Turismo, il settore era in forte crescita a Lecco. Ora si guarda alla ripartenza

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Più attività e più occupati dal 2016 nell’area lariana. Calano nel 2020 ma non nel lecchese

Lecco guadagna 12 posizioni a livello nazionale per numero di addetti del settore

LECCO – In tutto 7.286 imprese (di cui 4.858 a Como e 2.428 a Lecco) e un peso del’8,6%   rispetto al numero totale delle attività registrate alla Camera di Commercio di Como-Lecco: è il settore del turismo lariano nei dati di fine 2020, raccolti dall’ente camerale che ha redatto un bilancio del comparto che più di altri è stato colpito dalle ripercussioni economiche del Covid.

Un settore che negli ultimi anni è cresciuto (la quota di imprese era pari al 7,8% nel 2016) in entrambe le province (+9,6% a Como e +10,8% a Lecco) con un aumento nell’ultimo quadriennio di 664 attività, di cui 237 nel lecchese.

Solo nell’ultimo anno, dal 2019 al 2020, la provincia di Lecco contava 52 imprese in più delle 70 aperte complessivamente sulle due province.

Occupazione, Lecco ‘tiene’ nel 2020

Sul fronte occupazionale il comparto del turismo lariano, a fine 2020, occupava oltre 25.000 addetti, pari al 9% della forza lavoro totale (contro il 7,8% della Lombardia e il 9,9% dell’Italia). Quelli delle aziende comasche sono poco più di 17.000 (pari al 9,5% del totale provinciale) mentre le imprese lecchesi occupano quasi 8.500 persone (8,1%).

Rispetto al 2016, il numero dei lavoratori lariani nel settore è cresciuto del 20,7%, offrendo 4.400 posti di lavoro in più, di cui 2.208 a Como (+14,8%) e 2.170 a Lecco (+34,4%).

Ma il 2020, anno del Covid, segna la discesa del settore, almeno nel comasco: il calo complessivo sulle due province è di 1.253 posti di lavoro (-1.276 persone a Como, ovvero -6,9% mentre a Lecco, in controtendenza si registrano 23 addetti in più, +0,3%).

 

A fine 2020, Como si piazza al 2° posto nella graduatoria regionale (dopo Sondrio) e al 60° di quella nazionale per quota di addetti del comparto turistico rispetto al totale provinciale, mentre Lecco è 6^ a livello lombardo (dietro anche a Varese, Brescia e Pavia) e 81^ in Italia.

Rispetto a fine 2015, Lecco guadagna 12 posizioni nella classifica italiana, mentre Como ne perde sette (nella graduatoria regionale Lecco guadagna una posizione, scavalcando Milano; invariata la posizione di Como).

Sono soprattutto imprese della ristorazione

La maggior parte delle attività del settore turistico lariano opera nel comparto della ristorazione (46,8%), mentre i bar rappresentano oltre 1/3 del totale delle realtà del comparto (34,3%, quasi 2.500). Gli alloggi sono il 15% (1.090 localizzazioni), mentre le agenzie di viaggio, tour operator e attività connesse il restante 3,9% (quasi 300 unita).

L’area lariana evidenzia una quota più bassa della Lombardia per i comparti della ristorazione (il dato regionale si attesta al 47,9% e quello nazionale al 46,8%), dei bar (Lombardia 37,6%; Italia 33%) e delle agenzie di viaggio e tour operator (Lombardia 4,4%; Italia 4,1%). Viceversa, la quota degli alloggi dell’area lariana è superiore al dato regionale (10,1%), sebbene inferiore a quello nazionale (16,1%).

Il sotto-settore delle agenzie di viaggio, tour operator e attività connesse, insieme a quelli degli alloggi e dei bar, mostra valori più elevati a Lecco che a Como (rispettivamente 4% contro 3,9%; 15,2% contro 14,8%; 35% contro 33,9%), mentre la ristorazione ha una percentuale più alta a Como (47,3% contro 45,8%).

Meno bar e più ristoranti

Rispetto al 2016, si evidenzia una diminuzione solo dei bar (-159 attività, ovvero -6%), mentre aumentano i ristoranti (+442: +14,9%), gli alloggi (+368: +51%), e le agenzie di viaggio/tour operator (+13: +4,7%).

Queste ultime, negli ultimi quattro anni, sono cresciute sia a Como, che a Lecco (rispettivamente +12 e +1: +6,7% e +1%); in valori assoluti, ristoranti e alloggi registrano un incremento superiore a Como: i primi crescono di +297 unità (+14,8%) a Como e +145 nel lecchese (+15%); i secondi rispettivamente di +224 e +144 unità (rispettivamente +45,1% e +64%).

I bar evidenziano un calo in entrambe le province: a Como di 106 unità e a Lecco di 53 (pari rispettivamente al -6% e al -5,9%), solo nell’ultimo anno, il 2020 ne sono stati chiusi 93 di cui 24 nel lecchese.

A fine 2020, più della metà degli addetti operava nel comparto della ristorazione (60,5%: quasi 15.500 operatori), mentre nei bar lavorava quasi 1/4 del totale degli addetti del comparto (24,3%: circa 6.200). Rispetto a inizio 2016, tra i sotto-settori del turismo solo gli alloggi mostrano un calo dei lavoratori (-2,5%: -83 persone).

“L’appeal lariano resta alto, è un asset per la ripartenza”

“Il settore turistico conferma la sua centralità per l’intera economia lariana -commenta il componente di Giunta camerale Giuseppe Rasella  – Nel 2020, a fronte della pandemia da Covid-19 e dei ripetuti lockdown che lo hanno di fatto bloccato, c’è stato un calo del numero di addetti. Questo dato preoccupa, ma il numero delle localizzazioni attive è cresciuto”.

“Negli ultimi 5 anni Como e Lecco – prosegue Rasella – hanno rafforzato la loro posizione in Lombardia, con performance sempre sopra la media regionale in termini di imprese create e di addetti. Anche arrivi e pernottamenti erano in costante crescita fino a inizio 2020; buona parte riguardava turisti stranieri. Per questo oggi è fondamentale sostenere turismo e cultura, vero volano economico dell’area lariana, specie sul piano della liquidità (per dare ossigeno all’intera filiera) e degli investimenti in sostenibilità. Sperando in una forte accelerazione della campagna vaccinale che permetta ai visitatori di muoversi in totale sicurezza; l’appeal lariano è ancora molto alto, ed è un asset strategico su cui puntare per la ripartenza”.