Oltre al danno la beffa: “Negozi chiusi ma alcuni supermercati possono vendere di tutto”

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La lettera di alcuni negozianti della città

“Perché noi no e gli altri sì? Che senso ha tutto questo?”

LECCO – Riceviamo e pubblichiamo la lettera di alcuni commercianti lecchesi che accende i riflettori su una situazione paradossale. Loro, piccoli negozianti, nel rispetto dell’ultimo Dpcm sono stati costretti dal Governo a tenere la serranda abbassata. Quando sono andati in alcuni grandi supermercati, però, hanno scoperto che potevano acquistare gli stessi prodotti che anche loro vendono.

“Qualcuno può spiegarci che senso ha tutto questo? Siamo un piccolo gruppo di negozianti, trattiamo articoli di casalinghi, liste nozze e idee regalo. Come tanti commercianti, obbedienti alle regole, con la convinzione che i nostri sforzi possano essere utili al contenimento della diffusione del covid, non abbiamo aperto le porte porte dei nostri negozi dopo che il Governo ha inserito la Lombardia in zona rossa.
Già messi a dura prova dal primo lockdown, non ci siamo nemmeno chiesti se fosse giusto o sbagliato, subito ci siamo rimboccati le maniche per cercare di far quadrare i conti e sopravvivere a questa seconda mazzata. Siamo piccoli negozi per i quali è ancora fondamentale il rapporto diretto con il cliente, e-commerce e consegne a domicilio (anche per il tipo di articoli che trattiamo) sono mondi distanti. Nonostante ciò, dopo aver capito con non poche difficoltà che potevamo fare consegne a domicilio, ci siamo attrezzati per provare a lavorare un pochino.
Immaginate il nostro disappunto quando, entrando in alcuni grandi supermercati della città, abbiamo potuto acquistare quegli stessi articoli che noi non possiamo vendere. Un’assurdità. Dire che ci sentiamo presi in giro è poco. Siamo arrabbiati perché abbiamo famiglie e abbiamo dipendenti che a loro volta hanno famiglie, figli, mutui… Senza tirare in ballo l’importanza sociale dei negozi di vicinato. Queste giornate ‘vuote’ le passiamo per la maggior parte a fare i conti per capire se avremo ancora un futuro. Siamo molto amareggiati per questa mancanza di chiarezza e, anche in vista del Natale, forse sarebbe il caso che chi di dovere faccia qualcosa!”
Lettera firmata