Lavoro. Confartigianato: “Stop a vincoli e costi per contratti a termine”

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Daniele Riva presidente di Confartigianato Lecco
Il presidente di Confartigianato Lecco Daniele Riva

Il presidente Riva: “Le imprese devono poter disporre di maggiore flessibilità nella gestione dei rapporti di lavoro”

LECCO – Confartigianato Imprese considera indispensabile eliminare i vincoli e i costi che gravano sugli strumenti di buona flessibilità, in particolare i contratti a termine, per i quali chiede di abolire l’obbligo di indicare la causale e il contributo addizionale previsto per ciascun rinnovo.

“In questa fase di profonda incertezza provocata dalla pandemia – commenta Daniele Riva, presidente Confartigianato Imprese Lecco – le imprese devono poter disporre di maggiore flessibilità nella gestione dei rapporti di lavoro e i contratti a termine consentono sia di non disperdere il patrimonio di professionalità nell’azienda sia di ricorrere alla forza lavoro necessaria per affrontare una domanda di beni e servizi ancora variabile e del tutto imprevedibile. Ma le rigidità e i costi introdotti nel 2018 dal ‘Decreto Dignità‘ per i contratti a termine scoraggiano le imprese ad assumere e a stabilizzare il rapporto di lavoro. Un effetto negativo che si è manifestato con maggiore evidenza proprio nel 2020, il momento in cui le aziende avevano bisogno di maggiore flessibilità: tra gennaio e novembre dello scorso anno i contratti a termine hanno registrato un grave saldo negativo”.

“Nell’artigianato le capacità e le abilità dei collaboratori sono fondamentali – continua Riva –  Abbiamo una bassissima propensione a licenziare: chiediamo più ammortizzatori sociali e investimenti su politiche attive del lavoro e sulla formazione dei giovani, ampliando le tutele a loro favore per garantire le particolari specificità. Chiediamo inoltre l’estensione degli ammortizzatori sociali alle imprese non industriali fino a cinque dipendenti proprio per mantenere le peculiarità del settore”.

Confartigianato ritiene quindi indispensabile abbandonare l’attuale rigido assetto regolatorio dei contratti a termine per contribuire a contrastare il crollo dell’occupazione che si è concentrato sui giovani, sui lavoratori a termine e sui lavoratori autonomi.