Reddito di Cittadinanza. Cgil: “Meglio creare opportunità di lavoro”

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Il segretario della Cgil di Lecco, Diego Riva

Intervista a Diego Riva, segretario provinciale della Cgil di Lecco

Lavoro, ripresa, Industria 4.0 e Reddito di Cittadinanza: parla il sindacato.

LECCO – Dal 2008 la parola “crisi” ha dominato il vocabolario dell’economia per molti anni, dal 2017 si è iniziato a parlare di “ripresa”, nel 2018 di “stabilità”. E nel 2019 cosa ci attende?
“Abbiamo traghettato dieci anni di una crisi che ha toccato punti molto alti di difficoltà, soprattutto per le famiglie che, anche nel nostro territorio si sono impoverite. In questi anni abbiamo utilizzato cassa integrazione, contratti di solidarietà, ristrutturazioni e quindi mobilità, abbiamo perso tante industrie. Poi abbiamo iniziato a vedere una luce, seppur non così abbagliante. L’anno passato, sebbene sia diminuito l’uso di ammortizzatori sociali e ci siano state meno chiusure di aziende, le cose non sono andate così bene. Nel 2019, o si cresce davvero o si torna a soffrire”.

Qual è oggi la situazione sul mercato del lavoro?
“Sicuramente la ripresa c’è stata nel settore metalmeccanico, la situazione del commercio è migliorata, permane la difficoltà sull’edilizia. I dati dell’occupazione vanno nella direzione giusta ma le assunzioni continuano a rimanere precarie e questo non va bene, se c’è un miglioramento e se le aziende vogliono competere sulla qualità dei propri prodotti, sull’innovazione, devono investire sulla strutturalità dei rapporti di lavoro. Industria 4.0 la si affronta con la formazione dei propri dipendenti. Non si può da una parte incentivare gli investimenti sulle nuove tecnologie e dall’altra ridurre nella finanziaria i soldi per formazione, scuola e ricerca”.

Diego Riva

Una critica diretta al Governo, cosa non vi piace delle ultime scelte della politica?
“Si è a lungo dibattuto sullo sforamento del debito pubblico, che non sarebbe un problema se servisse a realizzare investimenti che possano dare risultati nel lungo periodo. Invece, sono state investite tante risorse sul Reddito di Cittadinanza, che non è un male perché utilizzato per ridurre la povertà, ma le stesse risorse si potevano impiegare nello sviluppo del Paese, nella realizzazione delle infrastrutture che tanto servono anche al nostro territorio. Serve oggi mettere in campo azioni che non siano solo assistenziali ma che consentano di superare il problema della povertà creando opportunità di lavoro. Prima del Reddito di Cittadinanza, a mio parere, si sarebbe dovuti intervenire per garantire una maggiore equità fiscale, che non c’è in questa manovra, combattere l’illegalità, fare della diversità culturale un valore aggiunto e non qualcosa su cui portare a casa dei voti, ed infine rafforzare la sicurezza in senso lato”.

Con il Reddito di cittadinanza, i centri dell’impiego sono designati ad un ruolo da protagonisti, ma oggi funzionano?
“I centri dell’impiego devono essere assolutamente potenziati perché ci consentono di ridurre il ruolo che oggi assumono le agenzie interinali, di intercettare sui territori domanda e offerta di lavoro e, trattandosi una struttura pubblica, possono offrire maggiore garanzie e trasparenza rispetto al privato. A Lecco il centro per l’impiego ha dato risposte soddisfacenti ma non sufficienti ad affrontare la crisi che abbiamo trascorso. Il centro dell’impiego funziona soprattutto se c’è sviluppo, in questi anni abbiamo giocato in difesa, cercando di ricollocare chi aveva perso il lavoro, ma sacche di disoccupazione permangono, soprattutto in alcuni settori. Non dobbiamo dimenticarci un ulteriore strumento, l’alternanza scuola-lavoro sulla quale bisogna prevenire abusi e fare in modo che sia realmente utile ai futuri lavoratori e alle imprese. A Lecco ha funzionato e crediamo vada assolutamente sostenuto”.

Il “sistema Lecco”, quella rete virtuosa di rapporti tra mondo istituzionale ed economico, esiste ancora e continuerà ad esistere con la fusione tra la Camera di Commercio di Lecco e Como?
“Credo di sì, vedremo cosa succederà dopo la fusione e la compagine del nuovo ente camerale. Non credo che l’esperienza lecchese andrà ad esaurirsi, al contrario penso che Lecco abbia un contributo importante da portare nel nuova Camera”.