Tasse. Il Comune non le alzerà, ma la Tari rischia di aumentare per le attività

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L’assessore Pietrobelli fa sapere che le tariffe per il 2021 non saranno ritoccate

Ma con le novità normative sulla tassa rifiuti rischia rialzi per le imprese

LECCO – “La scelta politica è quella di mantenere inalterate le tariffe, non solo la Tari ma per tutte”. E quanto riferito ieri sera, in commissione consiliare, dall’assessore al Bilancio Roberto Pietrobelli, intervenuto per illustrare le novità relative alla tassa rifiuti (Tari) per il 2021.

Per quanto riguarda la Tari “coefficienti e percentuali di ripartizione del costo resteranno gli stessi dello scorso anno – ha aggiunto l’assessore – il 55% del costo del servizio ricadrà sulle utenze domestiche, il 45% invece sulle utenze non domestiche. Verranno mantenuti al minimo i coefficienti per ristoranti, pizzerie, pub, mense, birrerie, vendita fiori e piante, ortofrutta e pescherie al quale abbiamo aggiunto una riduzione del 5%. Per bar e pasticcerie abbiamo manutenuto il coefficiente minimo, senza modifiche rispetto al 2020”.

La tassa per le utenze domestiche prevede una parte fissa, relativa alla metratura dell’abitazione, e una parte variabile legata invece al numero di persone del nucleo familiare per il quale varrà la risultanza anagrafica al 1 gennaio 2021. Le variazioni successive non saranno conteggiate ai fini del tributo ma entreranno nel calcolo dell’anno successivo.

Un’unica rata, due oppure tre

Il Comune di Lecco ha fissato i termini del pagamento della tassa rifiuti in tre date: 30 giugno, 30 settembre e 7 dicembre. E’ stata ripristinata la rata unica di pagamento al 30 giugno, oppure sarà possibile pagare la tassa in due soluzioni, la prima entro il 30 giugno e la seconda a scelta tra il 30 settembre e il 7 dicembre.

Perché la tassa potrebbe aumentare per le attività

Nonostante il Comune abbia deciso di tenere invariati i coefficienti, prevedendo il minimo per alcune attività come la ristorazione, la TARI potrebbe comunque aumentare a causa di una novità normativa in vigore da quest’anno.

Si tratta del cosiddetto Decreto Rifiuti, varato nel settembre del 2020, che recepisce due delle quattro direttive europee del pacchetto “Economia Circolare” e introduce alcuni sostanziali cambiamenti: il principale è l’assimilazione dei rifiuti speciali a quelli urbani “quando essi siano simili per natura e composizione ai rifiuti domestici”, interessando nello specifico i materiali di imballaggio (carta, plastica, legno, metallo, vetro) ma anche rifiuti organici biodegradabili di mense, cucine e mercati.

Roberto Pietrobelli, assessore al bilancio

La novità che però avrà effetto sulla Tari è la possibilità per le aziende di scegliere un operatore diverso da quello pubblico per il conferimento dei rifiuti, senza più obbligo di rivolgersi al Comune, purché comprovino, tramite una attestazione rilasciata dal gestore privato, di aver avviato i rifiuti al recupero.

Conferendo altrove i propri rifiuti, l’attività sarà tenuta quindi a versare solo una parte della tassa prevista e questo inevitabilmente influirà sul riparto del costo complessivo del servizio, che la Tari deve coprire totalmente, sulle altre utenze non domestiche.

“Si aprono problemi economici che dobbiamo analizzare – ha sottolineato l’assessore Pietrobelli – supermercati e banche hanno già inviato lettere in cui manifestano di non voler più utilizzare il servizio pubblico per cercare tariffe più convenienti altrove”.

Sarebbero cinque al momento le ‘disdette‘ pervenute al Comune, ma il loro numero potrebbe aumentare. “Se la diminuzione di utenze non sarà contenuta si verificherà una riduzione sensibile di entrate che non potrà essere colmata con una riduzione di costo del servizio”.

“Dovremo innanzitutto regolare il servizio degli altri operatori della raccolta, quindi orari di ritiro e di ingresso nelle Ztl ove necessario – ha sottolineato Pietrobelli – Il Comune non può fare delle controfferte ma Silea potrebbe proporsi con offerte alle imprese e poi con l’amministrazione concordare uno storno sul costo complessivo della raccolta. Possiamo cercare di mettere mano alle aliquote per renderle più allettanti per alcune categorie, trovando un nuovo equilibrio e garantire allo stesso tempo equità fiscale”.