Leuci e futuro: gli ex lavoratori lanciano un incontro pubblico

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LECCO – Non trova ancora una soluzione la vicenda della Leuci: da quasi un anno i lavoratori restano in presidio nella portineria dell’ex fabbrica di lampadine in attesa che possa prendere vita il progetto della “Cittadella della Luce” con il quale si vorrebbe dare nuova vita alla storica azienda lecchese.

“Da 8 mesi la grandissima parte di noi è senza lavoro e anche per questo, ma non solo, continuiamo il nostro presidio – spiegano gli ex dipendenti – La nostra lunga lotta per la reindustrializzazione dell’area Leuci per molti ha assunto il significato di un “modello” non solo di non rassegnazione alla chiusura di importanti attività industriali, purtroppo ormai sempre più diffuse, ma soprattutto di concreta proposta di una percorribile riconversione manifatturiera virtuosa e lungimirante : una vera e propria sfida all’intero Territorio ed alla sua capacità di rinnovare la propria vocazione produttiva”.

Per questo i lavoratori non mollano e promuovono un incontro pubblico, in collaborazione con “Art Station#1Lecco” – “Genti in viaggio” – Assoc. “Il Gabbiano” onlus, che si svolgerà presso il cinema Palladium di Lecco martedì 23 settembre a partire dalle 20,30.

Leuci  (1)“Sarà un’occasione privilegiata per dare, ancora una volta, il nostro costruttivo contributo “dal basso” per individuare concrete ipotesi di reindustrializzazione possibile – proseguono – La nostra iniziativa, come sempre, non vuole sostituirsi al doveroso lavoro delle Istituzione e delle varie componenti del cosiddetto Sistema Lecco ma mettere a disposizione, alla luce anche delle potenzialità della recente legge regionale Lombardia Impresa, alcune concrete ipotesi utili alla fase 2 prevista nell’ultima riunione del Tavolo Provinciale”.

Ancora aperta la fase delle manifestazioni d’interesse dei vari settori imprenditoriali a vocazione innovativa o in ricerca d’innovazione che potrebbero investire nell’ex fabbrica.

Riteniamo inoltre che questa iniziativa possa ulteriormente innescare un dibattito partecipativo nell’intera Cittadinanza Territoriale, vista la valenza generale ormai assunta dalla nostra paradigmatica vicenda”.