Leuci, incontro decisivo. I lavoratori: “Nessuno si chiami fuori”

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LECCO – Le sorti della Leuci? Tanto farà l’incontro convocato per questo oggi in Provincia, che, da quanto è emerso, servirà a trovare una pre-intesa affinché si arrivi al prossimo appuntamento in Prefettura con l’accordo conclusivo sulla compravendita dell’area.

A Villa Locatelli si troveranno i rappresentati della proprietà dell’oramai ex storica fabbrica lecchese, quelli dei lavoratori, i sindacati e i vertici delle istituzioni lecchesi. Una lista lunghissima di invitati al vertice in Provincia: dal prefetto al sindaco, dai consiglieri regionali del territorio ai presidenti dello Ster e della Camera di Commercio, dall’assessore comunale Volonté al prorettore del Politecnico, dal presidente di Confindustria Lecco e ai segretari provinciali di CGIL, CISL e UIL, insieme ai segretari di categoria, le RSU e i due imprenditori che in questi anni hanno mantenuto il loro interesse per l’acquisto di parte dell’area.

Un incontro decisivo, per questo i lavoratori chiedono “che nessuno si chiami fuori!”. Un vero e proprio monito che giunge dalla palazzina amministrativa della fabbrica, presidiata dagli operai dallo scorso dicembre.

“Vogliamo richiamare tutti ad una maggiore concretezza – spiega Germano Bosisio, della RSU – ci sono soggetti come la Camera di Commercio o Confindustria che hanno dimostrato attenzione sulla nostra vicenda, ora è tempo di dimostrare che non si tratta solo di retorica. Bisogna passare ai fatti e che non ci siano alibi”.

I rappresentati dei lavoratori evidenziano anche le loro “perplessità” nei confronti dell’atteggiamento dell’Amministrazione Comunale, in modo particolare dopo le polemiche seguite alla pubblicazione del documento stilato dalle parti nello scorso incontro in provincia che, come avevano spiegato dal Comune, avrebbero condizionato l’atteggiamento di almeno uno degli imprenditori interessati alla compravendita.

“Crediamo ci sia stata una drammatizzazione eccessiva – prosegue Bosisio – la polemica che c’è stata poneva esigenze di chiarezza su quanto sta accadendo e non crediamo sia possibile che abbia influenzato in maniera così decisa gli imprenditori, tanto che entrambi hanno ribadito il loro interesse”.

Sempre dalla RSU, Maurizio Esposito ha voluto rimarcare il nuovo strumento in grado di portare la trattativa a buon fine: la nuova legge regionale sulla competitività che, grazie alle agevolazioni ad hoc, “potrebbe attrarre nuovi imprenditori ad abbracciare il progetto della Cittadella della Luce”.

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La battaglia, ora, è sulla porzione di area che sarà destinata alla reindustrializzazione e quale resterà nelle mani del patron della Leuci, Giuliano Pisati, e sopratutto in che percentuale il Comune concederà di cambio ad un uso non industriale del terreno (riservandolo quindi a residenze o negozi).
“Il progetto originale, stilato tra gli altri dal Politecnico, parlava di due terzi dell’area da destinare alla Cittadella – denuncia Bosisio – le richieste di Pisati sembrerebbero l’opposto”.

Secondo quanto emerso dall’ultima riunione in Provincia, infatti, il patron della Leuci sarebbe disponibile a vendere ai due imprenditori il capannone ai margini dell’area (circa 3 mila metri quadri contro i 19 mila complessivi), chiedendo al Comune il cambio d’uso per tutto il resto, ovvero i due capannoni centrali, la palazzina amministrativa e il piccolo immobile a sinistra dell’ingresso, senza contare l’ampio piazzale. Condizioni che non soddisferebbero i lavoratori, in vista anche di un allargamento del progetto ad altri imprenditori:

“Due imprenditori bastano solo per avviare la Cittadella – conclude Bosisio – non bastano se il tutto si limita a questo”.