Wedding planner al tempo del coronavirus: “Tutto congelato, si lavora per il 2021”

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La testimonianza del creativo lecchese Giuseppe Villa

“Difficile pensare a matrimoni in mascherina. Lavoriamo per essere pronti alla ripartenza”

LECCO – Il coronavirus non ha risparmiato nessun settore, ma quello degli eventi è senza dubbio tra i più colpiti. Il creativo lecchese Giuseppe Villa, titolare de L’Officina nel rione di San Giovanni, si occupa principalmente di matrimoni ed eventi: l’80% del suo lavoro si svolge tra primavera ed estate. Nonostante il virus e il blocco completo della sua attività prova a  guardare con fiducia al futuro.

“Sarà una magra consolazione, ma spesso dalle situazioni negative la creatività esce migliorata e vincente. L’arte, in qualsiasi forma, nasce dalle emozioni, che siano belle o brutte. Questo periodo è sicuramente ricco di emozioni ed è terreno fertile per creare qualcosa di nuovo. Poi, ovviamente, trattandosi di lavoro è necessario trovare un riscontro economico che, al momento, non è così scontato”.

Tra le tue attività sei anche un wedding planner. Come è la situazione?
“Il settore di fatto è congelato fino al 2021. Fino a luglio di matrimoni non se ne parla, la maggior parte sono stati rimandati all’anno prossimo. Resta la stagione autunnale anche se al momento la vedo molto dura. Nessuno vuole fare un matrimonio in mascherina, senza abbracci, foto di gruppo, musica dal vivo e balli. Ci sono tutta una serie di situazioni che rendono impossibile la festa. Tra l’altro, attualmente non è ancora possibile sposarsi in chiesa, mentre al rito civile possono partecipare solo la coppia di sposi, i testimoni e il celebrante”.

E’ tutto sospeso, come è possibile portare avanti l’attività?
“La mia attività è piccola, non ho dipendenti e i costi di gestione al momento sono sostenibili. La situazione è senza dubbio difficile, ma nel settore stiamo cercando tutti di venirci incontro senza speculare sulle situazioni, cercando di non penalizzare nessuno. Personalmente provo a farmi bastare questi primi aiuti messi in campo dal Governo, ho trovato un accordo con i proprietari del mio spazio creativo e attingerò da quel piccolo fondo di emergenza accantonato negli anni per le situazioni impreviste. Questo, insieme a tanta passione, è ancora sufficiente per farmi pensare al futuro”.

Giuseppe Villa

Cosa vuol dire fare il wedding planner al tempo del coronavirus?
“Non ci sono ancora indicazioni, il settore è totalmente in pausa. Il mio lavoro consiste nel farmi trovare pronto al momento della ripartenza, quando ci sarà. In queste settimane ho cercato di mettermi nei panni degli sposi che vivono questi momenti d’incertezza più totale. Attraverso video call ho raccontato come potevano essere le cose, lasciando loro la serenità e la tranquillità di scegliere. Avevo in programma in questa stagione una quindicina di matrimoni e la maggior parte sono stati spostati. Io per primo sono in difficoltà a lavorare in queste condizioni”.

Il futuro?
“Ci vorrebbe maggior chiarezza anche se mi rendo conto che in questa fase può essere molto difficile. L’unica cosa che possiamo fare è ragionare a breve termine e continuare a lavorare sui progetti per essere preparati. Per il settore degli eventi il coinvolgimento della gente è imprescindibile perciò saremo gli ultimi ad avere risposte e soluzioni concrete. Siamo davanti a una situazione che ha travolto tutto ma cerchiamo di essere positivi, riscopriamo le cose più belle ed essenziali”.

Un progetto per ripartire…
“Nei prossimi giorni parteciperò, insieme ad altri 7 artisti, al progetto OTO Residency, che nelle prossime settimane trasformerà i canali social di Oto Lab in una ‘residenza d’artista’ digitale. Ciascuno di noi offrirà un concentrato del proprio lavoro di ricerca fotografica, artistica e creativa, offrendo al contempo una prospettiva personale sul presente e il futuro dello spazio, con un’attenzione particolare ai temi legati alla sperimentazione e alla promozione culturale”. Insieme a Villa, al progetto di Oto Lab parteciperanno Beatrice Mazzucchi, Nicolò Tomaini, Pietro Sala, Federico Wilhelm, Anna Rimoldi, Tobia Scandolara e Marina Gallandra.