Novità sui congedi parentali, la Cisl: “Sostegno alle famiglie necessario”

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Mirco Scaccabarozzi, segretario Cisl Monza Lecco

Aumentano a 9 i mesi di congedo parentale indennizzati al 30%, dieci giorni al 100% per i papà

Mirco Scaccabarozzi (Cisl): “In un’Italia che invecchia, sostenere le famiglie e la natalità è una priorità non più rimandabile”

 

LECCO – Più mesi retribuiti da dedicare ai nuovi nati in famiglia per i lavoratori dipendenti e nuove tutele per le lavoratrici e i lavoratori autonomi e iscritti alla gestione separata. Dal 13 di agosto sono entrate in vigore le nuove regole previste dal decreto legge 105/2022 introdotte dal Governo.

Tra le novità principali del Decreto Legge: l’aumento da 6 a 9 mesi dei congedi parentali indennizzabili al 30% della retribuzione per i lavoratori dipendenti e gli iscritti alla gestione separata – di cui tre mesi per ognuno dei genitori (non trasferibile all’altro) e ulteriori 3 mesi in alternativa tra madre o padre utilizzabili fino al 12 anno di vita del bambino (e non più fino al sesto); il congedo di paternità di 10 giorni indennizzati al 100% della retribuzione da utilizzare da 2 mesi precedenti e 5 successivi al parto e che diventano 20 giorni in caso di parto plurimo; il diritto a 3 mesi di congedo parentale per ciascuno dei genitori, da fruire nell’anno di vita del minore, per lavoratori e lavoratrici autonome alle quale viene inoltre riconosciuta l’indennità giornaliera anche nei periodi antecedenti i due mesi prima del parto in caso di “gravi complicanze della gravidanza o di persistenti forme morbose che si presume possano essere aggravate dallo stato di gravidanza”, accertate dalla ASL.

“In un’Italia che invecchia a ritmi serrati, sostenere le famiglie per incentivare la natalità è una priorità non più rimandabile” ha dichiarato Mirco Scaccabarozzi, Segretario Generale della Cisl Monza Brianza Lecco esprimendo un giudizio positivo sulle migliorie introdotte dal Governo in materia di congedi parentali.

“Recentemente abbiamo affrontato questo tema in uno dei nostri eventi del ciclo ‘I venerdì della Cisl’ dedicato al Long Term Care. I dati emersi sono preoccupanti: entro il 2050 il 34% della popolazione italiana sarà over 65, in pratica un cittadino su tre sarà anziano. Dal punto di vista pratico questo determinerà un rapporto sempre più sfavorevole tra popolazione attiva e non attiva, creando seri problemi di sostenibilità socio-economica legati alla cura, all’assistenza e al sistema pensionistico”.

“Sostenere le esigenze di cura di genitori per una migliore conciliazione tra i tempi della vita lavorativa e quelli dedicati alla vita familiare, e, in generale, promuovere la parità di genere, che non può prescindere da una più equa condivisione delle responsabilità tra uomini e donne è un primo importante passo per combattere l’invecchiamento della popolazione prevenire l’assenza di nuove generazioni di lavoratori ma non basta – ha continuato Scaccabarozzi – Per invertire il trend della denatalità ci vorranno generazioni e l’economia e la società italiana non possono permettersi il lusso di attendere così tanto tempo. Il sistema pensionistico arriverà in tempi molto più ristretti a non reggere la sproporzione tra numero di nuovi pensionati e contribuenti attivi e il sistema sanitario non sarà in grado di farsi carico del nuovo esercito di anziani, sempre più longevi grazie alla medicina moderna ma afflitti dalle malattie croniche tipiche della vecchiaia”.

Nel passato la compensazione della denatalità in Italia era garantita dai flussi migratori che però negli ultimi anni hanno invertito il loro trend rallentando drasticamente:

“A fronte di un fenomeno che difficilmente riusciremo a contenere nel lungo periodo, la politica deve farsi carico del problema attuando riforme che, nel breve periodo, agevolino un processo di riorganizzazione della società in termini di welfare, assistenza socio-sanitaria e, non ultimo del sistema pensionistico che ci permetta di sostenere il nuovo assetto demografico del nostro Paese”.

Passi concreti che facciano la differenza oggi e che servano da fondamenta per una società futura sostenibile, questa è la richiesta della Cisl ‘Politiche per la famiglia’ è spesso un artificio retorico che cela il nulla. “Si potrebbe partire, ad esempio, costruendo un’adeguata rete di servizi per l’infanzia su tutto il territorio nazionale, che in tanti casi, oltre ad essere nel complesso troppo onerosa per le famiglie, è assolutamente insufficiente. Oggi unicamente a un bambino su quattro viene garantito un posto all’asilo nido pubblico per altro con fortissime disparità e diseguaglianze territoriali. Ciò non significa certo – conclude Scaccabarozzi – dimenticare l’assillante problema della previdenza e la questione migratoria. Le risposte che noi cerchiamo dalla politica non possono più essere intonate al ‘tanto peggio per i fatti’ nè ancorate a gretti interessi di bottega”.

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