Leuci: di nuovo il “no” di Pisati e i lavoratori vanno a La7

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LECCO – Nessun nuovo incontro ed una lettera “gela” i novanta lavoratori della Leuci: il loro titolare, Giuliano Pisati, che proprio in questi giorni avrebbe dovuto incontrare gli assessori Volonté e Conrater per riaprire la trattativa, ha inviato una missiva al prefetto Bellomo e agli stessi assessori per ribadire il suo no alla cessione di parte dell’area occupata dal fabbricato.

Una lettera nella quale Pisati avrebbe detto di non poter incontrare gli assessori per impegni di lavoro e nella quale avrebbe spiegato le sue condizioni, giudicate negativamente dall’assessore Volonté.

gianluigi-paragone-presenta-la-gabbia“Sono molto deluso – ci riferisce – ma attendo la riunione con il prefetto prima di fare ulteriori valutazioni”. Già nel pomeriggio di oggi o al massimo nella giornata di domani, infatti, in Prefettura dovrebbe essere convocato un tavolo per discutere di questo nuovo sviluppo.

Il no di Pisati sulla cessione (per vendita o affitto) di parte dell’area Leuci taglia le ali al progetto di riconversione, la “Cittadella della Luce”, con la nascita di un polo industriale d’avanguardia che poteva salvare l’occupazione.

Ma alla Leuci, occupata giorno e notte dai lavoratori fin dalla scorsa settimana, i dipendenti non demordono e mercoledì sera racconteranno la loro storia a La7, ospiti del giornalista Gianluigi Paragone nel suo programma “La Gabbia”.

“Noi non molliamo – spiega Germano Bosisio, della RSU – e chiediamo alle istituzioni di fare lo stesso”.

Come Pisati, i lavoratori hanno scritto anche loro una lettera, per ribadire che il progetto della “Cittadella” deve sorgere ed essere realizzato lì alla Leuci.

LA LETTERA DEI LAVORATORI LEUCI

E’ da un po’ di tempo a questa parte che stiamo registrando nell’opinione pubblica, ma anche a volte in chi da sempre ci segue e ci appoggia, un interrogativo che, senza menare troppo “il can per l’aia”, tipico della concretezza di chi lavora e si sporca le mani senza rinunciare a pensare ( anzi ! ), “suona” così : “ Ma la nuova Leuci non può nascere in un altro sito ? “.

La nostra risposta è nitida : non solo non può ma “non deve” nascere in un altro sito e cerchiamo di spiegare a tutti il perché; ognuno poi valuterà il grado di ragionevolezza e congruità delle nostre argomentazioni.

La prima : siamo proprio sicuri che spenti i “riflettori”- vorrà dire che siamo da quasi un secolo produttori di sorgenti luminose – del mondo mediatico, che abbiamo contribuito soprattutto noi lavoratori ad accendere grazie anche alla sensibilità di alcune testate, e prevista un’altra allocazione della cosiddetta “Cittadella della Luce e dell’Energia”, il nostro “sistema Territoriale” mantenga la determinazione sull’obiettivo ? Cosa ci/vi suggerisce “ a pelle” il nostro/vostro fiuto di lavoratori e cittadini accorti ?

La seconda : perché alcuni imprenditori hanno fatto offerte concretissime quanto impegnative economicamente su quote di fabbricati, non propriamente nuovi, relativi proprio a quest’area se non ci vedessero anche il prestigio di un’eredità storica quasi centenaria ed una coniugazione di una centralità urbanistica con la “centralità” di un modello di riconversione manifatturiera innovativa ed ecologicamente virtuosa ? Il tutto, visto l’evidente valenza economico – sociale, in un quadro di una collaborazione sinergica con Istituzioni, Politecnico e quant’altro. Puro autolesionismo o visione tanto “profetica” quanto ben strutturata e percorribile ?

La terza : sappiamo che la somma degli spazi occupati dal sistema “universitario – polo di Lecco” precedentemente all’operazione allocativa presso l’ex ospedale non sono completamente “coperti” dal nuovo Campus ma rimane comunque un fabbisogno di superfici. Ed allora non sarebbe congruo oltre che velocemente praticabile adibire una quota degli attuali fabbricati Leuci ( che in totale sono circa 13.000 m2 ) ad uso laboratori o piccoli centri di ricerca ?

Ai più avveduti non può certo poi sfuggire il valore aggiunto costituito da una ricerca “applicata” ( spesso la ricerca universitaria o del CNR viene considerata poco industrializzabile = “poco incarnata”… ) ed al servizio di piccole realtà produttive in rete tra loro e, perlomeno in parte, presenti sullo stesso sito. Questa opzione costituisce una delle “mission” ( però anche noi operai conosciamo e sappiamo usare i paroloni, quando occorre ) più importanti del “progetto Cittadella !!! E non costituirebbe questo percorso di anni, con la concretezza di progetti, studi, sinergie che l’accompagna, e da più parti riconosciuta, un esempio per tanti altri e, nel contempo, una delle strade di riconversione manifatturiera innovativa di cui tutti ( soprattutto ai livelli massimi ) andiamo cianciando ?

La quarta : in più, e per la prima volta a Lecco, invertendo una pessima e pluriennale politica economico-sociale- urbanistica, si destinerebbe un’area storicamente produttiva (fonte di parecchi e qualificati posti di lavoro ) ad una reindustrializzazione virtuosa vanificando peraltro l’ennesima dismissione speculativa che porterebbe solo utilità private ma pochissimi benefici pubblici e sociali.

Ci fermiamo qui, per non abusare delle spazio che speriamo ci sarà concesso ( perlomeno per “fatto personale” …. pardon…. per “fatto collettivo”… ). Ci limitiamo solo a riferire quello che sentiamo crescere sempre più nel modo del Lavoro lecchese e non solo ci dicono, ma anche nell’opinione pubblica e cioè che la nostra vicenda, ormai lungi dall’essere una pura “vertenza aziendale”, rappresenta una vera e propria sfida alla capacità di un intero Territorio di riqualificarsi nei confronti del travagliatissimo presente ma anche e soprattutto di un praticabile futuro.

LA RSU ED I LAVORATORI E LE LAVORATRICI LEUCI