici e dei lavoratori è la via migliore per garantire occupabilità alle persone e competitività e crescita alle imprese”