Stampa 3D, il seminario on-line promosso da Confartigianato Lecco

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“Il favoloso mondo della stampa 3D”, webinar in Confartigianato

Giovedì 17 giugno dalle 17.30 alle 18.30, con Flavio Bassani

LECCO – Negli ultimi anni, a seguito della diffusione dei processi di digitalizzazione e del susseguirsi dei piani “Transizione 4.0”, i termini manifattura additiva e stampa tridimensionale o 3D sono diventati sempre più frequenti nel vocabolario delle imprese e sempre più correlati alle nuove tecnologie emergenti.

Confartigianato Imprese Lecco, con l’aiuto dell’imprenditore associato Flavio Bassani di Gecotec organizza il seminario online gratuito e aperto anche ai non soci “Il favoloso mondo della stampa 3D” in programma giovedì 17 giugno dalle 17.30 alle 18.30.

Le domande che ruotano attorno a questi temi sono ancora tante, alcune indice del grande interesse suscitato tra gli imprenditori. Per capire meglio di cosa parleremo con i partecipanti, abbiamo quindi chiesto all’esperto di rispondere a qualche domanda tra le più comuni.

 

Quanto costa una stampante 3d e qual è l’investimento iniziale da prevedere?

“La risposta dipende da diversi fattori. Anzitutto dipende dalla tecnologia scelta che deve essere valutata e deve essere quella che effettivamente risulta più utile per l’azienda. In secondo luogo dipende dal budget per l’investimento. In generale possiamo dire che l’investimento va da qualche centinaio di euro per le stampanti a filamento plastico più adatte per il campo hobbistico, a centina di migliaia di euro per quelle più altamente specifiche a sinterizzazione di metallo. Oltre al costo di acquisto bisogna prevedere l’acquisizione di software e competenze in campo della modellazione 3d, dello slicing e tutta la base tecnica che il modellista deve possedere per poter “far lavorare “al meglio la stampante. Nel nostro caso l’investimento iniziale è stato di circa quindici mila euro”.

Qual è la cosa più strana o curiosa che si può stampare con una stampante 3d?

“La pasta. Sì, proprio la pasta, quella che facciamo bollire. Barilla qualche hanno fa ha progettato e fatto costruire una macchina ad-hoc che utilizzando amido e farine può stampare formati di pasta personalizzati e unici. Tanti grandi chef hanno chiesto a Barilla la propria pasta con il proprio logo o iniziali. Questo è, ovviamente, un prodotto di nicchia che serve principalmente come azione di brand reputation, ma che ben dimostra che con la tecnologia delle stampanti 3d è possibile dar forma a qualsiasi fantasia”.

E’ vero, come si vede in alcuni film, che la stampante è in grado di stampare organi o tessuto umano?

“Questo è uno dei miti che dobbiamo sfatare, ma dobbiamo tenere ben presente la velocità con cui avvengono passi avanti per questa tecnologia, quindi non possiamo escludere nulla. Sicuramente, la stampa viene già impiegata in ambito medico, soprattutto per stampare e rendere evidente ai chirurghi la presenza di malformazioni o tumori al fine di studiare meglio gli accessi e le fasi dell’attività chirurgica”.

Ma per una azienda artigiana l’inserimento di questa tecnologia non può rappresentare un passo più lungo della gamba?

“No, di sicuro. Al di là delle singole valutazioni aziendali dal punto di vista economico di budget, investire su nuove tecnologie è un passo avanti per la propria azienda indipendentemente dalle dimensioni. Teniamo presente, inoltre, che sul territorio ci sono attività o hub dove è possibile effettuare delle prove o a cui appoggiarsi per la realizzazione di prototipi mediante la stampa 3d, senza dover fare il passo di fare entrare subito la tecnologia in azienda”.

L”iniziativa rientra nel progetto “#IMPRESAVALOREARTIGIANO – NETWORK DIH CONFARTIGIANATO”, finanziato a valere sul Bando “HUB – Sostegno all’accesso delle PMI all’innovazione e al trasferimento tecnologico attraverso i Digital Innovation Hub” di Regione Lombardia.

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