Lavoratori a casa: se la ‘cassa’ non arriva, spesso ci pensano le aziende

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Commercio e metalmeccanico, mano tesa dagli imprenditori ai propri dipendenti

Molte le aziende lecchesi che hanno anticipato cassa integrazione ma anche ratei di tredicesima e la quattordicesima

LECCO – Regione Lombardia, giusto ieri, ha bollato come ‘fake news’ la tabella dell’Inps che riportava solo 37 domande di cassa integrazione in deroga vagliate dal Pirellone e ha ribattuto pubblicando sul proprio sito i decreti autorizzativi di oltre 48 mila domande, di altrettante aziende lombarde, elaborate in queste settimane dagli uffici, inducendo l’ente previdenziale a correggere il prospetto.

Eppure, mentre il botta e risposta tra enti prosegue, i soldi dell’ammortizzatore non sono ancora stati erogati ai lavoratori e la conferma arriva da sindacati lecchesi che non avrebbero riscontri sulla liquidazione delle somme. Le responsabilità non sono chiare ma le ragioni potrebbero facilmente essere imputate a procedure già di per sé non rapidissime in condizioni di normalità e messe in difficoltà dalla mole di richieste. Sono 279 quelle finora autorizzate per le imprese lecchesi, secondo il dato riferito dalla Provincia di Lecco.

Nel frattempo, una pezza ce la mettono le aziende che stanno anticipando i soldi del sostegno economico ai propri dipendenti.

Più FIS e meno Cigd

La richiesta della cassa integrazione in deroga riguarda in particolare il settore del commercio e della ristorazione. Nel lecchese sono oltre 10 mila i lavoratori del settore interessati. “Sul nostro territorio molte attività hanno optato per l’utilizzo del Fondo d’Integrazione Salariale, dando il proprio consenso all’anticipo dell’erogazione a favore dei propri dipendenti” spiega Barbara Cortinovis di Filcams Cgil di Lecco.

Barbara Cortinovis

Sono ben 528 gli accordi sindacali per l’utilizzo del fondo di solidarietà (per aziende tra 5 e 15 dipendenti) siglati nelle ultime settimane, contro le 179 richieste di cassa integrazione in deroga. Sempre per il settore del commercio sono state inoltre avanzate richieste di cassa integrazione ordinaria, in due casi, e di cassa integrazione straordinaria per tre attività.

“I dati sono in continua evoluzione – prosegue la sindacalista – alcune aziende, oltre all’anticipo del fondo o della cassa integrazione, hanno deciso di anticipare retei di 13esima e la 14esima, per dare un sostegno ai propri dipendenti”.

Nel manifatturiero

“Nella quasi totalità di aziende dove siamo presenti, è stato concesso l’anticipo della cassa integrazione e dove possibile anche la maturazione dei ratei di tredicesima e ferie” spiega Maurizio Oreggia, segretario della Fiom Cgil di Lecco.

Nel settore metalmeccanico non parliamo di cassa in deroga ma di cassa integrazione ordinaria e nel lecchese ne sono state avanzate circa 800 richieste a cui si aggiungono le 200 richieste per il Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato (FSBA), per un totale complessivo di oltre 22 mila lavoratori.

Maurizio Oreggia (FIOM)

Da lunedì, con l’inizio della Fase 2, il mondo del manifatturiero si è rimesso in moto: “Il rientro finora è stato abbastanza positivo – spiega Oreggia – le aziende devono essere attente in particolare al reperimento delle mascherine ffp2, adatte a garantire la tutela della salute in quei momenti in cui non è possibile mantenere le dovute distanze. Gli spogliatoi e le mense sono luoghi a cui prestare particolare attenzione per contenere il rischio di contagi. Resta poi un problema non da poco, quello dei dipendenti che, su comunicazione di ATS, finiscono la quarantena. L’azienda chiede al lavoratore l’esito negativo del tampone che oggi viene però effettuato solo a chi ha effettivamente contratto il virus”.