La regione promuove l’apicoltura in parchi e riserve naturali

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In Lombardia presenti 176.442 alveari, 9.752 sono in provincia di Lecco

Apicoltura riconosciuta per legge come attività essenziale per l’ambiente

LECCO – Creare le condizioni affinché le Associazioni apistiche lombarde e le singole aziende apistiche possano incrementare le aree di produzione e specializzazione qualitativa all’interno delle aree naturali della Lombardia. Con questo obiettivo l’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi, ha inviato una lettera a tutti i presidenti degli Enti gestori di aree protette (parchi e riserve naturali) del territorio regionale.

“La Regione – ha dichiarato Rolfi – ha riconosciuto per legge l’apicoltura come attività essenziale per l’ambiente. Vogliamo coinvolgere tutte le realtà possibili per incrementare l’utilizzo delle aree adibite a pascolo per api attraverso la definizione e sviluppo di un regolamento dell’area protetta. I parchi regionali e le riserve hanno a disposizione aree agricole e forestali che possono essere valorizzate anche includendo un’azione per favorire il nomadismo e la selezione mirata delle api”.

Gli accordi prevedono da parte dell’Ente gestore di aree protette l’impegno di mettere a disposizione specifiche aree di proprietà pubblica opportunamente individuate, con opportune vie d’accesso, e personale dedicato. L’impegno da parte delle associazioni è quello di fornire gli alveari e gestirli con i propri tecnici, anche con l’elaborazione di attività innovative e gestione delle stesse sul campo, promuovendo tra gli associati l’utilizzo delle aree protette a fini produttivi. I produttori apistici in Lombardia sono 7.443 per un totale di 176.442 alveari, la provincia di Lecco ne conta 9.752.

“Promuovere l’apicoltura – ha rimarcato l’assessore Rolfi – significa tutelare ambiente e biodiversità e la Lombardia vuole essere in prima linea. Gli accordi che promuoviamo prevedono anche campagne di informazione finalizzate a prevenire avvelenamenti e spopolamenti e a promuovere il consumo di miele locale”.

“Le aree protette lombarde, da sempre promotrici di biodiversità, sono pronte a questa sfida. Le api – ha dichiarato Marzio Marzorati, coordinatore di Federparchi Lombardia – rappresentano l’anello di congiunzione tra biodiversità e produzione agroalimentare, due aspetti custoditi anche all’interno delle aree protette. È grazie alla grande biodiversità presente nelle aree naturali che il nostro Paese detiene il primato mondiale per la più grande varietà di mieli monoflorali. Molti parchi ospitano già il lavoro degli apicoltori perché è qui che si trova la maggiore fonte di cibo per gli insetti impollinatori. Questa iniziativa ci permetterà anche di conoscere e valutare lo stato ambientale di un territorio visto che le api sono ottimi indicatori di qualità ambientale. L’apicoltura quindi non è solo una grande opportunità economica ma è un’occasione di promozione e tutela ambientale che deve contemplare necessariamente anche la riduzione di sostanze chimiche in agricoltura, che tutt’oggi possono pregiudicare la sopravvivenza degli impollinatori. Questa iniziativa di Regione Lombardia trova terreno fertile nell’importante relazione tra agricoltura e Parchi”.

“Apilombardia sostiene ogni azione della Regione volta alla valorizzazione dell’apicoltura e della biodiversità – ha dichiarato la presidente di Apilombardia Larissa Meani -. L’attivazione da parte delle Istituzioni di tutte le sinergie possibili tra mondo agricolo, associazioni apistiche, enti gestori delle aree protette ed Ersaf potrà far emergere un modello lombardo basato sul costante dialogo tra gli attori volto alla costruzione di pratiche produttive attente all’ambiente, alla biodiversità e alla salvaguardia delle api. Restiamo in attesa di poter confrontarci con gli Enti Parchi per firmare e attuare la convenzione”.

“Il dialogo e la collaborazione istituzionale – ha concluso Claudio Vertuan, presidente dell’associazione apicoltori lombardi – sono fondamentali per promuovere l’apicoltura e per valorizzare in maniera adeguata il miele lombardo”. “Il 75% del cibo – ha aggiunto – è frutto del lavoro di impollinazione delle api e senza loro non avremmo circa il 60% di frutta e verdura, così come migliaia di piante da fiore. Bisogna contribuire a sensibilizzare la popolazione sull’importanza di questa attività”.