Turismo, Riva (Cgil): “Serve personale qualificato pagato come tale”

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Diego Riva, segretario Cgil Lecco

Il Segretario Generale della Cgil Lecco riflette sul tema del turismo e dei lavoratori in questo settore: “Basta improvvisazioni”

“Per investire ed incentivare il buon turismo servono lavoratori qualificati, pagati come tali”

LECCO – “Il turismo è uno dei settori su cui puntare per una ripartenza in provincia di Lecco. Non si può pensare che sia il motore trainante dell’economia lecchese (almeno non ora) ma il turismo dà lavoro a migliaia di persone, è in costante sviluppo sia per quanto riguarda le presenze sul territorio sia per l’aumento di lavoratrici e lavoratori in questo settore”. Lo ha dichiarato il Segretario Generale della Cgil Lecco Diego Riva.

“Dopo l’emergenza sanitaria è necessario rivedere le modalità per dare sicurezza alle persone, si pensi al distanziamento necessario in spiaggia, in montagna o nei musei. Ricordiamoci che sarà uno degli ultimi settori a uscire dalla crisi. Per questo serve continuare a parlarne, con le istituzioni e con tutte le realtà interessate, per poter migliorare il comparto” ha continuato Riva.

“Nel Lecchese, il settore del commercio e del turismo ha avuto un incremento dei posti di lavoro di 1.500 unità, passando da 51.500 nel 2018 a 53mila nell’anno successivo. A livello nazionale il solo turismo rappresenta il 13% del Pil e il 14% dell’occupazione. Gli ammortizzatori sociali utilizzati in emergenza sanitaria sono serviti e hanno aiutato, ma anche per il futuro è necessario proteggere il lavoro attraverso un adeguato sistema di tutele. In questo territorio possiamo investire e incentivare il buon turismo (senza ovviamente dimenticare la tradizione manifatturiera), ma per andare in questa direzione serve partire da personale qualificato e pagato come tale. Anche l’improvvisazione non va bene. Bisogna contrastare molto di più la piaga del lavoro nero: nel turismo si registrano ancora diversi casi di contratti non regolari. Bisogna garantire che i contratti part time siano applicati in coerenza alla normativa prevista. È solo con un’alta presa di coscienza che si può pensare di accorciare i tempi per un ritorno alla normalità” ha concluso.